Recentemente il Telegiornale Piemontese di RAI3 ha
parlato di un'iniziativa in corso a Torino, per aiutare le famiglie che
faticano ad arrivare a fine mese: un supermercato low-cost in cui, se non si ha
denaro, si può pagare anche con ore di volontariato, stando dietro i banchi. Le
clienti intervistate dicevano che per loro era una buona opzione, perché
difendeva la loro dignità, all'offrire di ripagare con il tempo la spesa che
non si poteva pagare con euro.
Mi è venuta in mente questa iniziativa torinese, al leggere di un ristorante
appena aperto a Terrassa, in Catalogna. Si chiama La Trobada ed è il primo
ristorante catalano in cui i clienti in difficoltà economiche, pagano con il
proprio lavoro nel locale.
Un nuovo modello di negocio, di business, negli
anni di crisi economica, che sta falciando i redditi della classe media e la
sta gettando nella povertà? Xavier Casas, il direttore del ristorante, ci tiene
a chiarire che può essere, ma che il suo è un ristorante: "Non è né una mensa per i poveri né
una mensa di solidarietà, tutt'altro. Qui può venire a mangiare chiunque,
semplicemente, chi non può pagare investirà il proprio tempo".
I primi lavoratori volontari arrivano dalla Caritas e dai Servizi Sociali della
cittadina e avranno i pasti garantiti per tre mesi; il loro impegno nel locale
non è però fisso, mano a mano diminuirà per dare loro la possibilità di
inserirsi in eventuali altre attività.
Il menù del ristorante costa 6,50 euro e, secondo i piani dei gestori, in un
anno verranno serviti circa 15mila pasti; saranno una settantina di menù
quotidiani, di cui, secondo i calcoli iniziali, la metà per clienti in grado di
pagare con denaro e l'altra metà per chi pagherà con il proprio tempo. I
finanziamenti arrivano dalla Fundació La Marató de TV3 (il Telethon della tv pubblica
catalana), dal Comune di Terrassa e dalla Caritas catalana, che si aggiungono,
ovviamente, agli incassi del ristorante. Il coordinamento dell'iniziativa è
dell'Associació Local d'Entitats per la Inclusió (ALEI) che riunisce 29
associazioni sociali attive sul territorio.
Ed è il direttore di ALEI Pep Martí a spiegare la filosofia del ristorante, che
va ben oltre l'opzione di pagare i propri pasti con il proprio tempo:
"Alcuni clienti pagheranno con denaro e altri con il proprio tempo, non ci
sarà alcuna differenza tra gli uni e gli altri.Tutti contribuiranno in base
alle proprie capacità. Con l'attuale situazione economica, molte persone stanno
vivendo nella precarietà economica, ma hanno molte altre risorse che intendiamo
valorizzare" ha spiegato ai media catalani.
In questo modo, non facendo differenza tra clienti 'ricchi' e 'poveri' si
creano situazioni di 'uguaglianza' sociale perché "persone in situazione
economica disuguale potranno condividere tavolo e menù di qualità".
E non solo. Agli spagnoli, come agli italiani, piace molto la sobremesa,
il dopo pasto, quando si rimane a tavola a chiacchierare e a scambiarsi idee: i
proprietari de La Trobada si augurano che proprio dalla sobremesa
possano nascere contatti e vincoli, idee "per la cooperazione tra le
persone, la creazione di un intorno comunitario in cui la gente si senta
coinvolta".
Un'iniziativa nuova, indubbiamente solidale, indubbiamente decisa a combattere
la nueva pobreza, la nuova povertà, ma che non intende arrendersi alle
disuguaglianze sociali che questa crisi economica sta creando: "La nostra
risposta non vuole essere assistenziale, ma vuole avere una chiave comunitaria,
cercando il coinvolgimento delle persone".
Il ristorante La Trobada si trova nella sede dei Minyons di Terrassa, nella
calle Teatre 4. Il modello che propone, solidarietà al posto
di individualismo, è una delle tante risposte nate 'dal basso', che in questi
anni di crisi e di riscoperta della cooperazione, stanno aiutando a disegnare
una nuova Spagna.