La primavera tarda ad arrivare
quest'anno, anche in Andalusia. La pioggia ha condizionato pesantemente
l'uscita delle processioni della Settimana Santa in tutta la regione e rischia
di condizionare anche la riuscita della Feria de Abril (il che sarebbe un
disastro per la stagione turistica sivigliana: il brutto tempo ha già causato
un significativo calo dell'occupazione alberghiera durante la Semana Santa).
Ma è tutta la conca del Guadalquivir a risentire della situazione
meteorologica. Da un paio di anni a questa parte a Écija, storica cittadina tra
Siviglia e Córdoba, si stanno abituando alle alluvioni del fiume Genil:
quest'anno è già esondato, portandosi con sé il solito carico di danni,
distruzioni e dolore. A Siviglia si è guardato con apprensione il livello del
Guadalquivir per buona parte di marzo. A oggi ci sono varie strade chiuse in
tutte le province attraversate dal fiume (che sono quasi tutte quelle andaluse,
Jaén, Córdoba, Siviglia, Cadice e Granada), a causa dei pericoli della pioggia.
Tutti i laghi artificiali della regione vantano livelli di riempimento insoliti
e impressionanti.
Insomma, la primavera 2013 non è una primavera come le altre, anche se è
pericolosamente simile alle ultime precedenti, quanto a pioggia e temperature
più basse del solito.
La sua assenza ci regala anche immagini tempestose come questa, pubblicata da elpais.com e
scattata a Córdoba, dalla Torre della Calahorra, sull'altro lato del Ponte
Romano, sul quale si affaccia la Moschea-Cattedrale. Il cielo minaccioso, così
in contrasto con i colori andalusi, la Mezquita-Catedral, così imponente e, allo
stesso tempo, fragile davanti alle minacce della natura, il Guadalquivir impetuoso
ed enorme, come non è quasi mai in città, e il millenario Ponte Romano, che chissà
quante ne ha viste, continuando a collegare la Calahorra, l'antica porta d'ingresso
dal fiume, alla città. Una foto bella e simbolica, che parla di questa primavera
che non ne vuole sapere, ma non solo, capace com'è di mettere subito nostalgia di Córdoba.