giovedì 20 giugno 2013

Querido Salvador, Querido Lorquito: un libro raccoglie le lettere di Dalì e Garcia Lorca

Fu amore tra Salvador Dalì e Federico Garcia Lorca? Secondo il pittore, che scrisse una lettera a El Pais nel 1986, fu "un amore erotico e tragico, per il fatto di non poterlo condividere" e per questo accusò Ian Gibson, il massimo esperto di Federico Garcia Lorca, di sottovalutare il loro rapporto, "come se si fosse trattato di uno zuccheroso romanzo rosa".
A raccontare l'amicizia, comunque intensa, tra i due geni spagnoli, c'è adesso Querido Salvador, Querido Lorquito, un libro che raccoglie le lettere appassionate che si sono scambiati dal 1923 al 1936 e che è stato curato dal giornalista Victor Fernández. Ai nostri giorni sono arrivate una cinquantina di lettere, una quarantina scritte da Dalì a Lorca e solo sette scritte dal poeta andaluso al pittore catalano. Secondo Fernández la differenza è dovuta a due donne: "Una è Ana Maria Dalì, che ha venduto molto materiale d'archivio del fratello dopo la Guerra Civile e l'altra è Gala, la moglie di Dalì, che ha distrutto molte altre lettere per gelosia" spiega a El Pais "Tra le carte di Garcia Lorca è stata trovata un'annotazione che dice "Gala non mi piace"; poi si sa che Lorca era uno dei temi non graditi in casa Dalì quando c'era Gala. Tra le carte di Dalì ci sono lettere di Lorca tagliate con le forbici; a questi documenti avevano accesso poche persone, tra cui la moglie Gala". In parte la sparizione delle lettere si può spiegare, secondo Fernandez, con le pulsioni omosessuali che pervadono la corrispondenza, "un gioco di seduzione: Lorca da il meglio d sé, cercando di incendiare con le sue parole un Dalì che vuole essere all'altezza intellettuale del poeta. Uno cerca di intrappolare l'artista nella propria ragnatela, l'altro lascia fare fino a un certo punto" spiega Fernández. Sebbene il gioco sia spesso erotico e ci siano riferimenti al sesso, soprattutto nei commenti di Dalì alle opere di Lorca, nelle lettere non c'è niente di esplicito sul loro rapporto. Dalì sa di essere attraente per Lorca e ci gioca, con vari riferimenti sessuali. Secondo alcuni studiosi, il rapporto si raffreddò nel 1928, dopo una lettera in cui il pittore fece una dura critica letteraria al Romancero Gitano dell'amico. La relazione epistolare proseguì fino al 1936, quando Federico Garcia Lorca fu assassinato dai franchisti. Il raffreddamento del rapporto, commenta El Pais, diede occasione a Luis Buñuel, geloso dell'amicizia tra il poeta e il pittore, di inserirsi nella relazione; con Dalì scrisse la sceneggiatura di Un perro andaluz (Un cane andaluso), "titolo che Lorca sempre sentì fosse un'allusione a lui".
Nelle lettere tra Federico e Salvador, soprattutto raccomandazioni letterarie di ogni genere, commenti ai film di Buster Keaton, commenti sulle proprie opere e aggiornamenti circa il loro sviluppo. Ci sono anche alcuni inediti: un disegno che Dalì volle fosse chiamato Lorca Dalì, un foglio di carta della tenuta di Coco Chanel, in cui Dalì disegnò il volto di Federico, già assassinato.
Furono parte del loro rapporto anche L'ode a Salvador Dalì, scritta da Federico Garcia Lorca e pubblicata su Revista de Occidente ("Lorca non fece niente del genere per nessun altro" commenta Fernandez) e i vari disegni che Dalì fece dell'amico, tra cui La miel es más dulce que la sangre, un quadro oggi perduto, ma di cui c'è una bozza nel libro. Insieme i due lavorarono a Mariana Pineda, l'opera teatrale di Federico, per la quale Dalì lavorò alla scenografia.
Alla morte di Federico, Dalì rimase con la sensazione che avrebbe potuto evitarla e, negli ultimi anni della sua vita, già vedovo, ritornava spesso con il ricordo agli anni '20, nella Residenza degli Studenti, in cui conobbe Federico e Luis Buñuel.
Nel libro di Fernández, oltre alle lettere tra i due artisti, anche la corrispondenza tra Federico e il padre e la sorella di Dalì.