giovedì 24 ottobre 2013

Una raccolta firme a Málaga per separarsi dall'Andalusia: Siviglia ci boicotta

Non bastassero i sogni di indipendenza di Catalogna e Paesi Baschi, ecco che dal profondo sud arriva una nuova spinta indipendentista. Ma stavolta, tranquilli, non è dalla Spagna: è la ricca provincia di Málaga che vuole separarsi dal resto dell'Andalusia e costituire una Comunidad Autónoma monoprovinciale, come Murcia, La Rioja o la Cantabria. L'associazione Rayya (il suo sito web è www.asociacionrayya.es) ha iniziato una raccolta firme sulla piattaforma change.org per chiedere l'inizio di un processo costituente, affinché i malagueños possano decidere di creare una propria ragione autonoma.
Il punto della discordia è il ruolo che gioca Siviglia nello sviluppo di Málaga, il sospetto che dal capoluogo di regione si boicottino sistematicamente i progetti che possono far progredire la città della Costa del Sol. "Nessuno dei progetti importanti per il nostro futuro arriva a buon termine" recriminano da Rayya, ricordando i lavori mai partiti per la metropolitana o per gli ospedali e le difficoltà per la Confederazione Idrica del Sud. C'è una mano nera, secondo il presidente di Rayya Carlos G. Ramírez, che impedisce la realizzazione dei grandi progetti, una "lobby centralista", che fa sì che molte proposte finiscano nell'oblio, cosicché Málaga si trova senza grattacielo (meno male!) o senza la Borsa dei Valori proposta, che, se fosse realizzata, "non lo sarebbe a Málaga".
"Málaga porta alle casse andaluse oltre il 25% del totale per la raccolta tributaria regionale" ricordano da Rayya, per sottolineare come l'attuale sistema regionale, con otto province, sia insostenibile e "favorisce un modello centralista sivigliano, che si accentua con gli sprechi della tv pubblica regionale, Canal Sur, che ci bombarda continuamente con stereotipi e consumi assiviglianati, come il Rocio e le cose che piacciono lì, e dimenticando le tradizioni malagueñas, come i verdiales, la Notte di San Juan, le regate o la nostra Feria di Agosto".
L'impressione che le richieste di 'indipendenza' dall'Andalusia siano dovute soprattutto a gelosia e diffidenza nel mai risolto rapporto tra Siviglia, capoluogo politico, e Málaga, motore economico, non passa quando Rayya ricorda che "la Junta non ha mai rispettato il referendum popolare promesso per scegliere il capoluogo di provincia". Sembra infatti che durante il dibattito sullo Statuto dell'Andalusia, fosse stata proposta Antequera, "geograficamente centrale", come capoluogo della regione, ma poi "la pressione di stampa e politici sivigliani" fecero scegliere Siviglia.
Il rifiuto all'Andalusia viene proposto non solo per questioni economiche e per i timori di boicottaggio, ma anche per questioni storiche e culturali e con un'ipotesi sorprendente: l'Andalusia non esiste. E' una regione costituita in modo artificiale, unendo territori storici come il Califfato di Córdoba o il Regno di Granada, che poco hanno in comune. Málaga, poi, è di origine fenicia, come la maggior parte delle cittadine della sua costa e della sua provincia (e come, anche se Rayya non lo dice, Cadice, che vanta di essere la città più antica d'Europa, con i suoi 3000 anni di storia, e che non vuole separarsi dall'Andalusia), e dunque poco ha in comune con le città dell'Andalusia interna. "Noi siamo gente più aperta, più ricettiva, non guardiamo il DNA di nessuno né da dove vengono gli altri" dice il presidente di Rayya, per spiegare la differenza (reale) tra la gente della costa e quella dell'interno. Se proprio Andalusia dovesse essere, allora dovrebbe essere Andalusia y Granada, in modo da riconoscere la specificità dei territori orientali della regione rispetto a Siviglia; un po' come Castilla y León riconosce le due diverse storie di antichi regni storici come, per l'appunto, la Castiglia e León.
E se non foste ancora convinti, ci sono anche ragioni politiche: i politici malagueños sono poco rilevanti nel Governo andaluso, dove, non c'è bisogno di dirlo, i sivigliani fanno la parte del leone. Anche la nuova presidente della Junta la 39enne Susana Díaz, astro nascente del socialismo spagnolo, rientra in quest'ottica: il PSOE l'ha scelta con false primarie, che hanno finito con il privilegiare Siviglia. E nel PP andaluso si stanno facendo scelte per il nuovo leader che continuano a lasciare in secondo piano Málaga.
La raccolta firme è già partita, il 28 febbraio 2014, giorno del Dia de Andalucia, l'associazione manifesterà a Málaga per richiedere anche in strada la propria indipendenza dalla regione. Non viene proprio da dirgli suerte: muoversi nel centro storico di Málaga, nelle stradine di Ronda e risalire nell'entroterra della Costa del Sol, nella luce abbacinante del sud e tra i profumi della macchia mediterranea è Andalusia tanto quanto guardare un tramonto verso l'Alhambra, perdersi tra le colonne della Moschea di Córdoba o sentirsi in pace davanti all'Atlantico, dalle mura di Cadice.