sabato 8 giugno 2013

Vandali in azione nella plaza de España di Siviglia: i danni, a due anni dai restauri

La foto è stata pubblicata su Twitter da un utente a cui chiedo scusa, perché non ho conservato il suo nome, ma so che ha dato il permesso ad altre persone di 'rubarla', affinché si venga a sapere del vandalismo di cui è vittima la Plaza de España di Siviglia, uno dei monumenti più importanti della città.
Ammetto che la Plaza de España no es santa de mi devoción, non mi fa impazzire, non la vado a trovare spesso e non la includo nei miei giri di saluto ogni volta che torno in Italia. Ma non è ovviamente una scusa per assistere indifferenti al vandalismo. Soprattutto ricordando i mesi in cui il monumento è stato chiuso, e la piazza centrale irraggiungibile per i turisti, a causa dei lavori di restauri. A me non fa impazzire, ma la plaza de España è uno dei più importanti richiami turistici di Siviglia e visitare al città senza poterla vedere è un po' scocciante.
E' stata riaperta al pubblico non più di un paio di anni fa, bella, pulita e con tutti gli azulejos e le ceramiche di nuovo ai loro posti. Era un piacere vedere le balaustre di ceramica di nuovo complete (su alcuni ponti i vandali le avevano distrutte, lasciando visibili solo le strutture metalliche che le reggevano). 
Oggi il Diario de Sevilla denuncia almeno una ventina di punti della Plaza danneggiati dai vandali: la balaustra esterna, le panchine di azulejos delle province spagnole, i pennacchi, i piedistalli dei lampioni. Tutte strutture in ceramica, fragili e facile preda dei vandali, denuncia il quotidiano sivigliano. Che sottolinea anche come sia difficile proteggere il monumento, dato che cade addirittura sotto due amministrazioni diverse. Poteri della burocrazia: la parte esterna, la piazza, è competenza del Comune, l'edificio vero e proprio, con le sue gallerie e le panchine delle province, appartiene allo Stato. Difficile, in queste condizioni, immaginarsi una tutela efficace del monumento. I lavori di restauro sono costati 6 milioni di euro.
La prova? A meno di due anni dai restauri, c'è questa foto…