mercoledì 23 ottobre 2013

Il flamenco, una questione matematica

La stretta relazione tra la musica e la matematica è cosa nota da tempo: i suoni musicali hanno un carattere periodico, così come il loro ritmo, i tempi, la disposizione delle note, le armonie e le vibrazioni degli strumenti; tutto può essere tradotto in numeri e modelli matematici. E' un rapporto che affascina il matematico sivigliano José Miguel Díaz Báñez, che unisce così due delle sue passioni più grandi, la matematica, per l'appunto, e il flamenco. "Usare il linguaggio matematico per analizzare le proprietà della musica non è niente di nuovo, ma è innovatore se si usa per il cante flamenco, che non ha partiture" ha spiegato ai media spagnoli.
Il flamenco non segue, generalmente, la preparazione accademica standard, per cui le ricerche sull'analisi musicale flamenca sono piuttosto limitate, però Díaz Báñez sottolinea come, "anche se si tratta di una musica molto caotica, anche il flamenco abbia anche le sue regole, il cantaor sa cosa deve cantare, mantiene le sue note e le sue regole, affinché la sua voce si inserisca nella musica, ma non sa bene quello che sta facendo, il processo è intuitivo. Noi invece vogliamo saperlo e per questo usiamo la matematica". Il progetto si chiama COFLA (Análisis Computacional de Música Flamenca) ed è seguito da ricercatori, informatici, musicologi, storici del flamenco e matematici quasi gratuitamente perché "le sovvenzioni che si danno al flamenco vengono utilizzate per gli spettacoli e i concerti, non per la ricerca".
L'idea è cercare impronte simili nei cantes, analizzare le caratteristiche musicali del ritmo, in modo da poter raggruppare i diversi modi del cantare nel flamenco. Per questo sono stati elaborati programmi informatici ad hoc, in grado di estrarre automaticamente le proprietà musicali del flamenco, senza l'intervento umano. Si tratta, insomma, del primo grande tentativo di codificare il flamenco.
Gli studi delle relazioni tra matematica e flamenco hanno risvolti davvero interessanti. Per esempio, trattando la musica come specie biologiche, i ricercatori hanno sviluppato una sorta di albero genetico sull'evoluzione dei ritmi del flamenco, con cinque rami principali: fandango, soleá, bulería, seguiriya e guajira. "Il modello ritmico o compás (battuta) sarebbe il codice che contiene l'informazione genetica di ogni stile" come spiega Díaz-Báñez. Analizzando i ritmi, attraverso la distanza cronotonica, generalmente usata negli studi di fonetica, e il cambio del ritmo, recentemente utilizzato per studiare i ritmi africani, si è arrivati a conclusioni curiose. I modelli matematici hanno infatti permesso di concludere che certi ritmi flamenchi amano "l'asimmetria ritmica", legata all'idea del silencio alargado, presente nelle bulerías e nelle soleares; la ricerca sembra inoltre confermare che il fandango potrebbe essere la fonte di tutti i ritmi flamenchi, con un ruolo particolare per la guajira, uno stile emigrato a Cuba e da qui tornato al flamenco "avvolto in modi musicali latinoamericani".
Recentemente José Miguel Díaz-Báñez ha pubblicato un articolo, Sobre problemas de matemáticas en el estudio del cante flamenco, su La Gaceta de la Real Sociedad Matemática Española, in cui mette in relazione la matematica e il flamenco in una serie di problemi, utilizzati per studiare la natura del flamenco e, allo stesso tempo, per offrire chiari esempi di studio della matematica. E' una serie di problemi che può aiutare a svolgere il lavoro docente e divulgativo per l'insegnamento della matematica e per ampliare la conoscenza dei profani non solo della matematica, ma anche del flamenco.