venerdì 23 agosto 2013

Una catena umana di 400 km per l'indipendenza della Catalogna. Il sì di Pep Guardiola

Il modello è la catena umana che il 23 agosto 1989 unì le capitali delle tre repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania: due milioni di persone si diedero la mano e formarono una catena lunga 600 km, per unire Tallin, Riga e Vilna e rivendicare l'indipendenza dall'Unione Sovietica. Sappiamo come è andata e come, dopo l'indipendenza, le tre repubbliche baltiche siano entrate nell'Unione Europea. Quella catena umana è stata la più lunga della storia ed è entrata nel Guinness dei Primati.
La Catalogna non vuole rubare il record ai baltici, però sì li prende come modello e per l'11 settembre 2013, giorno della sua festa nazionale, ha organizzato una catena umana di 400 km per difendere il diritto dei catalani a decidere il proprio futuro. Come quella delle tre repubbliche fu la Via Baltica per l'indipendenza, questa è stata ribattezzata la Via Catalana. Organizzata dall'Assemblea Nazionale Catalana, sta mettendo in forte imbarazzo i politici della regione, in particolare Convergencia i Uniò, il partito al governo e storica formazione del nazionalismo catalano, alla guida della Generalitat sin dalla restaurazione della democrazia in Spagna, con la sola e nefasta pausa del tripartito della sinistra, guidato dal Partito Socialista Catalano.
Partecipare o non partecipare alla catena umana della Diada, la Festa Nazionale? Se fosse un fallimento come giustificare la partecipazione? Se fosse un successo, come gestirlo nei sempre più complicati rapporti con la sorda Madrid? Essere formazioni di lotta o di governo? Se Convergencia sembra più disponibile alla partecipazione, Uniò è piuttosto contraria e ha addirittura chiesto a ANC di ammorbidire i toni indipendentisti: manca meno di un mese alla manifestazione, che dai Pirenei scenderà fino all'Ebro, e non è ancora chiaro cosa intende fare la formazione al Governo. Il presidente Artur Mas, che da quando è stato eletto si gioca la carta dell'indipendentismo per negoziare maggiori autonomie, soprattutto fiscali, con Madrid, continua nel suo stop-and-go, che se da una parte mette in evidenza l'abilità e la furberia di CiU, dall'altra rischia di scappargli di mano, come lo straordinario successo della manifestazione della Diada 2012. Furono quelle centinaia di migliaia di persone, in strada con la estelada, la bandiera indipendentista, a lanciarlo sulla strada dell'indipendentismo e sulla richiesta di un referendum, che Madrid non può concedergli, per ovvie ragioni. Il diritto di decidere sembra essere diventato il nuovo mantra della politica catalana ed è questo, più dell'indipendenza in sé, che il presidente sta difendendo.
Mentre lui dubita e il suo Governo non ha ancora assunto una posizione chiara, uno dei catalani più famosi del mondo ha fatto arrivare la propria adesione: Pep Guardiola, da Monaco di Baviera, ha difeso "la libertà di espressione. L'unica cosa che il popolo della Catalogna chiede è che la gente possa esprimersi. E' semplice". L'anno scorso, già a New York per il suo anno sabbatico, Pep aveva inviato un video, trasmesso durante la grande manifestazione della Diada, con cui dava il proprio sostegno alla richiesta di un referendum. Da Monaco di Baviera ha annunciato il proprio appoggio virtuale sia alla catena umana dell'11 settembre sia a quella che i catalani residenti in Baviera stanno organizzando a Monaco, per il 30 agosto nella Marienplatz, nell'ambito della Via Catalana Internacional (quel giorno sarà con il Bayern a Praga per incontrare il Chelsea, il vecchio nemico di sempre).
Gli organizzatori non hanno lasciato niente al caso e ci saranno catene umane in tutti i territori catalano-parlanti. Anche ad Alghero, in Sardegna, una delle aree più antiche a influenza catalana. Sul sito alguer.it si legge che "la Catalogna negli ultimi anni ha messo al centro del dibattito politico e culturale internazionale, una nuova concezione di una Europa dei popoli fortemente basata sui valori sociali, culturali e solidaristici che diano maggiore forza e prospettiva a quelle nazioni senza Stato come la Catalogna, la Sardegna, la Corsica e la Scozia", pertanto, siccome la "Via Catalana Internacional verso l'indipendenza ha come obiettivo quello di far partecipare alla Diada nacional dell'11 di settembre tutti i catalano-parlanti residenti nel mondo e che prevede l’organizzazione di catene umane dagli Stati Uniti alla Francia, dall’Italia al Giappone dal Canada alla Polonia", l'appuntamento sardo è per l'11 settembre alle 18.30, in piazza del Portal.