sabato 3 agosto 2013

Página 12 ed El País: Gli ostacoli del dopo-Berlusconi, dopo la sentenza della Cassazione

Página 12, il principale quotidiano progressista argentino è ottimista, El País, principale quotidiano progressista spagnolo, non tanto.
L'incipit degli articoli che entrambi dedicano alla sentenza della Cassazione, che condanna a 4 anni di carcere Silvio Berlusconi per evasione fiscale, è contundente e deciso. "L'Italia sta cambiando rapidamente da ieri" assicura Elena Llorente, corrispondente da Roma di Página 12, nel suo articolo "La rivoluzione per la condanna a quattro anni di carcere di Silvio Berlusconi ha iniziato a produrre i primi effetti sulla politica italiana, il giorno dopo la sentenza della Cassazione. Il Cavaliere, che potrebbe smettere di esserlo a causa della condanna, è stato il primo a reagire aggressivamente, attaccando ancora una volta i giudici che lo hanno condannato e chiamandoli 'soggetti irresponsabili'. In un messaggio televisivo, letto da una scrivania con bandiera al lato, come se fosse il Presidente della Repubblica o il Primo Ministro, ha assicurato che da quando si è dedicato alla politica, negli anni 90, i giudici li hanno perseguitato, 'condizionando la vita politica del Paese' e trattando di assicurare 'ai comunisti' il mantenimento del potere". 
In un editoriale non firmato, l'incipit di El País non è meno tenero: "Lo status sociale di Silvio Berlusconi è cambiato radicalmente. Il magnate italiano è, da giovedì, un delinquente condannato definitivamente. Quella che non è cambiata è la sua condizione politica: continua a essere senatore, leader del centro-destra e figura chiave della stabilità del Governo italiano".
Poi Página 12 cerca di spiegare le conseguenze della sentenza sulla politica italiana. E, dopo aver riassunto la situazione, con l'ipotesi di Marina Berlusconi come erede del padre, con la grazia che il PdL vuole richiedere al Presidente della Repubblica, con le minacciate dimissioni di tutti i deputati del PdL e con la sostanziale uscita di scena di Berlusconi, che potrebbe rimanere "come leader e padre del PdL", Elena Llorente vede un motivo di ottimismo: "Un altro aspetto positivo di questa 'rivoluzione' potrebbe essere che il M5S del comico Beppe Grillo, che non ha mai voluto allearsi con il PD e lo criticava duramente per aver chiamato i berlusconiani per il nuovo governo, oggi sarebbe disposto ad andare incontro al PD e fare un governo con lui, affinché alcune riforme che vuole realizzare possano concretizzarsi. Perché se si va a elezioni più o meno rapidamente, con la stessa ingannevole legge elettorale ideata da Berlusconi e dai suoi, nessun partito trarrebbe alcun vantaggio. Anche se, forse, il miglior posizionato potrebbe essere il PdL, dopo la drammatica presentazione del caso Berlusconi all'opinione pubblica, da parte dei suoi avvocati, dei suoi correligionari e da lui stesso, in questi giorni".
Llorente esalta il ruolo d'opposizione che il M5S sta esercitando, ricordando che il Senato deve adesso dare l'autorizzazione all'arresto di Berlusconi. "Tutto fa supporre che i suoi uomini allungheranno il più possibile i tempi della decisione, anche se il M5S ha annunciato che proporrà lunedì che la discussione inizi senza ritardi". 
I problemi di Berlusconi continuano, insomma, a condizionare la politica italiana, con il permesso del PD e del Presidente della Repubblica, che sembrano più preoccupati di una presunta governabilità italiana che della credibilità di un Governo sostenuto da un partito il cui leader è un corrotto che non ha alcuna intenzione di fare il doveroso passo indietro. E' questo il tema che preoccupa El País. "Il verdetto della Cassazione è il peggior colpo sofferto da Berlusconi, che era riuscito a sfuggire alla giustizia in una trentina di processi" si legge nell'editoriale non firmato di El País "Adesso è in appello la condanna a sette anni per prostituzione minorile nel caso Rubi. Il Cavaliere è umiliato e nelle sue ore peggiori e la prova è il video lamentevole che ha registrato, per presentarsi come cittadino esemplare, vittima di una persecuzione giudiziaria". Ma, avverte il quotidiano madrileno, "dare per morto il tre volte Primo Ministro, come fanno i suoi detrattori, è un errore". El País sottolinea come sia poco probabile che il PdL provochi una crisi perché Berlusconi non potrà presentarsi a nuove elezioni per sei anni ed è "logico che preferisca trincerarsi sul suo seggio di senatore il maggior tempo possibile". 
La sentenza è un problema, come già notava ieri Ezio Mauro nel suo editoriale su la Repubblica, soprattutto per il PD. Potrebbe acutizzare la sua guerra interna e "dare argomenti a chi rifiuta la politica di patti di Letta e vuole rompere l'alleanza con un frodatore" scrive il quotidiano spagnolo. 
E, in conclusione, El País, al riferire la richiesta di Giorgio Napolitano e di Enrico Letta, che non si metta in pericolo la governabilità del Paese, si chiede "a che prezzo". "Un Esecutivo di basso profilo e sottoposto a permanenti tensioni non è neanche il più adeguato per spingere le riforme che esige la crisi economica. E' ancora presto per predire scenari, ma con condanne o senza, Berlusconi continua a marcare la politica italiana". Incredibile, ma vero. E la colpa, spiace dirlo, è del PD, che con le sue ambiguità ridà fiato ai suoi rivali alle elezioni: il PdL da un lato e il M5S dall'altro. 
Una contraddizione che non è stata sottolineata dai due quotidiani progressisti,  e che pure andrebbe segnalata, è tutta della destra italiana, incapace di uscire dalla logica che la vuole sempre e comunque serva di un padrone e mai promotrice degli ideali e dei valori, condivisibili o meno, che rendono la destra un giocatore democratico e rispettabile negli altri Paesi d'Europa.