Nella notte italiana, Miguel Bosè è stato
protagonista di un omaggio emotivo e grandioso: l'Academia de la Música Latina
lo ha scelto come Personaggio dell'Anno 2013 e gli ha consegnato il Premio a
Las Vegas. A celebrare l'artista spagnolo, c'erano alcuni dei più amati e
popolari cantanti della musica ispanica, che hanno cantato con lui i suoi
grandi successi: i vecchi amici di sempre, Alejandro Sanz e Juanes, e colleghi di nuove e vecchie generazioni,
con cui ha collaborato nella sua carriera pluridecennale. Tra loro Ricky
Martin, Laura Pausini, Julieta Venegas e la nueva sensación della musica
spagnola, quel Pablo Alborán che sta battendo tutti i record e sta conquistando
anche Latinoamérica.
Per Miguel Bosè è stato un riconoscimento emozionante, che in fondo ha messo a
tacere anche gli scettici di sempre, quelli che non apprezzano la sua
evoluzione, il suo eclettismo, le sue battaglie.
"E' stato un premio a Bosè, ma anche a Miguel" ha detto il cantante a elpais.com. Da un po' di tempo si diverte a distinguere tra il personaggio che
si è costruito (Bosè) e la sua vera essenza (Miguel), protetta con un'energia
che si rinnova tutte le volte. Per rendere omaggio a Miguel, e non solo a Bosè,
El Pais ci ricorda che se il secondo si occupa da tanti anni di musica, il
primo "si occupa anche di temi filantropici da tempo".
"Costruisce case in Messico, difende gli oceani, lavora con Juanes
affinché sia riconosciuto il diritto alla pace, è sempre disponibile quando lo
chiamano ACNUR o Greenpeace, promuove il commercio giusto e, come tutti gli
anni, sta già organizzando una cena di gala per raccogliere fondi contro
l'AIDS".
Se parla con passione di tutti i suoi progetti di solidarietà, si infervora
davvero quando l'argomento diventa la crisi spagnola. "Vedo tutto quello
che succede con una grande rabbia e delusione. Il panorama del Paese toglie il
fiato, è drammatico. E' preoccupante lo sfratto della cultura in cui viviamo,
non era mai successo. Ma succede lo stesso con l'istruzione, con la sanità… E'
un sistema insostenibile. Siamo passati da tanto a niente" dice con
rabbia a El Pais.
Come molti artisti spagnoli dichiaratamente di sinistra, (Javier e Pilar
Bardem, Pedro Almodóvar, Victor Manuel, Ana Belén), Miguel Bosè è detestato da parte
dei compatrioti per il suo impegno politico e per essere, essendo lui nato
ricco e rimasto tale con il proprio lavoro, sempre dalla parte dei più deboli
(c'è gente così strana che pensa che se sei ricco non puoi desiderare di vivere
in una società che garantisca a tutti le stesse opportunità di partenza e che
questa garanzia debba arrivare dallo Stato).
Anche nell'intervista a El Pais, il cantante non le manda a dire: "Quelli che ci governano parlano di germogli verdi (da qualche tempo il Governo è impegnato ad assicurare agli spagnoli che la ripresa economica è iniziata), li vedranno loro e loro saranno i primi a uscire dalla crisi. Ma è un insulto alla dignità farlo, quando ci sono 5,6 milioni di disoccupati. Di questo si potrà parlare quando ci saranno 20mila persone senza lavoro. La classe politica non sta nelle strade, in cui ci sono persone vittime di questo massacro di massa, in cui molti vivono nella miseria".
Anche nell'intervista a El Pais, il cantante non le manda a dire: "Quelli che ci governano parlano di germogli verdi (da qualche tempo il Governo è impegnato ad assicurare agli spagnoli che la ripresa economica è iniziata), li vedranno loro e loro saranno i primi a uscire dalla crisi. Ma è un insulto alla dignità farlo, quando ci sono 5,6 milioni di disoccupati. Di questo si potrà parlare quando ci saranno 20mila persone senza lavoro. La classe politica non sta nelle strade, in cui ci sono persone vittime di questo massacro di massa, in cui molti vivono nella miseria".
Come molte persone di sinistra, anche Miguel è convinto che ci siano molti modi
di combattere la crisi e che non sia vero che "non ci sono
alternative". Il suo modo è lavorare alacremente con le sue Fondazioni e
dare la sua immagine alle iniziative di solidarietà che lo convincono.
Poi è il turno di Bosè e allora il cantante riprende l'orgoglio dell'artista
premiato. "Il valore di questo riconoscimento è che lo assegna la gente
dell'Accademia. Loro valutano certe qualità". Così quando si parla dei
tanti anni di carriera (ha esordito alla fine degli anni 70 con un single,
Linda, che era la versione spagnola della canzone dei Pooh) e dei suoi 57 anni,
annuncia che non pensa affatto al ritiro: "Non lo farò mai, morirò sul
palco. La musica è tutto per me. In ogni giorno di lavoro mi rendo conto che ci
sono nuovi campi da esplorare, soprattutto nella produzione".
Benedetto Miguel Bosè, che Dio, o chi per lui, ce lo mantenga così energico,
attento, indignado e ribelle per tanti anni ancora. Felicidades por ser el Personaje
del Año 2013!