A pochi passi dal Museo Soumaya, voluto da Carlos Slim per esporre gratuitamente
parte della sua collezione d'arte privata, una delle più importanti del mondo,
verrà aperto il Museo Jumex, con cui l'erede dell'impero dei succhi di frutta
messicani Jumex offrirà al pubblico la sua collezione d'arte. Siamo a Polanco,
uno dei distretti più eleganti di Città del Messico, che dal 19 novembre,
giorno dell'inaugurazione del Museo Jumex, rischia di diventare anche il
distretto dell'arte più importante di Latinoamérica.
La collezione di López conta su oltre 2600 pezzi e si concentra soprattutto
sull'arte contemporanea, con fotografie, video, installazioni, sculture,
disegno, firmati da alcuni dei più importanti artisti del mondo, dagli anni 50
a oggi; tra loro Cy
Twombly, Donald Judd, Ed Ruscha, Jeff Koons, John Baldessari e, soprattutto, i
latinoamericani Gabriel
Orozco, Damián Ortega, Francis Alÿs. Tutto è iniziato nel 1992,
quando, 21enne, acquistò un quadro di Roberto Cortazar, Torso, senza immaginare
che sarebbe stato il primo pezzo di una collezione che lo avrebbe appassionato
fino all'apertura di un Museo ad hoc. Nel 1993 si trasferì a Los Angeles, per
aprire una galleria d'arte: "In realtà volevo vivere fuori dal Messico, ma
non funzionò. Però fu il mio trampolino per entrare nel mondo dell'arte e
sapere a cosa volevo dedicarmi in futuro. E' stato così che ho iniziato a
collezionare arte" ricorda nelle numerose interviste rilasciate in questi
giorni ai media di mezzo mondo. 20 anni dopo, Eugenio López è considerato uno
dei più importanti e rispettabili collezionisti d'arte del mondo, il Medici
messicano, secondo Forbes. 10 anni fa ha creato la Fundación Jumex
Arte Contemporáneo, con uno spazio espositivo a Città del Messico, per
mostrare l'arte contemporanea latinoamericana: "L'obiettivo era condividere
la mia passione e la mia collezione con il mio Paese e avvicinare le persone
all'arte contemporanea nazionale e internazionale. L'idea è far sì che la
gente non si senta intimidita dai musei" spiega.
L'idea di aprire un Museo a Città del Messico ha iniziato a frullargli in testa tempo dopo. L'edificio dello Jumex è stato disegnato dall'architetto
britannico David Chipperfield: ha cinque piani, per oltre 6mila mq di
costruzione. "Non ho voluto un architetto messicano, anche se ce ne sono di
bravissimi, semplicemente perché una città così importante come Città del
Messico merita di avere grandi edifici di architetti internazionali, come tutte
le città del mondo. Chipperfield è un architetto di grande esperienza nella
costruzione dei musei, per cui l'arte e la disposizione sono la cosa più
importante. Per questo ha concepito spazi aperti, pieni di luce naturale e
versatilità, affinché ogni commissario abbia piena libertà. Inoltre, dato il
clima e la tradizione architettonica messicana, Chipperfield ha inserito spazi
interstizio, né chiusi né aperti, che danno dinamismo e fluidezza. Abbiamo
usato materiali locali e siamo molto contenti del risultato finale" spiega ancora López, a El Cultural dello spagnolo El Mundo.
Il direttore della collezione, Patrick Charpenel, ha annunciato che per
l'apertura del museo ci saranno ben cinque proposte specifiche: una mostra di
opere della collezione, Un
lugar en dos dimensiones; un'esposizione
dell'opera di James Lee Byars, maestro dell'arte concettuale, realizzata con la
collaborazione del MoMa PS1; Cosmogonía
doméstica, un
pezzo meccanico di Damián Ortega,
nel patio del Museo; Las ideas de Gamboa, che analizza il contributo del
museografo Fernando Gamboa, attraverso i suoi archivi; e una serie di conferenze
e tavole rotonde che si potranno seguire in diretta nel sito web del museo, www.museojumex.org
"Con l'apertura della nuova sede nasce anche il progetto editoriale Jumez,
che pubblicherà monografie di artisti messicani e altri libri più
accademici" scrive il quotidiano messicano El Universal.
Al Museo Jumex, che nasce per esaltare la presenza latinoamericana e messicana
nell'arte internazionale e che è realizzato con la collaborazione di
numerosi esperti internazionali, di cui Eugenio López si è saggiamente
circondato, c'è anche un contributo spagnolo. Sia ABC che El Cultural
sottolineano la presenza di Rosario Nadal, direttore aggiunto del Museo. 45
anni, alta e sottile, in passato musa di Valentino e adesso moglie separata del
principe Kyril di Bulgaria e, soprattutto, esperta d'arte, la spagnola ha
fondato nel 2001 RSC Contemporary, con cui è diventata uno dei più importanti
assessori d'arte del mondo, con clienti trai i ricchi e famosi di tutto il
mondo, a cominciare da Eugenio López, con cui ha iniziato a lavorare sette anni
fa, per terminare con milionari russi e celebrities della scena londinese, come
Gwyneth Paltrow o Hugh Grant, tra cui, abitando a Londra da decenni, si muove
come un pesce nell'acqua. "Il Museo è solo un altro passo che ci
permetterà di condividere il nostro programma con più gente. Il nostro
obiettivo è continuare a essere una piattaforma internazionale per la relazione
tra l'arte prodotta in Messico e quella internazionale, e che questa relazione
possa essere utilizzata a tutti i livelli. E' un lavoro di squadra. Quello che
mi è piaciuto di Eugenio è il suo entusiasmo e come sia riuscito a lasciare
una traccia nel suo Paese in poco tempo, come ha contribuito al cambio dell'arte
contemporanea del Messico. E' una sfida a cui non ho potuto dire di no" ha
spiegato Rosario Sassonia Coburgo, questo è il cognome da sposata con cui è conosciuta nel mondo dell'arte, a El Cultural.