martedì 13 agosto 2013

Madrid città del cinema: da Almodóvar ad Amenábar, i film girati nella capitale spagnola

La Gran Via, la plaza Mayor, el Paseo de la Castellana, le torri KIO. Non sono solo luoghi cari ai turisti che visitano Madrid. Sono anche i luoghi prediletti del cinema contemporaneo spagnolo (e non solo). La Spagna è un Paese che ha una lunga tradizione di locations utilizzate dal cinema nazionale e internazionale, basti pensare ai kolossal hollywoodiani, inimmaginabili senza le mura di Ávila o l'Alcázar di Siviglia, per non pensare agli spaghetti-western, realizzati nei paesaggi desertici della provincia di Almería. Madrid non è da meno: i principali film spagnoli degli ultimi anni hanno scelto i monumenti più emblematici, i quartieri proletari e gli edifici più identificabili, per raccontare le loro storie. E seguire il cinema contemporaneo spagnolo è un po' vedere come l'immagine della capitale è cambiata agli occhi dei suoi stessi abitanti.
Il massimo cantore di Madrid è ovviamente Pedro Almodóvar, che vi ha ambientato quasi tutti i suoi film. Un bell'articolo di esmadrid.com sottolinea come Madrid e Almodóvar siano cresciuti insieme "da ragazzi di provincia a città internazionali e moderne, senza spogliarsi del tutto, durante il camino, delle origini provinciali e rurali. Almodóvar ha trovato in Madrid lo scenario naturale di tutti i suoi paradossi. Il luogo in cui il disegno più all'avanguardia convive senza complessi con vestaglia e pantofole". 
Cosa ho fatto io per meritare questo?! si svolge nel quartiere della Concepción, vicino alla mitica M-30, la tangenziale di Madrid, Volver in quello di Vallecas, entrambi lontani dal centro e perfetti per ritrarre vita e personaggi di quartiere; anche Chueca, prima di diventare il quartiere trendy, grazie alla comunità omosessuale, gode delle attenzioni di Almodóvar, che ritrae la piccola delinquenza dell'epoca, tra pusher e drogati, in cui si muove Antonio Banderas nelle notti di Legami!. Il Ponte di Segovia, che si affaccia sulla calle Bailén, famoso per i suicidi, si vede in Matador, quando Nacho Martinez ritrova Assumpta Serna, dopo averla cercata in tutta la città, e in Gli amanti passeggeri, in un tentativo di suicidio di Paz Vega, mentre Blanca Suárez passa in bicicletta, nella via sottostante. La plaza Mayor, una delle più belle e famose piazze madrilene, è protagonista di una delle scene più tenere de Il fiore del mio segreto, quando Juan Echanove vi balla di notte, avendola tutta per sé; nello stesso film il centro di Madrid ritorna più volte: Maria Paredes, una delle protagoniste, vive nei pressi di plaza de la Paja.
Carne trémula, uno dei film più belli di Pedro Almodóvar (il mio prediletto, insieme a Tutto su mia madre e a Donne sull'orlo di una crisi di nervi, grazie anche solo a quella frase finale, "La Spagna non ha più paura", dedicata da Liberto Rabal al figlio neonato, che riassume 20 anni di democracia), inizia in una Madrid in stato d'assedio, nel 1970, e finisce nel 1997, nella Madrid movimentata di calle del Arenal, sorridente e democratica; il quartiere proletario de La Ventilla e le torri KIO, le famose torri inclinate della plaza de Castilla, che ritornano in molta cinematografia spagnola contemporanea, sono le locations più importanti di questa storia d'amore e politica (continuo a pensare che Carne trémula sia il film con il più forte messaggio politico di Almodóvar).
esmadrid.es nota come anche l'AVE abbia un ruolo nel cinema almodovariano: in Kika Peter Coyote arriva a Madrid nella nuova stazione di Atocha, per la prima volta ritratta al cinema in questo film; anche Cecilia Roth usa l'AVE per muoversi tra Barcellona e Madrid (ma quando Almodóvar ha girato Tutto su mia madre, non c'era ancora il collegamento ad alta velocità tra le due città).
La Madrid di Almodóvar si merita probabilmente un post a parte. Quella del cinema torna sulla Gran Via, che Almodóvar ha immortalato curiosamente in un solo film, Il fiore del mio segreto, ma che Alejandro Amenábar ha utilizzato per una delle scene più spettacolari del cinema spagnolo, in Apri gli occhi (la versione hollywoodiana di questo film è Vanilla Sky, con Tom Cruise e Penélope Cruz): Eduardo Noriega corre all'alba in una Gran Via completamente deserta, sorpreso proprio perché non c'è nessuno. La Gran Via è una delle strade protagoniste di Taxi, il film di Carlos Saura in cui una giovanissima Ingrid Rubio percorre una Madrid pericolosa, agitata da una banda di omofobi e razzisti che attacca stranieri e omosessuali, a bordo di un taxi; ritorna anche in Piedras, uno dei più bei film femminili degli ultimi anni, in cui cinque donne sono alla ricerca dell'uomo della loro vita.
Anche le Torri KIO, il simbolo più moderno di Madrid, emblema della sua vorticosa ascesa e della sua rapida caduta (ma non sarà per sempre, Madrid, lo sé), hanno il loro posto nel cinema contemporaneo, non solo grazie ad Almodovar. Per il regista Álex de la Iglesia in El dia de la bestia, sono addirittura una sorta di ingresso all'inferno, il che potrebbe essere una chiave di lettura del boom economico e della crisi economica che ha causato. Santiago Segura, che di El dia de la bestia fu uno dei protagonisti, ha girato qui un'altra scena spettacolare per il cinema spagnolo: in Torrente 3 immagina che vengano abbattute da un aereo e ogni riferimento non è casuale. 
Il Paseo de la Castellana, che le Torri KIO concludono, la Stazione di Atocha e la Gran Via sono alcune delle locations madrilene di The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo, con Matt Damon, terza parte della saga dell'agente Jason Bourne.


La Gran Via in Apri gli occhi

Le torri KIO in Torrente 3