El Mundo è sceso in campo contro Mariano Rajoy con tutta la sua forza mediatica
e sta usando la stessa tecnica, già usata contro Felipe González, per finire il
Presidente del Governo: la rivelazione quotidiana di scandali e atteggiamenti
compromettenti. Intendiamoci, niente di male, i cittadini devono conoscere gli
errori e i comportamenti, corretti o scorretti, dei propri governanti;
semplicemente, la discesa in campo di El Mundo, in questi termini, contro
Mariano Rajoy, è il segno che la destra intende liberarsi sì o sì del leader
del PP e, probabilmente, dell'intera generazione che attualmente guida il
partito.
Stamattina il quotidiano diretto da Pedro J. Ramirez, apre con l'ennesima
rivelazione: Luis Bárcenas, l'ex tesoriere del PP in carcere per vari conti
segreti in Svizzera, per un totale di oltre 40 milioni di euro, ha ricevuto le
visite di due avvocati, emissari del PP, che gli hanno promesso aiuto in cambio
del suo silenzio. "Se parli, tua moglie andrà in carcere. Se taci Alberto
Ruiz-Gallardón (l'attuale Ministro della Giustizia) sarà destituito
nell'ultimo Consiglio dei Ministri prima delle vacanze e la tua causa sarà
archiviata a settembre come nulla" gli avrebbe detto Javier Iglesias
Redondo, l'avvocato che difende Álvaro Lapuerta, il precedente tesoriere del PP,
e che, assicura El Mundo è "persona della più assoluta confidenza
dell'apparato del PP"; a nome del partito, l'avvocato avrebbe presentato la
sua proposta a Bárcenas.
A nome di Mariano Rajoy, invece, si sarebbe presentato l'avvocato Miguel Durán,
che, spiega sempre El Mundo, è "avvocato di Pablo Crespo, ex Segretario
dell'Organizzazione del PP, galiziano e numero 2 di Francisco Correa,
l'imprenditore della cosiddetta rete Gürtel". Anche Durán avrebbe fatto
promesse a Bárcenas: "Un buon trattamento penale, la nullità della causa,
la sostituzione di Gallardón alla Giustizia per poter controllare la Procura
(in Spagna la Procura dipende dal Ministero della Giustizia ed è, dunque,
controllata dal Governo), l'esonero della moglie Rosario Iglesias dalle
accuse". Durán avrebbe proposto a Bárcenas di chiedere un rinvio della sua
comparizione davanti al giudice Pablo Ruz, che conduce le indagini, prevista per
oggi, in modo da guadagnare tempo e poter poi smentire tutto quanto affermato fino a oggi.
Ma l'incontro non deve aver convinto l'ex tesoriere del PP. Non solo non ha
chiesto un rinvio del suo interrogatorio, ma, assicura ancora El Mundo,
"questo lunedì consegnerà al giudice dell'Audiencia Nacional, centinaia
di documenti originali e una pen-drive contenente tutta la contabilidad B, la
contabilità in nero, del partito, dal 1990 al 2008. Bárcenas ha autorizzato il
suo avvocato Javier Gómez de Liaño a portare tutti gli originali accumulati
negli anni in cui è stato gestore e quindi tesoriere del PP".
Lo scandalo che si prepara per il PP è di dimensioni enormi e coinvolge anche
gli anni in cui il Partito era guidato da José Maria Aznar: sarà ancora
possibile, per l'ex premier, dire che non ne sapeva niente? E saranno coinvolti,
evidentemente, anche i banchieri e gli imprenditori che hanno versato al PP
enormi somme di denaro, nascoste al fisco, per avere in cambio commesse, favori
e assegnazioni di incarichi. La Spagna corrotta e sporca degli anni 90, gli anni
del boom economico e dell'ammirazione dell'Europa, la spiegazione del perché il
miracolo economico sia stato così fragile e abbia portato così pochi benefici
reali al Paese.
Stamattina Pedro J. Ramirez ha scritto su Twitter: "Se Bárcenas racconta oggi a Ruz quello
che ha raccontato a me e gli consegna i documenti corrispettivi, la
rigenerazione del PP sarà ineludibile". E' quello che lui e il suo
quotidiano stanno disperatamente cercando di ottenere. E' quello che dovrebbe
succedere anche nel PSOE, per consentire, finalmente, la rigenerazione della classe politica
spagnola. E se poi anche re Juan Carlos decidesse di farsi da parte e permettere
al figlio Felipe di ripulire anche la Zarzuela, per la Spagna sarebbe la gloria.
Ma non bisogna sperare tanto.
Per ora è sufficiente chiedersi se Luis Bárcenas riuscirà a resistere alle
promesse del suo partito e andrà avanti con la sua vendetta di moglie
indispettita, come la chiamano in Spagna. Vistosi abbandonato dai dirigenti del
PP, l'ex tesoriere ha deciso di non essere il malo de la pelicula, il cattivo della storia, e di dimostrare che il
finanziamento illegale del PP non è stata una sua invenzione, era un modus
vivendi, a cui si è adeguato una volta arrivato all'incarico.
Gli SMS che ha scambiato con Mariano Rajoy e rivelati ieri da El Mundo, intanto,
potrebbero creare anche qualche grattacapo penale al premier. Secondo eldiario.es, infatti, la loro esistenza e pubblicazione, non è solo "un
incubo politico", ma anche possibile prova dei reati di copertura e
ostruzione alla giustizia, che sono puniti, rispettivamente, fino a 3 e a 4 anni
di carcere. Le fonti consultate dal quotidiano digitale sostengono che al
momento una possibile imputazione di Rajoy è improbabile, a meno che l'ex
tesoriere utilizzi il "materiale sufficiente perché questa imputazione si
sostenga in futuro". Secondo il Codice Penale spagnolo si copre un reato
quando, "senza essere intervenuti nella sua esecuzione come autori o
complici, si interviene posteriormente, aiutando i presunti responsabili a
eludere le indagini dell'autorità o dei suoi agenti". Gli SMS pubblicati
da El Mundo potrebbero essere un elemento sufficientemente probatorio della
copertura di un reato da parte del Presidente del Governo, ma perché il reato
si concretizzi, dovrebbe essere provato che Rajoy ha chiesto a Bárcenas di
negare di essere l'autore degli elenchi che provano l'esistenza della
contabilità segreta del PP. Insomma, Rajoy è nelle mani di Bárcenas. E, al
momento, vista l'ostinazione del Presidente del Governo a non dimettersi, lo è anche
la Spagna.