Il modello è la catena umana che il 23 agosto 1989 unì le capitali delle tre
repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania: due milioni di persone si
diedero la mano e formarono una catena lunga 600 km, per unire Tallin, Riga e
Vilna e rivendicare l'indipendenza dall'Unione Sovietica. Sappiamo come è
andata e come, dopo l'indipendenza, le tre repubbliche baltiche siano entrate
nell'Unione Europea. Quella catena umana è stata la più lunga della storia ed
è entrata nel Guinness dei Primati.
La Catalogna non vuole rubare il record ai baltici, però sì li prende come
modello e per l'11 settembre 2013, giorno della sua festa nazionale, ha
organizzato una catena umana di 400 km per difendere il diritto dei catalani a
decidere il proprio futuro. Come quella delle tre repubbliche fu la Via Baltica
per l'indipendenza, questa è stata ribattezzata la Via Catalana. Organizzata
dall'Assemblea Nazionale Catalana, sta mettendo in forte imbarazzo i politici
della regione, in particolare Convergencia i Uniò, il partito al governo e
storica formazione del nazionalismo catalano, alla guida della Generalitat sin
dalla restaurazione della democrazia in Spagna, con la sola e nefasta pausa del
tripartito della sinistra, guidato dal Partito Socialista Catalano.
Partecipare o non partecipare alla catena umana della Diada, la Festa Nazionale?
Se fosse un fallimento come giustificare la partecipazione? Se fosse un
successo, come gestirlo nei sempre più complicati rapporti con la sorda Madrid?
Essere formazioni di lotta o di governo? Se Convergencia sembra più
disponibile alla partecipazione, Uniò è piuttosto contraria e ha addirittura
chiesto a ANC di ammorbidire i toni indipendentisti: manca meno di un mese alla
manifestazione, che dai Pirenei scenderà fino all'Ebro, e non è ancora chiaro
cosa intende fare la formazione al Governo. Il presidente Artur Mas, che da
quando è stato eletto si gioca la carta dell'indipendentismo per negoziare
maggiori autonomie, soprattutto fiscali, con Madrid, continua nel suo
stop-and-go, che se da una parte mette in evidenza l'abilità e la furberia di
CiU, dall'altra rischia di scappargli di mano, come lo straordinario successo della manifestazione della Diada 2012. Furono quelle centinaia di migliaia di
persone, in strada con la estelada, la bandiera indipendentista, a lanciarlo sulla strada
dell'indipendentismo e sulla richiesta di un referendum, che Madrid non può
concedergli, per ovvie ragioni. Il diritto di decidere sembra essere diventato
il nuovo mantra della politica catalana ed è questo, più dell'indipendenza in
sé, che il presidente sta difendendo.
Mentre lui dubita e il suo Governo non ha ancora assunto una posizione chiara,
uno dei catalani più famosi del mondo ha fatto arrivare la propria adesione:
Pep Guardiola, da Monaco di Baviera, ha difeso "la libertà di espressione.
L'unica cosa che il popolo della Catalogna chiede è che la gente possa
esprimersi. E' semplice". L'anno scorso, già a New York per il suo anno
sabbatico, Pep aveva inviato un video, trasmesso durante la grande
manifestazione della Diada, con cui dava il proprio sostegno alla richiesta di
un referendum. Da Monaco di Baviera ha annunciato il proprio appoggio virtuale
sia alla catena umana dell'11 settembre sia a quella che i catalani residenti in
Baviera stanno organizzando a Monaco, per il 30 agosto nella Marienplatz,
nell'ambito della Via Catalana Internacional (quel giorno sarà con il Bayern a Praga per incontrare il Chelsea, il vecchio nemico di sempre).
Gli organizzatori non hanno lasciato niente al caso e ci saranno catene umane in
tutti i territori catalano-parlanti. Anche ad Alghero, in Sardegna, una delle
aree più antiche a influenza catalana. Sul sito alguer.it si legge che "la
Catalogna negli ultimi anni ha messo al centro del dibattito politico e
culturale internazionale, una nuova concezione di una Europa dei popoli
fortemente basata sui valori sociali, culturali e solidaristici che diano
maggiore forza e prospettiva a quelle nazioni senza Stato come la Catalogna, la
Sardegna, la Corsica e la Scozia", pertanto, siccome la "Via Catalana
Internacional verso l'indipendenza ha come obiettivo quello di far partecipare
alla Diada nacional dell'11 di settembre tutti i catalano-parlanti residenti nel
mondo e che prevede l’organizzazione di catene umane dagli Stati Uniti alla
Francia, dall’Italia al Giappone dal Canada alla Polonia", l'appuntamento
sardo è per l'11 settembre alle 18.30, in piazza del Portal.