I vantaggi delle doppie
cittadinanze e delle doppie culture in cui si è nati e si vive. Daniel Brühl,
protagonista di Good-by, Lenin!, ha un padre tedesco e una madre catalana: è
nato a Barcellona, ma è cresciuto in Germania, ed è stato lanciato dal cinema
tedesco, prima di sfruttare la sua conoscenza del castigliano e di lavorare
anche nel cinema spagnolo (il suo ultimo film made in Spain è Los Pelayos).
La sua doppia cultura gli ha permesso di scrivere un libro, appena
tradotto in castigliano e in catalano, dedicato a Barcellona, la città in cui è
nato e in cui ha trascorso le sue vacanze estive. Un dia en Barcelona, questo
il titolo del libro, non è solo una guida turistica, utile a chi vuole
conoscere il capoluogo catalano con gli occhi di uno dei suoi estimatori più
appassionati, ma è anche un viaggio intimo e sentimentale attraverso i ricordi
personali, le foto private e gli aneddoti che hanno segnato i rapporti tra l'attore e la città
in cui è nato, che però non è la sua città, in senso classico.
Un dia en Barcelona ha visto la luce grazie ai suggerimenti di due case
editrici, che hanno chiesto all'autore di scrivere qualcosa sulla città. E
all'inizio il 34enne attore tedesco si è sentito lusingato, poi si è fatto
prendere un po' dal panico, al pensare a "tanti magnifici libri scritti su
Barcellona" e infine ha deciso "di scrivere qualcosa di leggero, non
pretenzioso e anche personale. Quando sono tornato a Barcellona, mi sono reso
conto che quello che mi piaceva di più era camminare per le sue strade e ho
deciso di raccontare una passeggiata che scoprisse gli angoli che più mi
affascinano, le persone che ho conosciuto in questi anni, cose della mia
famiglia. Scrivere su queste cose mi veniva da solo, così ho perso la
paura" ha spiegato Daniel a elcultural.es.
A trovare la chiave giusta di scrittura, la tecnica, lo ha aiutato un
giornalista cileno, Javier Cáceres: "Mi ha detto che quanto più lo avessi
scritto da un punto di vista personale, tanto più sarebbe stato
interessante"
Uno degli obiettivi del libro è liberare Barcellona dagli stereotipi che la
accompagnano: d'accordo Gaudi, il Paseo de Gràcia e il Camp Nou, ma Brühl ha
voluto raccontare una Barcellona meno perfetta: "Il mio rapporto con la
città è come con gli esseri umani: mi piacciono i suoi difetti e i suoi errori.
Sono questi contrasti che mi attraggono. Barcellona non è una città perfetta né
così bella come altre, ma è preziosa anche nei suoi angoli più oscuri. E' un
posto di luci e ombre, a me piace anche il suo lato oscuro e pericoloso".
E se non gli piacciono, di sicuro ha un altro atteggiamento verso le corride,
meno chiuso di quello di molti stranieri: il nonno andaluso era un grande
aficionado de los toros, così Daniel ne parla nelle sue pagine: "Quando
era piccolo non lo capivo, adesso capisco che non è uno spettacolo barbaro
senza senso. Non sono neanche un fan, penso sia un tema complesso" dice adabc.es.
In Un dia en Barcelona c'è posto per locali che hanno chiuso o che stanno per
chiudere: "Con la crisi, sicuro che ne chiuderanno altri. Se continuano a
chiudere locali con tanta personalità, la gente interessante non visiterà più
la città. Sta succedendo la stessa cosa a Berlino: senza il suo carattere la
città diventa uno spettacolo turistico".
Di questa Spagna e di questa Barcellona lontane dagli stereotipi, che ama e
apprezza, Daniel Brühl cerca di dare un'immagine anche nel suo bar de tapas, a
Berlino, chiamato El Raval: "Era un sogno che avevo da molto tempo"
confessa ancora a elcultural.es "e l'ho aperto tre anni fa con un collega.
Per ora funziona molto bene e sono felice di poter offrire un po' di cultura
spagnola ai tedeschi, perché non ci sono solo le tapas, vediamo anche le
partite della Liga, facciamo alcune mostre. Sono contento che il libro, che ha
funzionato bene in Germania, abbia contribuito anche ad andare contro gli
stereotipi e a mostrare un altro volto
di Barcellona. E' bello quando i miei amici catalani mi mandano una foto di
qualcuno che è andato nel loro bar perché ha letto il mio libro e ha seguito i
miei suggerimenti in città".
Dopo Un dia en Barcellona ci sarà Un dia en Berlin? Brühl non lo esclude, tra
qualche anno, ma prima, tra un impegno cinematografico e un altro, ha in
mente un altro libro sulla Spagna, su cui non vuole anticipare niente. "La
Spagna è uno dei Paesi più diversi d'Europa, è questo che la rende
interessante. Barcellona non è solo una città di sole, ha anche molte ombre, e
questo mi piace".
Un dia en Barcelona è in vendita online su casadellibro.com
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