Lentamente, passo a passo, il cammino per la pace in Colombia, ottiene risultati
significativi. Qualche mese fa lo storico accordo sui temi agricoli oggi
la storica ammissione delle FARC sulla loro parte di responsabilità per le
vittime e il dolore causato in questi oltre cinquant'anni di conflitto armato.
E' stato oggi a L'Avana: Jorge Torres Victoria, alias Pablo Catatumbo, leader
del Bloque Occidental delle FARC, ha letto un comunicato, poco prima di entrare
nel Centro de Convenciones, per continuare il negoziato di pace. E nel
riconoscere le responsabilità della guerriglia, affermando che "ci sono
stati dolore e crudezza provocati dalle nostre file", il dirigente ha
aperto alla possibilità di una "riparazione con totale lealtà alla causa
della pace e della riconciliazione". Le FARC sono anche disposte a chiedere
scusa, nell'ambito di "un obbligo per le parti al perdono collettivo,
affinché, una volta raggiunta la pace definitiva, se vi si arriva, ci
obblighiamo tutti a un nunca más, mai più".
Nel comunicato il gruppo guerrigliero ha proposto anche la creazione di una
commissione di esperti nazionali e internazionali, che studi le origini del
conflitto armato, allo scopo di indagare "perché sono sorte le guerriglie
e la causa che da allora genera il conflitto armato interno". Catatumbo ha
anche aggiunto che "la commissione proposta potrebbe perfezionare i lavori
anticipati fino ad ora, continuando le indagini, gli studi e le analisi di
quanto avvenuto. E' così come si riesce a stabilire la verità e indicare
responsabilità". A ispirare il lavoro di questa commissione, potrebbe
esserci il recente rapporto del Centro Nacional de Memoria Histórica, che
documenta i crimini commessi durante il conflitto armato, dal 1958 al 2012; i
numeri danno i brividi: 220mila assassinii, 5.712.506 profughi, 25.007
desaparecidos, 27.023 sequestri; sono morti quattro civili per ogni combattente
e ogni 10 colombiani morti dal 1958 a oggi, tre sono morti a causa della guerra.
Le FARC hanno anche accettato un concetto a cui il presidente Juan Manuel Santos
non è stato disposto a rinunciare: il risarcimento delle vittime. "Tutti
dobbiamo riconoscere la necessità di avvicinarci al tema delle vittime, alla
loro identificazione e al loro risarcimento, con totale lealtà alla causa della
pace e della riconciliazione".
Il passo delle FARC è stato accolto con favore e prudenza in Colombia. Da una
parte si apprezza lo sforzo fatto e l'ammissione delle proprie responsabilità,
in vista di una possibile pace futura, dall'altra si nota che le vittime non
sono solo i morti, ma anche i sequestrati, che la guerriglia continua a
mantenere nella selva, nonostante il dialogo in corso a L'Avana.