Fu amore tra Salvador Dalì e Federico Garcia Lorca? Secondo il pittore, che
scrisse una lettera a El Pais nel 1986, fu "un amore erotico e
tragico, per il fatto di non poterlo condividere" e per questo accusò Ian
Gibson, il massimo esperto di Federico Garcia Lorca, di sottovalutare il loro
rapporto, "come se si fosse trattato di uno zuccheroso romanzo rosa".
A raccontare l'amicizia, comunque intensa, tra i due geni spagnoli, c'è adesso
Querido Salvador, Querido Lorquito, un libro che raccoglie le lettere
appassionate che si sono scambiati dal 1923 al 1936 e che è stato curato dal
giornalista Victor Fernández. Ai nostri giorni sono arrivate una cinquantina di
lettere, una quarantina scritte da Dalì a Lorca e solo sette scritte dal poeta
andaluso al pittore catalano. Secondo Fernández la differenza è dovuta a due
donne: "Una è Ana Maria Dalì, che ha venduto molto materiale d'archivio
del fratello dopo la Guerra Civile e l'altra è Gala, la moglie di Dalì, che ha
distrutto molte altre lettere per gelosia" spiega a
El Pais "Tra le carte di Garcia Lorca è stata trovata
un'annotazione che dice "Gala non mi piace"; poi si sa che Lorca era
uno dei temi non graditi in casa Dalì quando c'era Gala. Tra le carte di Dalì
ci sono lettere di Lorca tagliate con le forbici; a questi documenti avevano
accesso poche persone, tra cui la moglie Gala". In parte la sparizione
delle lettere si può spiegare, secondo Fernandez, con le pulsioni omosessuali
che pervadono la corrispondenza, "un gioco di seduzione: Lorca da il
meglio d sé, cercando di incendiare con le sue parole un Dalì che vuole essere
all'altezza intellettuale del poeta. Uno cerca di intrappolare l'artista nella
propria ragnatela, l'altro lascia fare fino a un certo punto" spiega
Fernández. Sebbene il gioco sia spesso erotico e ci siano riferimenti al sesso,
soprattutto nei commenti di Dalì alle opere di Lorca, nelle lettere non c'è
niente di esplicito sul loro rapporto. Dalì sa di essere attraente per Lorca e
ci gioca, con vari riferimenti sessuali. Secondo alcuni studiosi, il rapporto
si raffreddò nel 1928, dopo una lettera in cui il pittore fece una dura critica
letteraria al Romancero Gitano dell'amico. La relazione epistolare
proseguì fino al 1936, quando Federico Garcia Lorca fu assassinato dai
franchisti. Il raffreddamento del rapporto, commenta El Pais, diede
occasione a Luis Buñuel, geloso dell'amicizia tra il poeta e il pittore, di
inserirsi nella relazione; con Dalì scrisse la sceneggiatura di Un perro
andaluz (Un cane andaluso), "titolo che Lorca sempre sentì fosse
un'allusione a lui".
Nelle lettere tra Federico e Salvador, soprattutto raccomandazioni letterarie
di ogni genere, commenti ai film di Buster Keaton, commenti sulle proprie opere
e aggiornamenti circa il loro sviluppo. Ci sono anche alcuni inediti: un
disegno che Dalì volle fosse chiamato Lorca Dalì, un foglio di carta della
tenuta di Coco Chanel, in cui Dalì disegnò il volto di Federico, già
assassinato.
Furono parte del loro rapporto anche L'ode a Salvador Dalì, scritta da
Federico Garcia Lorca e pubblicata su Revista de Occidente ("Lorca
non fece niente del genere per nessun altro" commenta Fernandez) e i vari
disegni che Dalì fece dell'amico, tra cui La miel es más dulce que la sangre,
un quadro oggi perduto, ma di cui c'è una bozza nel libro. Insieme i due
lavorarono a Mariana Pineda, l'opera teatrale di Federico, per la quale
Dalì lavorò alla scenografia.
Alla morte di Federico, Dalì rimase con la sensazione che avrebbe potuto
evitarla e, negli ultimi anni della sua vita, già vedovo, ritornava spesso con
il ricordo agli anni '20, nella Residenza degli Studenti, in cui conobbe
Federico e Luis Buñuel.
Nel libro di Fernández, oltre alle lettere tra i due artisti, anche la
corrispondenza tra Federico e il padre e la sorella di Dalì.