giovedì 8 agosto 2013

A Buenos Aires una grande mostra per Gino Bogani, l'italiano che ha fondato l'alta moda in Argentina

Ai Martin Fierro ha vestito due delle donne più ammirate, la modella e presentatrice Carolina Ardohain e l'attrice Julieta Ortega, nel cast di Graduados, la serie vincitrice della notte. Entrambe sono entrate in tutte le classifiche delle più eleganti al Teatro Colón, Carolina con un vestito che richiamava gli anni 50 e il glamour delle stelle hollywoodiane, Julieta con un vestito morbido, dalle linee pulite e impreziosito dal tessuto. Ma è da 50 anni che Gino Bogani seduce l'Argentina, vestendo le dame dell'alta società e le celebrities. Nel suo sito ufficiale, ginobogani.com, c'è anche l'elenco impressionante delle sue collaborazioni con cinema, teatro e tv, con gli allestimenti e i film più famosi del Paese; è lui che ha vestito e veste nelle grandi occasioni Mirtha Legrand e Susana Giménez, le due grandi dive della televisione argentina.
70enne, italiano nato a Tripoli, in Libia, e cresciuto a Firenze, prima del trasferimento della sua famiglia in Argentina, Gino Bogani è considerato il fondatore dell'alta moda argentina, il suo massimo rappresentante nel Paese sudamericano.
De Bogani al diseño de autor (Da Bogani al disegno d'autore) è il titolo di una mostra che gli ha dedicato il Centro Cultural Recoleta, aperta fino al 18 agosto a Buenos Aires, un vero e proprio evento dell'inverno australe, con oltre 50mila visitatori nei primi dieci giorni. Ed è un titolo che sintetizza la sua importanza nella moda argentina: lui è stato il principio della moda, gli altri nomi sono arrivati dopo. Nel percorso espositivo ci sono una cinquantina di vestiti, i più rappresentativi della carriera di Bogani, quelli che hanno lasciato un segno nella storia della moda locale. Ha collaborato alla loro ricerca lo stesso Bogani, che ha portato i modelli disegnati per e indossati da Cecilia Roth, Mirtha Legrand, Susana Giménez fino alle più giovani Leticia Brédice e Carla Peterson, che hanno assistito ai Martin Fierro del recente passato vestite da lui. Alcuni vestiti che voleva non li ha ritrovati, per aver perso di vista le clienti per cui li aveva confezionati, altri li ha trovati perfettamente catalogati e numerati dalle loro proprietarie. "Vedere questi vestiti che attraversano i decenni, tutti supermoderni, mi fa sentire molto orgoglioso del mio lavoro" ha detto Bogani al presentare la sua mostra.
Una mostra che l'Argentina sentiva di dovergli da tanto. Il Museo Nazionale di Arte Decorativa gliel'aveva proposta già l'anno scorso, ma lui, immerso nei preparativi dei costumi de La Cenicienta, nel Teatro Colón, ha detto di no. Non ha invece declinato l'offerta del Centro Culturale Recoleta ed è diventato il primo disegnatore argentino protagonista di una retrospettiva, essendo ancora in vita e in piena attività. Ed è una mostra che lo rende molto orgoglioso per il prestigio che il suo mestiere ha ottenuto in questi cinquant'anni di attività: "Sento di aver dato dignità alla professione di sarto. Quando io ho iniziato, alla fine degli anni 50, nessuno voleva essere sarto e ho lavorato perché questo lavoro fosse rispettato e apprezzato. Adesso essere sarto è muy fashion, prima non tanto. Sento che la cosa più importante che ho fatto è stata aprire il cammino a questi giovani disegnatori, perché, oltre a fare il mio lavoro in sé, ho dato dignità a questo mestiere. E' stata dura perché negli anni 60, per essere all'avanguardia, ho dovuto lottare e guadagnarmi un posto. Adesso è più facile, l'unica cosa che non so fare è il tricot; l'uncinetto sono capace e tutto il resto: posso fare un vestito intero da solo". Una rivendicazione carica d'orgoglio, che spiega anche perché abbia condiviso la sua prima retrospettiva con i nomi più importanti dei giovani stilisti argentini: Pablo Ramírez, Vero Ivaldi, Fabián Zitta, Laurencio Adot, Benito Fernández, Evangelina Bomparola sono alcuni dei nomi presenti nella mostra (le creazioni di alcuni di loro si sono viste anche ai Martin Fierro 2013).
Secondo Jorge Moragues, il curatore della mostra, Bogani "ha portato nelle sue creazioni una gestione di volumi, silhouette, colori, materiali, confezione impeccabile e, fondamentalmente, quello che fa sognare tutte le donne: il glamour dell'alta scuola. Con la sua opera ha rappresentato l'Argentina nelle capitali del mondo". Bogani invece così descrive la sua donna: "E' sensibile, femminile, ha personalità e nessun pregiudizio. E' padrona di una mente meravigliosa. Senza questa mente non c'è niente. Con lei, tutto è possibile".
Peccato che Buenos Aires nos pille algo lejos, ci trovi un po' lontani da lei. Per noi che non siamo nella capitale argentina, ci sono queste foto, pubblicate nel profilo di Facebook di Gino Bogani; altre foto nel blog Mi mundo privado.


Carolina Ardohain ai Martin Fierro 2013

Julieta ORtega ai Martin Fierro 2013

Alcune creazioni di Gino Bogani in mostra a Buenos Aires

Gino Bogani davanti ad alcuni dei suoi modelli in mostra