In Spagna dici Mario Conde e tutti pensano al banchiere, ex presidente di
Banesto, vicinissimo a re Juan Carlos negli anni 80 e finito poi in carcere. A
Cuba Mario Conde è il più celebre detective della letteratura contemporanea,
nato dalla penna del 58enne Leonardo Padura, uno degli osservatori più attenti
della realtà dell'isola caraibica. "Ex poliziotto, nostalgico, filosofico, polemico, circondato dai migliori amici. Il più miglior disastro personale creato nella letteratura cubana contemporanea, che marca tante generazioni dentro e fuori Cuba" scrive di Mario Conde la pagina web otrolunes.com.
In questi giorni Padura è in Spagna per presentare l'ultimo libro che ha come protagonista Mario Conde (in Italia, pubblicati da Mario Tropea Editore, sono usciti Passato remoto, Venti di Quaresima, Maschere, Paesaggio d'Autunno, Addio Hemingway, La nebbia del passato) e che, come tutti gli altri, serve per affrontare i grandi temi dell'attualità cubana e internazionale. Si intitola Herejes (Eretici) e, impregnato di storie e cultura ebraica, offre una grande storia cubana, dagli anni 30 a oggi, dalle speranze alla fuga al disincanto.
In questi giorni Padura è in Spagna per presentare l'ultimo libro che ha come protagonista Mario Conde (in Italia, pubblicati da Mario Tropea Editore, sono usciti Passato remoto, Venti di Quaresima, Maschere, Paesaggio d'Autunno, Addio Hemingway, La nebbia del passato) e che, come tutti gli altri, serve per affrontare i grandi temi dell'attualità cubana e internazionale. Si intitola Herejes (Eretici) e, impregnato di storie e cultura ebraica, offre una grande storia cubana, dagli anni 30 a oggi, dalle speranze alla fuga al disincanto.
Tutto inizia da un episodio storico e "vergognoso", secondo le parole
di Padura, della storia cubana. Nel 1939, la nave Saint Louis, con a bordo 900
ebrei riusciti a scappare dalle persecuzioni della Germania nazista, rimase
ormeggiata per giorni nella Baia de L'Avana, in attesa del permesso dello sbarco
dei suoi passeggeri. Padura immagina che sulla terraferma, tra i cubani sul molo, in attesa dei parenti a
bordo della nave, ci fossero anche il piccolo Daniel Kaminsky e suo zio; con loro
i parenti europei portavano una piccola tela di Rembrandt, proprietà della famiglia dal XVII secolo. La Storia racconta che le autorità cubane vietarono
alla Saint Louis l'autorizzazione ad attraccare in porto e pertanto i suoi
passeggeri furono riportati in Germania, dove toccò loro un immaginabile
destino, nei campi di concentramento nazisti.
Molti anni dopo, siamo nel 2007, Elías, il figlio di Daniel, scopre che
il piccolo quadro di Rembrandt viene messo all'asta a Londra, così lascia gli Stati
Uniti, in cui si era rifugiato nel 1960 il padre, per raggiungere L'Avana e scoprire come il quadro sia finito a Londra. Ad aiutarlo nella sua ricerca di verità e
di storia, ci sarà il detective Mario Conde. Anche perché, grazie alle sue
indagini,
Elías scopre che suo padre Daniel era tormentato da un crimine e che nel quadro
di Rembrandt, che riproduce un'immagine di Cristo, c'è un altro ebreo, che
servì al pittore olandese come modello e che era uno degli allievi del suo
studio.
Herejes è diviso così in tre segmenti principali e si muove su tre piani
temporali e spaziali diversi: il 1939 con la Saint Louis, il 2007 con le
indagini di
Elías Kaminski e Mario Conde, il 1647 con la realizzazione del quadro di
Rembrandt, l'enigma che percorre tutto il libro. In uno dei comunicati che
accompagnano l'uscita del libro si legge che Herejes "è un progetto
ambizioso come L'uomo che amava i cani. Contiene conflitti filosofici. Il più
importante, la relazione tra l'uomo e il suo libero arbitrio, la nozione della
libertà dell'individuo in diversi posti ed epoche storiche. Sarà un
anti-romanzo poliziesco, ma, allo stesso tempo, molto poliziesco. Un romanzo
sulla libertà".
"Anche se la politica è ovunque, in Herejes ho cercato di mettere in primo piano il dramma umano e il
desiderio di libertà dell'uomo in tutte le società, perché sempre c'è un
nucleo di potere che esercita determinate pressioni quando si tratta di
sviluppare le libertà individuali" ha detto Padura a EFE, al presentare il
libro.
La preparazione di Herejes gli è costata quattro anni di studio e di
approfondimento della storia degli Ebrei e della loro persecuzione, dal XVII
secolo a oggi. Ma, spiega, "tutta questa storia non è un semplice scenario
e il quadro di Rembrandt, prima ad Amsterdam, poi con gli ebrei che arrivano a
Cuba e che poi se ne vanno negli Stati Uniti, per tornare di nuovo a Cuba, lo
uso per capire il presente di Cuba e del mondo occidentale. Perché Cuba è
molto occidentale".
Il presente di Cuba, secondo Padura, che continua a vivere nell'Isola, è
affidato ai giovani e "uno dei principali problemi della nostra società è
proprio il rapporto con i più giovani." Herejes cerca di raccontare la Cuba dei
più giovani anche nelle indagini del giovane
Elías Kaminski, ma è nelle interviste che lo scrittore manifesta la fiducia
nelle nuove generazioni cubane: "La generazione dei miei genitori, intorno
agli 80 anni, non ha più la capacità di cambiare niente; la mia generazione
che ha in gran parte frequentato l'Università e ha creato molti professionisti,
è frustrata, perché la professionalità ci rende meno capaci di essere
aggressivi e furbi. Adesso i più giovani non credono nei progetti
collettivi, i migliori che lasciano il Paese, con il dramma che questo
implica".
Autore anche di numerose sceneggiature, tra cui Seven days in La Habana, Padura
assicura che si può essere scrittori liberi a Cuba: "Da qui cerco di dare
una visione il più possibile sincera della realtà cubana, perché credo sia
necessario e lo faccio da un punto di vista più realistico che critico. Oggi
c'è più spazio per una visione più critica, il limite è non toccare le
grandi figure storiche".