Non bastassero i sogni di indipendenza di Catalogna e Paesi Baschi, ecco che dal
profondo sud arriva una nuova spinta indipendentista. Ma stavolta, tranquilli, non è dalla Spagna: è la
ricca provincia di Málaga che vuole separarsi dal resto dell'Andalusia e
costituire una Comunidad Autónoma monoprovinciale, come Murcia, La Rioja o la Cantabria. L'associazione Rayya (il suo sito web è www.asociacionrayya.es) ha iniziato una raccolta firme sulla piattaforma change.org per chiedere l'inizio di un processo costituente,
affinché i malagueños possano decidere di creare una propria ragione autonoma.
Il punto della discordia è il ruolo che gioca Siviglia nello sviluppo di
Málaga, il sospetto che dal capoluogo di regione si boicottino sistematicamente i
progetti che possono far progredire la città della Costa del Sol. "Nessuno
dei progetti importanti per il nostro futuro arriva a buon termine"
recriminano da Rayya, ricordando i lavori mai partiti per la metropolitana o per
gli ospedali e le difficoltà per la Confederazione Idrica del Sud. C'è una
mano nera, secondo il presidente di Rayya Carlos G. Ramírez, che impedisce la
realizzazione dei grandi progetti, una "lobby centralista", che fa sì
che molte proposte finiscano nell'oblio, cosicché Málaga si trova senza
grattacielo (meno male!) o senza la Borsa dei Valori proposta, che, se fosse
realizzata, "non lo sarebbe a Málaga".
"Málaga porta alle casse andaluse oltre il 25% del totale per la raccolta
tributaria regionale" ricordano da Rayya, per sottolineare come l'attuale
sistema regionale, con otto province, sia insostenibile e "favorisce un
modello centralista sivigliano, che si accentua con gli sprechi della tv
pubblica regionale, Canal Sur, che ci bombarda continuamente con stereotipi e
consumi assiviglianati, come il Rocio e le cose che piacciono lì, e
dimenticando le tradizioni malagueñas, come i verdiales, la Notte di San Juan,
le regate o la nostra Feria di Agosto".
L'impressione che le richieste di 'indipendenza' dall'Andalusia siano dovute
soprattutto a gelosia e diffidenza nel mai risolto rapporto tra Siviglia,
capoluogo politico, e Málaga, motore economico, non passa quando Rayya ricorda
che "la Junta non ha mai rispettato il referendum popolare promesso per
scegliere il capoluogo di provincia". Sembra infatti che durante il
dibattito sullo Statuto dell'Andalusia, fosse stata proposta Antequera,
"geograficamente centrale", come capoluogo della regione, ma poi
"la pressione di stampa e politici sivigliani" fecero scegliere
Siviglia.
Il rifiuto all'Andalusia viene proposto non solo per questioni economiche e per
i timori di boicottaggio, ma anche per questioni storiche e culturali e con
un'ipotesi sorprendente: l'Andalusia non esiste. E' una regione costituita in
modo artificiale, unendo territori storici come il Califfato di Córdoba o il
Regno di Granada, che poco hanno in comune. Málaga, poi, è di origine fenicia,
come la maggior parte delle cittadine della sua costa e della sua provincia (e
come, anche se Rayya non lo dice, Cadice, che vanta di essere la città più
antica d'Europa, con i suoi 3000 anni di storia, e che non vuole separarsi
dall'Andalusia), e dunque poco ha in comune con le città dell'Andalusia
interna. "Noi siamo gente più aperta, più ricettiva, non guardiamo il DNA
di nessuno né da dove vengono gli altri" dice il presidente di Rayya, per
spiegare la differenza (reale) tra la gente della costa e quella dell'interno.
Se proprio Andalusia dovesse essere, allora dovrebbe essere Andalusia y Granada,
in modo da riconoscere la specificità dei territori orientali della regione
rispetto a Siviglia; un po' come Castilla y León riconosce le due diverse
storie di antichi regni storici come, per l'appunto, la Castiglia e León.
E se non foste ancora convinti, ci sono anche ragioni politiche: i politici
malagueños sono poco rilevanti nel Governo andaluso, dove, non c'è bisogno di
dirlo, i sivigliani fanno la parte del leone. Anche la nuova presidente della
Junta la 39enne Susana Díaz, astro nascente del socialismo spagnolo, rientra in
quest'ottica: il PSOE l'ha scelta con false primarie, che hanno finito con il
privilegiare Siviglia. E nel PP andaluso si stanno facendo scelte per il nuovo
leader che continuano a lasciare in secondo piano Málaga.
La raccolta firme è già partita, il 28 febbraio 2014, giorno del
Dia de Andalucia, l'associazione manifesterà a Málaga per richiedere anche in
strada la propria indipendenza dalla regione. Non viene proprio da dirgli suerte:
muoversi nel centro storico di Málaga, nelle stradine di Ronda e risalire
nell'entroterra della Costa del Sol, nella luce abbacinante del sud e tra i
profumi della macchia mediterranea è Andalusia tanto quanto guardare un tramonto verso l'Alhambra, perdersi tra le colonne della Moschea di Córdoba o sentirsi in pace davanti all'Atlantico, dalle mura di Cadice.