martedì 8 gennaio 2013

La polemica di Ricardo Darin sulla ricchezza dei Kirchner. E Cristina (non) risponde

Colpi di fioretto a mezzo stampa tra la star del cinema argentino Ricardo Darin e la presidente Cristina Fenandez de Kirchner. Colpi di fioretto che la stampa si diverte anche a manipolare, tanto da spingere l'attore a chiedere alla presidente di risolvere la vicenda in privato.
Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando in un'intervista a Brando, supplemento del quotidiano conservatore La Nación (nell'orbita del Grupo Clarin, avversario della presidente), Darin si chiede perplesso come si siano arricchiti Cristina e Néstor Kirchner, il cui patrimonio è passato da circa 1 a 12 milioni di euro dal 2003 al 2011. Una domanda che non si fa solo lui e a cui la giustizia argentina ha invano tentato di dare risposta, archiviando sempre le indagini.
Quello che il popolare attore non si aspettava è la lettera aperta scrittagli in risposta da Cristina Fernandez e pubblicata sul suo profilo di Facebook. Ricardo Darin è uno degli attori più amati e più apprezzati del Paese, potremmo dire che è il volto del cinema argentino all'estero: La fuga, Nove regine, Il figlio della sposa, Luna de Avellaneda, Un cuento chino (odio il titolo italiano Cosa piove dal cielo?), fino a Il segreto dei suoi occhi, vincitore del Premio Oscar come miglior film straniero nel 2010 sono alcuni dei titoli che lo hanno fatto apprezzare in tutto il mondo (in Spagna, dove è di casa quasi quanto in Argentina, gli hanno addirittura dato la nazionalità). Cristina, dunque, non poteva lasciare che un uomo così popolare dubitasse di lei e, impulsiva e passionale come sa essere, ha deciso di rispondergli, dalle sue vacanze a El Calafate, in Patagonia. Lo fa non senza ironia, non sempre riuscita, e non senza un certo vittimismo, che la accompagna sempre.
Dopo avergli dichiarato la propria ammirazione ed essersi proclamata cinéfila total, la presidente prova a passare ai fatti: "Voglio dirle che non c'è funzionario pubblico, siano politici, governatori, legislatori, giudici o capi di Goveno, più denunciato penalmente e indagato dalla giustizia argentina in materia di arricchimento, di chi è stato mio marito e compagno di tutta la vita e di chi le scrive. Non solo si è indagato a fondo, ma si è anche designato un corpo di periti della Corte Suprema de la Nación affinché realizzasse perizie contabili, che durarono mesi e che hanno concluso che non è stato commesso alcun atto illecito, cosa che ha obbligato il giudice ad archiviare le denunce".
Cristina insiste a sottolineare come le uniche dichiarazioni dei redditi che sembrano interessare il Paese siano quelle dei Kirchner: "Si conoscono solo le foto delle case in cui vivevamo noi e in cui vivo adesso con mia figlia. Si pubblicano per caso le foto delle case dei govenatori, giudici, magistrati, attuali o passati deputati? Però tutto il Paese conosce la mia casa di Rio Gallegos, nonostante a due isolati vivano due deputati dell'opposizione, in case molto più importanti della mia. Non le sembra strano, Ricardo? E non parliamo della mia casa di El Calafate. Ha visto che i media non vanno mai al Delta, a Punta del Este, a Miami. Strano, vero?"
Cristina continua con le lamentele di chi si sente perseguitata, mentre c'è chi fa peggio di lei, il che è comprensibile, ma non è utile a capire come il patrimonio familiare sia considerevolmente aumentato negli anni delle presidenze del marito e sua. Lei dice di aver spiegato tutto alla Giustizia e ai periti della Corte e a Darin ricorda che "lei stesso è stato accusato e detenuto da un giudice, nel 1991, per il reato di contrabbando di un'auto che ha portato nel Paese con una franchigia speciale per disabili. Mi scusi, non auguro male a nessuno, ma meno male che non c'erano i Kirchner al Governo, altrimenti sarebbe stata considerata una persecuzione politica".
Poi Cristina passa a rispondere su altri temi proposti da Darin nell'intervista a Brando; l'attore lamentava che l'Argentina sia un Paese di contrapposizioni, in cui "sei Boca o River", e non si cerchino riconciliazione e tolleranza. E la Presidente non ci sta, rivendicando l'Argentina kirchnerista, in cui "ognuno è libero di dire quello che vuole", contro l'Argentina del passato, in cui "nessuno parlava, a parte le madri e le Abuelas di plaz de Mayo"; chiedendosi che riconciliazione potrebbe esserci con chi "mi augura di morire, ha celebrato la morte di Néstor o vorrebbe destituirmi" e assicurando che "non essere d'accordo è anche un diritto, come lo è risolvere le cose secondo la volontà e responsabilità che il voto popolare ha dato a ognuno, senza alcuna superbia, ma semplicemente dalla responsabilità assegnata dalla Costituzione".
"Lei si ricorda di qualche altro momento del Paese con tanta libertà, libertà di parola, di pensiero e d'azione? Ricorda che si sia trattato un altro Presidente come si tratta me, dai media, dall'opposizione, ecc?" chiede ancora Cristina, continuando a rivendicare la sua Argentina libera e senza paura dei potenti.
La lettera finisce con la rinnovata stima per Ricardo Darin e con la promessa di raccomandare il suo nuovo film, un thriller , che lei non ha ancora visto (me encantan! scrive).
La risposta di Cristina ha suscitato un'ondata di sdegno, nelle reti sociali, grazie anche alle manipolazioni della stampa, che ha riportato la lettera come un attacco a Darin e la stessa citazione dei guai giudiziari dell'attore come una sorta di antipatico avvertimento. Quando, in realtà, tutto il tono della lettera è stato gentile, un po' vittimista-kirchnerista e con vari tentativi di ironia.
Certo, continuiamo a non sapere il segreto di Cristina e Néstor, la cui fortuna è aumentata 12 volte da quando sono arrivati alla presidenza dell'Argentina.