E' la prima volta che The Economist sceglie il Paese dell'anno. Ma se Time
cerca di identificare ogni anno il personaggio che più ha caratterizzato e
segnato i dodici mesi trascorsi, perché non scegliere il Paese che ha marcato
una tendenza, che ha avuto successo, che ha indicato un cammino?
La sorpresa è che The Economist identifica come il Paese del 2013, non
l'Egitto, la Turchia o l'Ucraina, in lotta contro i loro regimi per avere
maggiori diritti, non l'Irlanda, che si è liberata della troika, l'Iran, con i
suoi primi passi per tornare nella comunità internazionale, o il Sud Sudan, che
ha livelli di crescita economica da potenza asiatica.
Il Paese dell'anno è l'Uruguay, che in questo 2013 ha saputo emozionarci tante
volte, con le sue leggi progressiste, e che ha un presidente visionario, José Mujica, autore di uno dei discorsi più belli del XXI secolo. Perché la scelta del prestigioso settimanale
britannico è caduta sul piccolo Stato sudamericano? Perché The Economist ha
scelto di premiare "le riforme innovative che migliorano non solo un
Paese, ma, se imitate, potrebbero beneficiare l'intero pianeta". E
l'Uruguay, quest'anno, ne ha approvate tante, di riforme del genere, tanto da
proporsi come uno dei Paesi più all'avanguardia del mondo in materia di diritti
umani. Il matrimonio per le coppie omosessuali "è una di queste politiche
che superano le frontiere, che hanno aumentato la somma globale della felicità umana,
senza alcun costo finanziario" scrive il settimanale "Molti Paesi l'hanno
riconosciuto nel 2013, compreso l'Uruguay, che da solo, ha anche approvato una
legge che legalizza e regola la produzione, la vendita e il consumo di
cannabis". Una legge, quest'ultima che ha portato l'Uruguay sulle prime
pagine del mondo e che Montevideo sta
cercando di gestire in modo rassicurante per la comunità internazionale:
l'Uruguay non intende diventare il paradiso mondiale delle canne libere, ma
intende lottare contro il narcotraffico, liberalizzando e controllando la
maggior fonte di ricchezza dei narcocriminali, ha ripetuto spesso il presidente José Mujica, definendo la legge "un esperimento". La Colombia, il Perù e il Messico
guardano con curiosità.
Per The Economist questa legge "è un cambiamento sensibile", che
"nessun altro Paese ha fatto" e che "permette alle autorità di
concentrarsi sui crimini più gravi". Certo, se gli altri Paesi imitassero
l'Uruguay e fossero incluse le altre droghe, "i danni causati nel mondo
sarebbero drasticamente ridotti".
Poi c'è l'uomo che guida il Paese, José Mujica, l'unico Capo di Stato che vive
per propria scelta con poco più di 1000 euro al mese, perché non ha bisogno di
più per vivere, e che dona il resto del suo stipendio presidenziale in
beneficenza. "Vive in un semplice cottage, va al lavoro guidando
personalmente una Volskwagen Beetle e vola in economy class" scrive ammirato
The Economist. Che poi conclude: "Modesto, ma coraggioso, liberale e amante del divertimento, l'Uuguay è il Paese dell'anno. Felicitaciones!"
Felicitaciones davvero, Uruguay!