martedì 30 luglio 2013

Dopo l'incidente ferroviario di Santiago: l'errore umano sono i treni ad alta velocità

Il giorno dopo l'emotivo funerale delle 79 vittime del deragliamento ferroviario di Santiago de Compostela, celebrato nella Cattedrale compostelana, Isaac Rosa propone un'interessante riflessione su eldiario.es. Io sono una fan dell'AVE, ne apprezzo la velocità, la puntualità, la possibilità di arrivare nel centro delle città senza dover volare. Ma.
I gusti personali non devono però essere condizionanti né si può, in nome di questi, manipolare la realtà. In Spagna, da quando è scoppiata la crisi, è in corso un ripensamento sulle infrastrutture, sulle strategie adottate, sull'uso dei finanziamenti europei. L'AVE è uno dei principali oggetti di ripensamento e di critica. E adesso, dopo l'incidente ferroviario di Santiago de Compostela, di cui il macchinista Francisco José Garzón Amo si è assunto la responsabilità ("Non avevo capito dove eravamo, mi sono distratto, sono umano. E quando ho frenato era troppo tardi" avrebbe detto al magistrato che lo interrogava), le riflessioni si arricchiscono di nuovi elementi.
Isaac Rosa  si chiede cosa sia davvero da considerare errore umano:
"Errore umano è disegnare un treno a velocità che diminuiscono la capacità di reazione umana, per poi lasciare una manovra pericolosa (la riduzione da 200 a 80 km/h in pochi chilometri e con una curva pericolosa) alla mercé dell'attenzione o della distrazione di una sola persona
Errore umano è mettere in funzione treni di queste caratteristiche in un tracciato di binari e in un sistema di sicurezza pensati per treni più lenti, forse per inaugurare prima o per risparmiare denaro nell'espropriazione di terreni e costruzione di nuovi binari.
(…)
Errore umano è voler portare l'AVE in tutti gli angoli, a un costo che oggi non possiamo assumere e che vedremo se non finirà con il deteriorare il mantenimento e la sicurezza delle linee già esistenti. L'AVE in sé, con o senza incidente, è un enorme errore umano, che prima della crisi ci sembrava fantastico e il cui vero prezzo conosciamo adesso." Quest'ultimo concetto lo metterei in grassetto e caratteri giganteschi: non è solo l'AVE, sono molte le cose che negli anni del boom sono state vendute come fantastiche e il cui prezzo si conosce solo adesso. Di qui molto del desencanto spagnolo, che traspare non solo negli editoriali dei giornali, ma anche nei discorsi di chi ha visto ridursi drasticamente risorse e stile di vita. Solo nos queda el fútbol (Ci rimane solo il calcio) diceva qualche tempo fa, con un sorriso amaro, uno spagnolo che conosco, al vedere il panorama di Siviglia, in questi anni di crisi, e della Spagna in picchiata. Una magra consolazione, lo sapeva anche lui, che infatti lo diceva con ironia.
"Errore umano è lanciarsi immediatamente, governanti e media affini, a segnalare (e linciare) un colpevole urgente, che chiuda il caso quanto prima, senza dare spiegazioni sufficienti, senza aspettare le indagini, e troppo preoccupati delle ripercussioni sui contratti pendenti in altri Paesi.
In effetti ci sono molti errori umani dietro l'incidente. Anche alcuni di loro potrebbero essere considerati un'imprudenza, non solo la distrazione del macchinista. E anch'essi dovrebbero implicare responsabilità e conseguenze". Ma in un Paese in cui il Presidente del Governo, sospettato di aver preso per anni denaro in nero proveniente da finanziamenti illegali del suo partito, non si dimette, in cui i vertici istituzionali, politici ed imprenditoriali mancano di etica e di senso dello Stato, è un po' difficile che così sia.