sabato 6 aprile 2013

Adiós Princesa, l'esplosivo libro in cui il cugino David Rocasolano racconta l'aborto di Letizia di Spagna

Non è che uno sia particolarmente appassionato alle vicende della Casa Reale spagnola. E' che la Casa Reale spagnola non dà tregua e ogni giorno ce n'è una, ogni giorno scoppia una bomba, che mina le fondamenta della Monarchia. Dopo le amanti e i conti svizzeri di Juan Carlos e dopo gli affari illeciti di Cristina, è la volta di Letizia Ortiz. Segnatevi questa data: l'8 aprile.
E' il giorno in cui uscirà nelle librerie (se la Zarzuela non lo impedirà) Adiós Princesa, il libro scritto da David Rocasolano, cugino della Principessa delle Asturie e a lei molto vicino fino a poco tempo fa, tanto da essere l'unico parente, a parte genitori e sorelle, presente nella foto ufficiale del suo fidanzamento con il Principe Felipe. I rapporti tra i due cugini sono rotti da qualche tempo e David non ne spiega le ragioni, anche se si intuisce che molto hanno potuto la pressione mediatica, l'ossessione di Letizia per la privacy e la diffidenza con cui controlla le famiglie paterna e materna, affinché non rivelino alcun dato su di lei.
Di Adiós Princesa si parla già da alcuni giorni nei forum specializzati nella Monarchia, soprattutto nel forum anti-Letizia per eccellenza, cotilleando.com,in cui c'è un thread apposito, che ha già raggiunto una quarantina di pagine di commenti e articoli (sembra che dietro il nick davroc si celi lo stesso David Rocasolano). La grande stampa, El Pais ed El Mundo in testa, non ne parla ancora, mentre le testate di provincia dedicano i primi articoli, ignorando però la vera bomba del libro: l'aborto volontario di Letizia Ortiz, il 27 ottobre 2002 nella clinica Dator di Madrid.
Che Letizia avesse abortito era voce che circolava da anni nei forum più beceri, che le attribuivano un'interruzione della gravidanza durante il soggiorno in Messico, ma il libro di Rocasolano pubblica i documenti dell'aborto di cui parla. C'è da chiarire che un aborto è un fatto talmente privato e personale, come per tutte le donne che lo hanno vissuto, che non c'è ragione per commentare le ragioni di Letizia. Perché abbia abortito sono affari suoi, così come è indiscutibile il suo diritto a ricorrere all'interruzione della gravidanza. Il punto che emerge dal libro è un altro.
Poco prima dell'annuncio del fidanzamento ufficiale, Felipe e Letizia chiesero a David di disfarsi di tutti i documenti che provavano l'aborto: se re Juan Carlos e la regina Sofia avessero saputo che Letizia aveva abortito, essendo a capo di una Monarchia cattolica e con profondi vincoli storici e culturali con il Vaticano, non avrebbero mai dato il loro consenso alle nozze. Il problema non è tanto l'aborto in sé, dunque, quanto il tentativo di nasconderlo messo in atto non tanto da Letizia quanto da Felipe, che è il futuro re, per paura della reazione dei genitori e di Juan Carlos in particolare. Ci si può fidare di un futuro monarca che nasconde il passato, per quanto imbarazzante, invece di affrontarlo? Una domanda la cui risposta rimane nell'aria, in attesa dell'8 aprile.
E non solo. In questi giorni in cotilleando.com notavano che una donna che abortisce viene scomunicata, non può dunque avvicinarsi ai Sacramenti, con la conseguenza più inaspettata e imprevedibile: il matrimonio di Felipe e Letizia è valido, visto che lei non può ricevere i Sacramenti? I Principi hanno rivelato alla Chiesa quello che hanno nascosto ai sovrani? Un'altra domanda che rimane nell'aria, che non sarà risolta dal libro e i cui effetti sono ovviamente molto più dirompenti.
Così come è dirompente un'altra questione: l'aborto è uno dei temi sensibili della Spagna, parte della società, quella più vicina alla Monarchia, lo condanna, dunque, può essere Regina di Spagna, rappresentare cioè il Paese, una donna che ha abortito? Questa domanda ha molteplici risposte e causa una delle domande che hanno bisogno di risposta urgente: perché Adiós Princesa esce nei giorni più difficili della Monarchia spagnola, in cui si parla dell'abdicazione di Juan Carlos in favore del Principe Felipe? Perché il tentativo di distruggere l'immagine della futura Regina a quasi nove anni dal matrimonio e a quasi undici dall'aborto? Per chi sostiene che il matrimonio dei Principi stia attraversando forti difficoltà, non è difficile immaginare per Adiós Princesa gli stessi effetti dirompenti che ebbe il libro di Andrew Morton, Diana, la sua vera storia, nelle vicende matrimoniali dei Principi di Galles. Chi lo sa.
Intervistato oggi da vanitatis.com, David Rocasolano sostiene di non aver tradito Felipe e Letizia e di aver distrutto i documenti, così come richiesto da loro, solo che il suo editore, Ramón Akal, ne era in possesso (così come possiede i documenti del divorzio di Letizia da Alonso Guerrero, che la leggenda vuole chiusi in una cassaforte con sette codici di sicurezza): "Mi ha proposto di scrivere il libro e lui si rendeva responsabile della divulgazione dei documenti, così risulta dal mio contratto. Dovevo solo scrivere le mie memorie, quello che ho vissuto".
Giura che il libro non è contro Letizia: "Non ho alcun rancore, semplicemente non la voglio vicino. E' un libro contro un'istituzione, magari, o forse contro le istituzioni di questo Paese". L'idea che lo ha guidato, come si legge anche nella sua controcopertina, è di raccontare il matrimonio di Felipe e Letizia come se fosse stato lo scontro tra un treno intercity, i Borbone, e una modesta carovana di gitani, gli Ortiz-Rocasolano, che alla fine sono stati travolti e danneggiati (nelle parole di David Rocasolano lette in questi giorni riemerge spesso il dolore per il suicidio di Erika, la sorella di Letizia, incapace di sopportare le pressioni non solo mediatiche della sua nuova condizione sociale e affetta da depressione). "Finora la storia è stata raccontata dall'alto al basso, con tutto il suo glamour e le sue bugie. Adesso io la racconto dal basso verso l'alto" scrive David.
I media e gli stessi forum tendono a parlare di un tradimento dell'ex cugino prediletto con cui Letizia ha passato buona parte dell'adolescenza, fidandosi tanto di lui da fargli leggere gli accordi pre-matrimoniali prima di firmarli e da chiedergli consiglio. Ma in realtà l'effetto potenzialmente dirompente di Adiós Princesa è dovuto alle bugie con cui la Casa Reale ha accolto l'ingresso in famiglia di una giornalista plebea e divorziata, venduta come la "miglior giornalista degli ultimi 15 anni" (lo disse il suo direttore di TVE Alfredo Urdaci, con cui Letizia presentava il telegiornale della sera, in uno speciale a lei dedicato subito dopo l'annuncio del fidanzamento).
A spiegare bene come il problema non sia il libro di Rocasolano, c'è un bel post di cotilleando.com: "Non è solo l'aborto. E' la bugia, l'occultamento, la mancanza di scrupoli, il qualunque cosa per arrivare dove voglio. Se Letizia in questo momento fosse una giornalista di TVE, non mi importerebbe affatto se ha abortito 30 volte o fa la comunione tutti i giorni, se ha posato nuda per 40 pittori, se è repubblicana o monarchica, atea, buddista, evangelista o dell'Opus Dei. Come cittadina anonima può fare quello che le pare. Di più: se con Letizia si fosse fatto come con Mette-Marit, cioè, non si fosse nascosto il passato, si fosse accettato, avesse chiesto scusa, e da lì in poi si fosse comportata in modo impeccabile, per me e per molte persone il tema sarebbe chiuso e non ci sarebbe niente da temere: non importerebbero libri, foto o quello che vogliono, dato che si saprebbe già tutto e sarebbe già accettato. Ma non è stato fatto: si è nascosto il passato, si è abbellita la biografia, e tutto è stato "molto bello". E per di più, una volta che arriva dove vuole, non ha l'umiltà per imparare, non sa adattarsi ed è chiarissimo che non è all'altezza del posto".
E' un post che indica lo stato d'animo di buona parte di una società che si sente ingannata, delusa e tradita dalla sua istituzione più importante e che non trova in Letizia quella Kate Middleton che possa appassionare di nuovo alla causa monarchica, almeno mediaticamente. Anzi.