mercoledì 16 gennaio 2013

Nella Bilbao inedita di Zorrotzaurre, quartiere d'artisti e archeologia industriale

"A chi conosce già la città, raccomando di scoprire una Bilbao inedita, come il quartiere Zorrotzaurre, l'ultima zona industriale non ancora rigenerata, nella stessa ría " scrive Javier Mazorra su ocholeguas.com, sito web di viaggi e turismo di El Mundo "C'è un grande progetto di Zaha Hadid, che potrebbe trasformarlo in una delle zone più attraenti della città. Ma al momento è un'affascinante mescola di edifici industriali, trasformati in fabbriche di creazione, case rurali, palazzine semiurbane, un ospedale ultramoderno e rovine portuali. Tutto questo circondato dall'atmosfera della ría e Deusto come sfondo".
E sarà che, essendo torinese, ho una certa sensibilità per le zone industriali in trasformazione, avendo assistito a una delle più grandi conversioni urbane avvenute in Europa dai tempi della caduta del Muro di Berlino, in Spina 3 (sì, Torino è stata il secondo cantiere urbano d'Europa, dopo Berlino, anche se i media italiani lo ignorano). Così quest'articolo sull'ultima grande area industrializzata bilbaina non può che creare curiosità: a Torino Bilbao è considerata, con Berlino, una sorta di gemella ideale; quando, prima dei Giochi Invernali del 2006 e con la deindustrializzazione galoppante, la città cercava punti di riferimento per le necessarie trasformazioni, la Berlino del dopo Muro e la Bilbao del Guggenheim erano i modelli di conferenze e seminari.
Per esplorare Zorotzaurre, spiega Mazorra, l'hotel ideale è il Meliá, non solo perché è in zona, ma anche perché "intavola un curioso dialogo con gli edifici che lo circondano, soprattutto con il Palacio Euskalduna, marcando territorio con le sue forme rotonde e questa gamma di tonalità rosse che lo rendono inconfondibile".
A fargli da guida in questa Bilbao inedita, Mazorra chiama Marivi Puente, una delle fondatrici di Greeters Bilbao. La curiosità è magistra vitae, per cui, nel sito web dei Greeters si legge che non sono guide turistiche, ma "un gruppo di persone di Bilbao": "Ti invitiamo a conoscere i tesori della nostra città attraverso un amic@, i nostri posti più nascosti, quelli che ci piacciono di più, ad andare per pintxos (le tapas locali), prendere un caffè in un caffè art-deco, girare per mercatini, conoscere i nostri costumi autoctoni, passeggiare per le zone tipiche dello shopping e molto di più, come, per esempio, visitare i dintorni della nostra cattedrale del calcio, in cui condividiamo tanta allegria con il nostro Athletic, tutto questo a piedi o con il trasporto pubblico e per il semplice piacere di passare qualche ora con te, in visite da 2 a 4 ore e, cosa migliore di tutte, gratis!" Interessante proposta per un turista, no?
Con Mariví, dunque, la visita a Zorotzaurre non ha potuto che essere originale e inedita. "Con lei si conoscono i bar della zona, compreso Don César, dove mangiava quando lavorava qui. Tra decine di fabbriche, c'è ancora un nucleo urbanizzato che si sta recuperando, con la sua chiesa, il suo parco e la sua casa aristocratica. Di ogni edificio ricorda un aneddoto. Il resto di Zorrotzaurre è pura archeologia industriale. Ci sono molte rovine, ma anche felici riconversioni, in fabbriche di creazione, grazie alla bacchetta magica di (Zototzaurre Art in Progress)".
Tra i posti conosciuti grazie a Mariví, l'autore dell'articolo cita La Hacería, un locale "in cui si possono ascoltare jazz, flamenco e altri tipi di musica", Bazawp, un negozio "curioso in cui acquistare i prodotti realizzati e disegnati a Zorrotzaurre"; soprattutto, sottolinea, grazie a lei ha conosciuto artisti e creatori di ogni tipo, "giovani imprenditori che stanno colonizzando spazi come Crazy Town, Módulos, ETC, La Papelera..."
Tutto questo all'ombra del mediatico Guggenheim. E non so perché a me vengono in mente la Berlino di Prenzlauer Berg e la Torino dei Docks Dora di qualche tempo fa.
Le foto, dalla bella galleria fotografica di ocholeguas.com