lunedì 19 novembre 2012

Spagna: i sindaci socialisti chiudono i conti nelle banche che continuano gli sfratti

Il PSOE ha deciso di fare sul serio per difendere i cittadini spagnoli a rischio sfratto e, dopo aver presentato una proposta di legge e aver invano negoziato con il governo una moratoria, ha annunciato che i sindaci socialisti chiuderanno i conti dei loro Comuni nelle banche che continuano a sfrattare le famiglie debitrici.
Ogni giorno in Spagna vengono sfrattate 500 famiglie, ci sono stati tre suicidi nelle ultime settimane e l'emergenza nazionale sta occupando da giorni i principali partiti e tutti i media. La scorsa settimana il PP e il PSOE hanno provato a negoziare una moratoria di due anni degli sfratti con una riforma della Legge per i Mutui; sembra anche fosse stato raggiunto un accordo di massima, per permettere alle famiglie di rimanere negli alloggi, ma le pressioni delle lobbies bancarie hanno fatto cambiare idea al Governo e hanno fatto saltare l'intesa. Adesso, per evitare l'esecuzione di sfratto bisognerebbe essere Indiana Jones, parafrasando Crozza che parla delle primarie del PD.
Avranno diritto alla sospensione di due anni dello sfratto le famiglie numerose (con tre figli), le famiglie monoparentali con figli, le famiglie con minori di 3 anni, con persone con una disabilità superiore al 33% o impossibilitate a lavorare per malattia o disabilità, o con donne maltrattate; oltre a questi requisiti dovranno avere un reddito non superiore ai 19.164 euro annuali, dovranno essere disoccupate e aver terminato tutti i vari tipi di sussidi che mette a disposizione lo Stato ai disoccupati e dovranno avere avuto un'alterazione significativa della loro situazione economica (questo significa che il peso della quota del mutuo dev'essere aumentata del 50% rispetto alle entrate familiari negli ultimi 4 anni o deve superare il 50% delle entrate nette). La sospensione degli sfratti è possibile solo sulle prime case, non sulle seconde.
Le piattaforme di sostegno alle famiglie con il procedimento di sfratto avviato hanno considerato del tutto insufficiente, e ancora troppo più vicino alle banche che alle famiglie, il progetto del governo. Per fare un esempio: nessuna delle famiglie dei tre suicidi, che hanno imposto il dramma degli sfratti all'attenzione di politica e media, rientra nelle categorie della moratoria. C'è anche chi ha fatto i conti, per dimostrare l'inefficacia del Governo: solo il 3,7% delle famiglie spagnole ha più di tre figli, solo il 4% è composto da un genitore con almeno due figli a carico, solo l'1,1% degli spagnoli con meno di 65 anni soffre di una disabilità che gli impedisce di lavorare e solo il 2% ha meno di tre anni; solo (meno male) il 3% delle donne, l'1,5% totale della popolazione spagnola, ha denunciato di aver subito violenza di genere. Davvero difficile pensare che una sospensione di sfratto diretta a queste minoranze, che per di più devono avere entrate non superiori ai 19.164 euro possa essere di aiuto all'emergenza che il Paese sta vivendo. Anche i magistrati sono nuovamente scesi in campo, per considerare che la nuova proposta di legge è inadeguata alle dimensioni dell'emergenza.
E il PSOE, dopo aver rifiutato l'accordo proposto dal Governo, è passato a misure più concrete contro le banche e oggi ha annunciato che i suoi sindaci non solo chiuderanno i conti nelle banche che continuano a sfrattare le famiglie e a non applicare una qualche forma di sospensione, rinegoziando il debito. Non solo. Le Polizie Locali dei Comuni socialisti non collaboreranno più con le autorità giudiziarie nell'esecuzione di sfratto.
La numero 2 del partito Elena Valenciano ha ribadito di nuovo che i socialisti faranno tutto quello che è nelle loro mani, dalle poche Amministrazioni Locali rimaste sotto il loro controllo, affinché "nessuna famiglia spagnola rimanga senza una casa".
"Qui si parla di diritti, non di carità ed è questo che la destra sembra non capire" ha dichiarato. Ed è il concetto su cui la sinistra deve insistere, in Spagna e in Europa, per vincere la battaglia: i cittadini in quanto tali, sono portatori di diritti, che la società deve difendere per tutti, a prescindere dalla dichiarazione dei redditi. Una società basata sulla carità di pochi ricchi verso i più poveri, sul capitalismo compassionevole caro a George W Bush, insomma, è profondamente ingiusta, perché non riconosce l'uguaglianza dei diritti e affida alla buona volontà di pochi privilegiati la sopravvivenza delle masse, spogliate di ogni diritto.
I sindaci socialisti creeranno uffici di orientamento e consulenza per aiutare le persone colpite da sfratti a trovare alternative. I Comuni, sostiene il PSOE, sono l'istituzione da cui è possibile esercitare maggiori pressioni sulle banche e per questo è stato deciso che i rapporti finanziari saranno stabiliti in base al comportamento delle banche verso i cittadini.
Il PSOE confida ancora sia possibile cambiare la Ley Hipotecaria, che regola l'accensione e la riscossione dei debiti in Spagna. E' una legge che è stata duramente criticata dall'Europa, per l'aggressività nei confronti del debitore e per la disuguaglianza che stabilisce tra il debitore e la banca. La speranza del PSOE per aiutare gli sfrattati è nelle critiche di Bruxelles.