venerdì 1 marzo 2013

Berlino smantella la East Side Gallery

Berlino sta smantellando l'ultimo pezzo rimasto del suo Muro, la East Side Gallery. E' considerata la galleria d'arte all'aperto più lunga del mondo, con i suoi 1,3 km di lunghezza.
Una ventina d'anni fa, quando il Muro è caduto non metaforicamente, ma fisicamente, e Berlino ha dovuto decidere cosa fare di quella terra di nessuno che l'aveva divisa per una trentina d'anni, si erano lasciati in piedi solo pochi pezzi, a mo' di monito: la East Side Gallery, a Berlino Est, e poche centinaia di metri, piuttosto, foschi, soprattutto nelle giornate grigie, nella Niederkirchenstrasse, nei pressi della Topografia del Terrore, che ricorda gli orrori del nazismo.
La East Side Gallery è diventata uno dei monumenti più visitati di Belino, dicono le statistiche sia il secondo pù visitato dopo la Porta di Brandeburgo. E la ragione è semplice: è ricoperto di graffiti inneggianti alla pace e a Berlino, realizzati da oltre un centinaio di artisti, chiamati dopo la fine della Guerra Fredda, a trasformare il simbolo della divisione della capitale della Germania in un simbolo di pace e di arte 
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di passare qualche settimana a Berlino e ci sono poi tornata altre volte, perché me ne sono innamorata. Era un febbraio freddo e grigio, ricordo il vento della Sprea che, vicino al Reichstag, entrava dentro e se ne fregava di cappotti imbottiti e cappelli di lana, e un cielo mutevole e affascinante come non ne ho più visti. Ma ricordo anche una città meravigliosa e cosmopolita, pronta a togliersi i cappotti al primo sole d'inverno nei caffè, sorprendentemente consapevole del proprio passato, che non tralasciava mai di ricordare ai turisti e agli stranieri, e per questo proiettata verso il futuro. Potsdamer Platz, con i suoi grattacieli nuovissimi e le tracce del Muro disegnate per terra, a futura memoria, è il simbolo perfetto di quello che è oggi Berlino, per me.
Ricordo anche le passeggiate lungo la Sprea, a Berlino Est, per guardare i graffiti della East Side Gallery; mi piaceva la creatività di questi artisti, che aveva come protagonisti quasi sempre la Porta di Brandeburgo e qualche colomba della pace. Era bello vedere questo Muro trasformato in oggetto turistico, in segno di pace e di vicinanza. La prima volta, ed era diventata quasi una consuetudine, dopo tanta arte e tanta fratellanza sul Muro, avevo attraversato la Sprea e mi ero immersa nelle atmosfere multiculturali di Kreuzberg. Berlin, immer in meinem Herzen!
Ieri sera su elmundo.es ho letto che stanno buttando giù parte della East Side Gallery per garantire le uscite di sicurezza a un elegante grattacielo che si sta costruendo sulle rive della Sprea (un grattacielo sulle rive della Sprea?!). Invano decine di attivisti hanno cercato di opporsi alla demolizione, (forse) invano alcuni artisti hanno già annunciato che denunceranno il Comune di Berlino per aver abbattuto le loro opere, invano la società che costruisce il grattacielo sta cercando di rassicurare che il Muro rimarrà, verranno solo tolti alcuni blocchi per le uscite di sicurezza.
I media di Berlino sono molto indignati per lo scempio che si sta facendo della East Side Gallery e, di passo, della storia recente della capitale. Il Berliner Zeitung ha sottolineato come, "nonostante il bisogno di soldi, ad Atene non abbiano pensato di trasformare l'Acropoli in un centro commerciale". Un paragone che mi è molto piaciuto, pensando al drammatico momento della Grecia.
Mi rimangono le passeggiate, i pensieri e tutte le foto che ho scattato, senza stufarmi mai, tutte le volte che ho avuto l'opportunità di tornare a Berlino e di ripassare a salutare la East Side Gallery e mi rimane l'idea che dai tempi della via Gluck non è cambiato molto, quale che sia la latitudine.