E' appena uscito in Spagna Mi querida Inès, ultimo libro di
Margarida Rebelo Pinto, una delle autrici più lette del Portogallo, con 1,5
milioni di copie vendute. Il libro racconta gli ultimi giorni della spagnola Inés de
Castro, una delle figure femminili più tristi della lunga e intensa storia di
rapporti tra i due Paesi della Penisola iberica.
Siamo nel XIV secolo. L'infante Pedro del Portogallo sposa Costanza di Castiglia
e poco dopo si innamora di una delle dame di compagnia del seguito da lei
portato dal suo Regno, la bellissima Inés de Castro, nata dagli amori del
nobile galiziano Pedro de Castro con l'altrettanto nobile (ma non sua sposa)
Aldonza Valdarez. La relazione tra Pedro e Inés si fa sempre più profonda ed è
conosciuta anche da Costanza, che si rassegna, come tutte le buone mogli del
tempo. Nel 1345, cinque anni dopo le nozze, Costanza muore al dare alla luce il
figlio Fernando, che sarà poi re.
Per Pedro e Inés sembrano aprirsi le porte per un amore riconosciuto e per dare
legittimità ai loro tre figli. Ma le cose non sono così semplici: le origini
'bastarde' di lei non aiutano e l'invadenza di due dei suoi fratelli, che
hanno sempre maggiore influenza sull'infante, non piacciono alla Corte
portoghese. Alcune fonti sostengono che i due si siano sposati segretamente,
altre parlano di una convivenza more uxorio. Fatto sta che l'irruente Pedro non
si separa dalla sua bella innamorata spagnola. Tanto che a Corte iniziano le
pressioni su re Alfonso IV affinché si liberi dell'amante del figlio. Tre sono
i consiglieri che insistono: Alvaro Consalves, Diogo Lopez Pacheco e Pedro
Coelho.
Il 7 gennaio 1355, approfittando dell'assenza di Pedro, Alfonso raggiunge Inés
a Coimbra, dove la coppia vive, per eliminarla. Ma lei, che probabilmente era
informata, gli si getta ai piedi, circondata dai tre figli, chiedendogli pietà.
Il re non ha cuore di ucciderla e se ne va. La uccidono per lui, probabilmente
dopo aver ottenuto il suo permesso, i suoi nobili.
L'assassinio di Inés getta nella disperazione Pedro, ma nessuno si sarebbe
potuto immaginare, allora, la sua terribile vendetta. Salito al trono, nel
1360, rivelò il matrimonio segreto con Inés, legittimando quindi i loro figli,
e fece perseguitare i tre consiglieri e assassini della moglie, fino a
ucciderli (alcune fonti raccontano che il re abbia fatto loro strappare il cuore, facendo in modo che i condannati assistessero alle esecuzioni di chi li precedeva nel supplizio). Ma la cosa più singolare fu la sua incoronazione, accompagnata da
quella di Inés, che fu rivestita dei gioielli regali e quindi sepolta in una
magnifica tomba, da lui fatta costruire, nell'abbazia di Alcobaça; davanti al
sepolcro della moglie ne fece costruire uno per sé, in modo che il giorno del
Giudizio Finale, all'alzarsi, potessero nuovamente guardarsi negli occhi.
La storia di Pedro e Inés ha ispirato molte opere della letteratura ispanica ed
europea, soprattutto durante il romanticismo (su editorialeagora.it, in pdf, una sintesi, in italiano, del tragico amore e della letteratura che ha ispirato), e torna d'attualità grazie a
questo libro di Margarida Rebelo Pinto, che, come scrive l'ABC, ha venduto
60mila copie nel Portogallo, "nonostante la crisi".
La scrittrice scrive il suo libro in prima persona e immagina gli ultimi sette
giorni di Inés, in cui racconta il suo amore per Pedro e i suoi timori,
all'intuire le minacce che la mettono in pericolo. "Come storica ero
obbligata a rispettare quello che dicono le fonti, a come romanziera posso
immaginare quello che voglio, a partire dalle fonti. E questa è una delle più belle
storie d'amore del modo" dice la scrittrice all'ABC.
Per lei è stata la prima incursione nel romanzo storico:
"E' stato difficile perché sono dovuta entrare nel medioevo, ho dovuto
studiare come vivevano le persone e come pensavano. Era un'epoca in cui dominava
la paura. E' scritto in prima persona perché mi piace mettermi nella pelle di
altre persone. Giorno dopo giorno Inés capisce che si avvicina l'ora della sua
morte e non può fare niente. Ho deciso di dividere il libro in sette parti,
ognuna di essere corrisponde a un giorno della sua vita a questo cammino che la
porta inevitabilmente alla morte".
Inés è una di quelle figure che testimoniano i legami tra Spagna e
Portogallo, le diffidenze e attrazioni mutue: lei stessa è stata interpretata
come vittima delle macchinazioni della gelosa Corte portoghese o come 'strega' e
strumento del Regno di Castiglia per impadronirsi del trono del Portogallo. Per
il Portogallo, assicura Margarida Rebelo Pinto, "è la più grande eroina romantica,
il mito femminile più irresistibile". Per la Spagna, come spesso capita nelle vicende ispano-portoghesi, è una figura quasi dimenticata (su questi rapporti, non sempre facilissimi, tra i due grandi vicini della Peninsula, è uscito tempo fa un libro ironico e interessante, scritto dalla giornalista spagnola Virginia López, da una decina d'anni residente a Lisbona per matrimonio: De Espanha, nem bom vento nem bom casamento, Dalla Spagna né buon vento né buon matrimonio),