martedì 28 maggio 2013

Censurato Adiós Princesa, i Principi delle Asturie inaugurano una mostra su censura e satira nella Transición

Tradizionalmente, di questi tempi, i Principi delle Asturie inaugurano a Madrid la Feria del Libro, nel Parque del Retiro. Ma, siccome David Rocasolano ha annunciato che sarà alla Feria a firmare le copie di Adiós Princesail libro che ha scritto sulle conseguenze dell'incontro-scontro tra la Famiglia Reale e la famiglia di Letizia, la Feria sarà inaugurata dalla regina Sofia. Gli spagnoli dovrebbero riflettere severamente sulla loro effettiva libertà, al vedere le vicende di Adiós Princesa  il libro ha la 'colpa' di rendere pubblico un aborto di Ortiz e i conseguenti maneggi suoi e del Principe per far sparire tutti i documenti e ottenere così il consenso alle loro nozze, altrimenti rifiutato, da parte di Juan Carlos e Sofia. Di Adiós Princesa si parla nelle reti sociali e nel web, ne hanno parlato i media stranieri, ma in Spagna nessun quotidiano e nessuna tv ha scritto una parola né ha chiesto spiegazioni. Per esempio, se Letizia ha abortito è stata scomunicata: il suo matrimonio religioso con il principe Felipe è valido? Pur di avere il consenso al matrimonio con la donna che voleva, il Principe ha nascosto informazione ai suoi genitori: è accettabile un Capo dello Stato che per obiettivi personali nasconde informazioni alla cittadinanza? Non sarebbe costretto alle dimissioni, in qualunque Repubblica?
I media spagnoli non si fanno domande, pare per pressioni della Casa Reale: quanto sono liberi allora? Quanto è ancora potente la censura, 35 anni dopo l'instaurazione della democrazia? Quanto è effettiva la libertà di stampa nella democrazia spagnola? Sono tutte domande che rimangono nell'aria, due mesi dopo la pubblicazione di Adiós Princesa e a cui i media spagnoli non danno risposta, pur indignandosi perché David Rocasolano ha violato l'intimità della Principessa (ma esiste una violazione dell'intimità, quando si parla dei gesti della futura regina, capace di far spartire i documenti del proprio passato, pur di arrivare al trono?). E c'è un evidente cortocircuito al dedicare parole indignate contro il traditore Rocasolano, senza pubblicare, però, una riga, sui contenuti del libro e senza farsi domande sulle capacità e sull'adeguatezza di Felipe come futuro Capo dello Stato.
Curiosamente, Felipe e Letizia sono stati allontanati dalla Feria del Libro, per evitare incontri imbarazzanti, e sono stati dirottati all'inaugurazione della mostra La Transición en tinta china, ieri pomeriggio alla Biblioteca Nacional de España, a Madrid. E' una mostra davvero interessante per chi segue le vicende della Spagna contemporanea, perché racconta come la satira, le riviste e i vignettisti abbiano cercato di ovviare, con ironia e irriverenza, all'ultima censura del franchismo e come si siano appropriati della libertà nella prima Transición. Una mostra che, curiosamente, parla della censura di 35 anni fa ai protagonisti della censura odierna. Avranno avvertito l'ironia, Felipe e Letizia? Avranno avvertito come, grazie a loro, in fondo, niente è davvero cambiato e come la Casa Reale continui a essere oggetto di censure, che non fanno bene alla democrazia spagnola? Possiamo essere sicuri di no. Ed è un peccato, viste le speranze che erano risposte in Felipe, prima della pubblicazione di Adiós Princesa (i quotidiani non parlano del libro, ma dalla sua uscita le voci in favore dell'abdicazione del Re si sono fatalmente,e giustamente, spente: come mettere un Paese, in gravissime difficoltà economiche-politico-sociali-etiche come la Spagna, in mano di un uomo capace di nascondere informazioni e di maneggiare pur di raggiungere i propri obiettivi personali, a discapito degli interessi pubblici, su cui dovrebbe vegliare?).
La Transición en tinta china mostra opere originali cedute da numerosi artisti, apprezzatissimi, i Forattini, gli Altan o ellekappa di Spagna, in un certo senso: Mingote, Ferge, Chumy Chumez, tra i tanti; ci sono anche caricature di re Juan Carlos, cedute dalla stessa Casa Reale. Curiosamente alcuni di questi vignettisti lavorano oggi per El Jueves, settimanale satirico che qualche anno fa è stato sequestrato, per aver pubblicato in copertina una vignetta di Felipe e Letizia impegnati in un atto sessuale.
Quell'epoca in cui si confusero l'agonia della dittatura e i primi segnali di libertà e speranza, e in cui la Spagna fu un'esplosione di passioni, ottimismo e prudenza, fu molto fortunata, artisticamente parlando, perché, come ha detto Peridis, uno degli artisti in mostra, "ci furono eccellenti persone di grande talento. La maggior parte degli artisti erano polivalenti, sapevano disegnare, ma si dedicavano anche ad altre attività professionali. Credo non ci sia stata una generazione di disegnatori così eccezionale come quella della Transición. Oltre a essere umoristi erano splendidi colleghi". Forges avverte che alcune vignette in mostra non sono comprensibili senza l'immesione in quell'epoca, in cui "c'era molta attenzione all'eufemismo. Un metalinguaggio parallelo che univa i lettori e i vignettisti, per eludere la censura esistente. Senza questa chiave, alcune vignette non possono essere comprese".
E, l'ultima segnalazione sulla mostra, una delle più interessanti, arriva dagli organizzatori, che ricordano come l'umorismo sia un atto di ribellione. Al pensarci è vero a tutte le latitudini e in tutti i tempi e bisognerebbe approfondire questo legame che scatta sempre tra l'umorismo ed elusione della censura.
La mostra sarà aperta alla Biblioteca Nacional de España, nel Paseo de Recoletos 20-22, fino al 25 agosto. Su elconfidencial.com e su elpais.com, due belle gallerie di vignette in esposizione; qui le foto dell'inaugurazione, con i Principi delle Asturie.