Stavolta sarà proprio difficile evitare l'imputazione dell'Infanta Cristina
nella brutta storia di malversazione di denaro pubblico ed evasione fiscale che
coinvolge suo marito Iñaki Urdangarin, attraverso l'Instituto Noos. Rotta a Sud
Ovest ha raccontato questa vicenda sin dai suoi esordi (i post sono nella sezione Scandali): il Duca di Palma è
accusato di aver captato vari milioni di euro dalle istituzioni pubbliche,
offrendo progetti sportivi e culturali e gonfiando le fatture per spiegare i
contributi ricevuti; il denaro sarebbe poi stato in parte inviato, attraverso
una trama di società, a vari paradisi fiscali, per evadere il fisco spagnolo, e
in parte sarebbe stato utilizzato da Iñaki e Cristina per le loro spese
familiari.
In questi mesi si è sempre riusciti a evitare il coinvolgimento della
secondogenita del Re, dando tutte le colpe a Iñaki e assegnando alla moglie il
ruolo di giovane signora che non si è mai chiesta da dove provenisse tutto il
benessere familiare di cui godeva.
Ma adesso, grazie al primo scoop di El Mundo de la tarde, il quotidiano
pomeridiano che El Mundo ha lanciato solo per tablet e Orbyt, la sua piattaforma
a pagamento, non è più così. Il quotidiano pubblica infatti un contratto fittizio, firmato dall'Infanta, in cui risulta che la palazzina di Pedralbes, in
cui gli Urdangarin hanno vissuto fino al trasloco a Ginevra, è stato affittato
ad Aizoon, la società che i coniugi posseggono al 50% e che è stata utilizzata
per svuotare le casse di Noos e per pagare le spese familiari. "L'agenzia Tributaria ha consegnato al Tribunale di Palma che sta
indagando, il contratto originale con cui i Duchi di Palma hanno fatto credere
al fisco che la loro residenza barcellonese era affittata alla loro impresa
patrimoniale" scrive elmundo.es.
Nel contratto c'è la doppia firma di Cristina, come locatrice e come locataria.
Difficile, a questo punto, far credere ancora che l'Infanta non sapesse e non
partecipasse alla trama messa in piedi dal marito e dall'ex socio Diego Torres
per captare denaro e non dichiararlo al fisco.
"Il contratto fraudolento d'affitto è stato utilizzato dalla coppia
Urdangarin-Borbón per generare spese fittizie e pagare meno tasse, dato che né
la loro residenza di calle Elisenda de Pinós ha mai ospitato alcuno spazio
professionale, né l'entità di cui sono entrambi proprietari ha avuto
un'attività reale dalla sua creazione, nel 2003. Inoltre è servita loro per
deviare fondi, in particolare 12mila euro all'anno provenienti da Aizoon e a
loro volta arrivati lì dall'Instituto Nóos" scrive il quotidiano.
"Il documento è datato 20 dicembre 2005 e dimostra, in modo definitivo, la
partecipazione diretta e consapevole di Cristina di Borbone nella frode fiscale
indagata" commenta El Mundo in chiusura del suo scoop. Per Cristina la
vicenda si complica, per la Famiglia Reale una nuova tegola.