Il giorno dopo l'emotivo funerale delle 79 vittime del
deragliamento ferroviario di Santiago de Compostela, celebrato nella Cattedrale
compostelana, Isaac Rosa propone un'interessante riflessione su eldiario.es. Io
sono una fan dell'AVE, ne apprezzo la velocità, la puntualità, la possibilità
di arrivare nel centro delle città senza dover volare. Ma.
I gusti personali non devono però essere condizionanti né si può, in nome di
questi, manipolare la realtà. In Spagna, da quando è scoppiata la crisi, è in
corso un ripensamento sulle infrastrutture, sulle strategie adottate, sull'uso
dei finanziamenti europei. L'AVE è uno dei principali oggetti di ripensamento e di
critica. E adesso, dopo l'incidente ferroviario di Santiago de Compostela, di
cui il macchinista Francisco José Garzón Amo si è assunto la responsabilità ("Non avevo capito dove
eravamo, mi sono distratto, sono umano. E quando ho frenato era troppo
tardi" avrebbe detto al magistrato che lo interrogava), le riflessioni si
arricchiscono di nuovi elementi.
Isaac Rosa si chiede cosa sia davvero
da considerare errore umano:
"Errore umano è disegnare un treno a velocità che diminuiscono la capacità
di reazione umana, per poi lasciare una manovra pericolosa (la riduzione da 200
a 80 km/h in pochi chilometri e con una curva pericolosa) alla mercé dell'attenzione o della distrazione di una sola persona
Errore umano è mettere in funzione treni di queste caratteristiche in un
tracciato di binari e in un sistema di sicurezza pensati per treni più lenti,
forse per inaugurare prima o per risparmiare denaro nell'espropriazione di
terreni e costruzione di nuovi binari.
(…)
Errore umano è voler portare l'AVE in tutti gli angoli, a un costo che
oggi non possiamo assumere e che vedremo se non finirà con il deteriorare il
mantenimento e la sicurezza delle linee già esistenti. L'AVE in sé, con o senza
incidente, è un enorme errore umano, che prima della crisi ci sembrava
fantastico e il cui vero prezzo conosciamo adesso." Quest'ultimo concetto
lo metterei in grassetto e caratteri giganteschi: non è solo l'AVE, sono molte
le cose che negli anni del boom sono state vendute come fantastiche e il cui
prezzo si conosce solo adesso. Di qui molto del desencanto spagnolo, che traspare
non solo negli editoriali dei giornali, ma anche nei discorsi di chi ha visto
ridursi drasticamente risorse e stile di vita. Solo nos queda el fútbol (Ci
rimane solo il calcio) diceva qualche tempo fa, con un sorriso amaro, uno spagnolo che conosco,
al vedere il panorama di Siviglia, in questi anni di crisi, e della
Spagna in picchiata. Una magra consolazione, lo sapeva anche lui, che infatti
lo diceva con ironia.
"Errore umano è lanciarsi immediatamente, governanti e media affini, a
segnalare (e linciare) un colpevole urgente, che chiuda il caso quanto prima,
senza dare spiegazioni sufficienti, senza aspettare le indagini, e troppo
preoccupati delle ripercussioni sui contratti pendenti in altri Paesi.
In effetti ci sono molti errori umani dietro l'incidente. Anche alcuni di loro potrebbero
essere considerati un'imprudenza, non solo la distrazione del macchinista. E
anch'essi dovrebbero implicare responsabilità e conseguenze". Ma in un Paese in cui il Presidente del Governo, sospettato di aver preso per anni denaro in nero proveniente da finanziamenti illegali del suo partito, non si dimette, in cui i vertici istituzionali, politici ed imprenditoriali mancano di etica e di senso dello Stato, è un po' difficile che così sia.