martedì 16 aprile 2013

La Chiesa spagnola esige le controriforme di aborto e matrimonio gay. L'imbarazzo di Mariano Rajoy

Per tutte le volte che diranno ancora che destra e sinistra sono la stessa cosa e che non c'è differenza tra José Luis Rodriguez Zapatero e Mariano Rajoy (sì, ho sentito dire pure questa).
Ieri Mariano Rajoy è stato il primo Presidente di Governo ricevuto da Papa Francesco dopo l'inaugurazione del suo pontificato: sono stati 24 minuti di udienza molto fotografati, in cui il premier spagnolo ha regalato al Papa argentino una maglietta della nazionale di calcio firmata da tutti i campeones del mundo y de Europa. Non si sa, però, di cosa abbiano parlato: Bergoglio avrà chiesto lumi circa la situazione della Principessa Letizia, che secondo quanto insinua il recente Adiós Princesa avrebbe sposato il Principe Felipe essendo scomunicata, per un precedente aborto? O gli avrà chiesto conto delle promesse della campagna elettorale finora non mantenute?
A ricordare a Rajoy che la Chiesa Cattolica sta aspettando le riforme delle Leggi sull'Aborto e sul Matrimonio Omosessuale, ci ha pensato, nelle stesse ore della visita in Vaticano, il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola Antonio María Rouco Varela, conservatorissimo cardinale di Madrid, secondo il quale l'aborto è comparabile agli eccidi nazisti.
"Non è facile capire perché non ci sia ancora neanche un progetto di Legge che permetta una protezione efficace del diritto alla vita di quegli esseri umani innocenti, che non per essere nei primi stadi della loro esistenza, non devono godere di questo essenziale diritto fondamentale" ha tuonato Rouco Varela "E' urgente la riforma in profondità della legislazione vigente. Bisogna mettere fine quanto prima a questo sanguinoso problema sociale di prim'ordine". Effettivamente, con 6 milioni di disoccupati, con 500 sfratti al giorno, con migliaia di persone che mangiano nelle mense sociali, perché non arrivano a fine mese, l'aborto è uno dei principali problemi che la Spagna deve affrontare.
Ma il cardinale ne ha anche per il matrimonio omosessuale, che il Tribunale Costituzionale ha recentemente riconosciutolegale e costituzionale, negando un ricorso del PP (e permettendo al partito al Governo di tirare un sospiro di sollievo per non dover cambiare una norma accettata e difesa dalla società spagnola). "Non si tratta di privare nessuno dei propri diritti, neanche di un'invasione legale nell'abito delle opzioni intime personali. Si tratta di restituire a tutti gli spagnoli il diritto di essere espressamente riconosciuti per legge come sposo e sposa" ha spiegato il cardinale, rovinando la festa romana di Mariano Rajoy.
Perché le richieste di Rouco Varela sono imbarazzanti per il Governo e lo costringono a fare i conti con le ennesime promesse non mantenute, stavolta in senso conservatore, della campagna elettorale.
La Legge approvata dal Governo socialista prevede la libertà di aborto nelle prime 12 settimane di gravidanza e sostituisce la precedente legge, approvata dal Governo socialista di Felipe Gonzalez, negli anni 80, e mai toccata da José Maria Aznar, che permetteva l'aborto solo in caso di malformazione del feto, violenza sessuale e pericolo per la madre (quest'ultima motivazione è stata un colabrodo in cui si sono infilate tutte le richieste d'aborto che non rientravano nelle altre due). Il Ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón ha ritardato la proposta di legge tre volte e tutte le volte che ha accennato al ritorno ad una legge che permetta l'aborto solo in casi determinati, ha causato polemiche: ha parlato dell'aborto come di una violenza esercitata sulle donne, costrette ad abortire dal loro intorno o dalle loro condizioni economiche, senza considerare la loro libera scelta, ha parlato del diritto dei feti malformati a nascere e dunque ha cercato di negare il diritto all'aborto in quel caso, limitando sempre la libertà di scelta della donna, tanto che non solo le femministe gli hanno ricordato in varie occasioni che le donne spagnole non sono cittadine minorenni, bisognose di tutela.
"Sembra chiaro che verrà eliminata la legge socialista che stabilisce i tempi massimi in cui è lecito abortire, simile a quella della maggior parte dei Paesi europei e accettata anche dalla destra di quei Paesi, per tornare a una legge che stabilisca i motivi per cui è lecito abortire. Ma dalla definizione di queste motivazioni, dipenderà che in Spagna l'aborto sia accessibile o un vero incubo legale" scrive oggi elpais.com, mentre il PSOE fa sapere che se verrà toccata la legge sull'aborto denuncerà il Concordato e, una volta al Governo, lo abolirà, mettendo così fine ai numerosi privilegi, anche fiscali, di cui gode la Chiesa Cattolica in Spagna.
eldiario.es si concentra invece sulla capacità di mobilitazione del Foro Español de la Familia, il 'braccio armato' della Chiesa spagnola in difesa della famiglia tradizionale. Con circa 20mila volontari in tutto il Paese è in grado di creare reti e raccogliere firme per una Legge di Iniziativa Popolare sulla famiglia e sul matrimonio. Al Foro non piacciono le leggi sul matrimonio gay e sul divorzio express, quest'ultima, poi, "va contro l'impegno di stabilità che crediamo di acquisire quando ci sposiamo" spiega il presidente del Foro Benigno Blanco (forse il divorzio express impedisce alle coppie che ci credono di mantenere una propria stabilità matrimoniale?).
Da questa insoddisfazione, la proposta di legge del Foro, che vuole "in parallelo un altro tipo di matrimonio, tra uomini e donne, con vocazione di stabilità e aperto alla vita". Praticamente, ci sarebbero due tipi di matrimonio, "affinché ognuno scelga liberamente". La prima opzione è quella che già sappiamo, in cui è permesso il divorzio, "ma con maggiori esigenze di quelle presentate il divorzio express", l'altra opzione è quella del "matrimonio totalmente indissolubile". Blanco ammette di non avere dati circa la reale richiesta, in Spagna, di un matrimonio totalmente indissolubile, però cita a eldiario.es uno studio sociologico statunitense, secondo il quale ci sono persone che "se fossero state obbligate a riflettere durante le loro crisi matrimoniali, avrebbero potuto aggiustare la loro situazione, senza ricorrere al divorzio". Ammette anche che l'opzione del matrimonio indissolubile non è prevista in altri Paesi europei, "in qualche Paese ispanoamericano", e ricorda, però, che "neanche il caso spagnolo esiste in altri Paesi", perché "la cosa più normale è che ci vogliano requisiti seri per divorziare".
Aborto e divorzio. Che si continui a dire che destra e sinistra sono la stessa cosa.