giovedì 21 marzo 2013

eldiario.es: Il fallito prelievo forzoso della UE a Cipro era per favorire il Lussemburgo?

Un articolo interessante, pubblicato da eldiario.es e firmato dal greco Leonidas Vatikiotis, che offre una chiave di lettura da considerare, nel caos che stanno vivendo Cipro e l'Unione Europea, dopo il rifiuto del Parlamento dell'isola al piano di salvataggio dell'Unione Europea, con il prelievo forzoso sui conti correnti.
Vatikiotis considera questo rifiuto "una vittoria per gli europei che stanno lottando contro il quarto Reich tedesco e il suo programma liberista". E' una lezione alla Germania perché "la soluzione dell'Eurozona supponeva un castigo collettivo contro i ciprioti, che non hanno responsabilità sugli investimenti rischiosi del le loro banche". La responsabilità, assicura l'articolo, è della stessa Unione Europea e del FMI, che, quando hanno disegnato il piano di ristrutturazione del debito greco, sapevano bene che le vittime non sarebbero stati solo i greci e il loro Stato sociale, ma anche "le banche cipriote, a causa dell'alta esposizione verso il debito ellenico".
Insomma, la caduta di Cipro era più che prevedibile e molto annunciata. E cosa ha fatto l'Unione Europea invece di correre ai ripari? "Ha iniziato una campagna di stigmatizzazione dei ciprioti, per preparare il cammino e passargli la fattura del salvataggio". La stampa tedesca ha insistito sulla presenza degli investimenti russi nei conti correnti dell'isola, ma "ha nascosto che il salvataggio è dovuto all'impatto della ristrutturazione del debito greco".
"L'obiettivo finale dei tedeschi è condurre Cipro alla povertà, grazie al trasferimento dei depositi nelle banche cipriote in altri paradisi fiscali che circondano la Germania, come il Lussemburgo. E' più che noto che il Granducato è una delle destinazioni preferite per il riciclaggio di denaro, ma opera sotto lo stretto controllo della Germania. In questo senso, violando il sacro principio della protezione dei depositi al di sotto dei 100mila euro, Berlino ha inviato un messaggio alle elites economiche europee: "Solo i tedeschi possono decidere sulla diplomazia economica"."
Ma anche il Lussemburgo non deve vivere sonni tranquilli: ieri l'edizione francese di Wort, il principale quotidiano del Granducato, riportava un articolo di Die Welt, in cui si mette in discussione il modello economico del piccolo Paese centroeuropeo, simile a quello cipriota: "Cipro non è l'unico Paese dell'Eurozona con un modello discutibile di business" scrive il quotidiano tedesco "In prima linea non c'è Cipro, ma il Paese europeo modello, il Lussemburgo". "Il piccolo Stato ottiene meno di 44 miliardi di dollari da beni e servizi, ma, allo stesso tempo, le banche ospitano 227 miliardi in depositi, oltre 5 volte il PIL". Insomma, per il giornale tedesco non è tanto la crisi di Cipro a indicare i pericoli di questo modello finanziario, quanto il Lussemburgo, in cui il peso del settore bancario è superiore: "La somma delle singole voci di bilancio delle banche corrisponde a un fattore 22 rispetto al PIL (7,2 per Cipro e 3,1 per la Germania). E' questo il modello a cui Schäuble è favorevole?"
Tempesta in arrivo per il Granducato, affinché cambi il suo modello? Non si sa ancora, vista la vicinanza della Germania e dei suoi interessi.
Ma, ritornando all'articolo di Vatikiotis: quale soluzione per Cipro? "L'unica alternativa, se vuole mantenere la sua attuale posizione, è uscire dall'Eurozona, tornare alla sua moneta e chiudere un accordo strategico con la Russia, per poter operare come controparte economia e mantenere così vivi i suoi interessi". Vatikiotis va oltre e suggerisce "la cacciata della trojka dall'isola e la cancellazione delle misure di austerità imposte ai cittadini negli ultimi due anni". La soluzione è la via islandese: banca nazionalizzata e debito pubblico non pagato. "Chissà che, dopo tutto, il rifiuto del Parlamento cipriota non sia un buon inizio per i cittadini europei" conclude l'autore.