lunedì 30 dicembre 2013

Il gioco di Ripper, il nuovo libro di Isabel Allende: un poliziesco tra adolescenti e giochi di ruolo

El juego de Ripper (Il gioco di Ripper in italiano) è il nuovo libro di Isabel Allende, la cui uscita, nei Paesi di lingua spagnola, è prevista per il 3 gennaio (ho visto che La Nación di Buenos Aires lo mette già tra i 10 libri da leggere sotto l'ombrellone dell'estate australe); negli stessi giorni uscirà anche in Italia, primo Paese non ispanico che potrà leggerlo tradotto nella propria lingua. Per la scrittrice cilena si tratta dell'esordio nel romanzo poliziesco e, addirittura, nei giochi di ruolo. Protagonisti, ancora una volta, gli adolescenti: questa volta si tratta di ragazzini legatissimi a internet, che collaborano alla risoluzione di un difficile caso poliziesco nella baia di San Francisco.
"Mia madre è viva, ma la ucciderà Venerdì Santo a mezzanotte" avvertì Amanda Martín all'ispettore capo e questi non lo dubitò, perché la ragazza aveva dato prova di sapere più di lui e di tutti i suoi colleghi del Dipartimento Omicidi. La donna era prigioniera in qualche punto dei 18mila kmq della baia di San Francisco, avevano poche ore per trovarla e lui non sapeva da dove iniziare a cercarla". 
E' un passaggio del libro, che spiega bene il dramma che vivono sia Amanda, una 14enne con occhiali e apparecchio ai denti, che passa tutto il tempo su Internet, in giochi di ruolo in stile poliziesco, che l'ispettore capo, alle prese con un serial killer e un rompicapo. La fortuna di quest'ispettore è che Amanda è alla guida di una squadra di adolescenti specializzati, si è già detto, in giochi di ruolo: in passato hanno dato la caccia a Jack lo Squartatore, adesso, con il caso della mamma di Amanda, passano alla realtà; sono un ragazzino paraplegico neozelandese, che assume il ruolo di una gitana di nome Esmeralda; un adolescente del New Jersey, che ha il ruolo di un esperto in strategia di guerra, il colonnello Edmond Paddington; una giovane canadese, che soffre di disturbi alimentari e assume l'identità di una psicologa; un ragazzino afroamericano orfano, con un elevato quoziente d'intelligenza e che tutti chiamano Sherlock Holmes.
Sono loro che aiutano l'ispettore a venire a capo del mistero della scomparsa di Indiana Jackson, la madre di Amanda. Una donna, che scopriamo nel libro, lavora tra massaggi, reiki, aromaterapie, ed è divisa tra due uomini, il milionario Alan, appartenente a una delle famiglie più importanti di San Francisco, e l'ex militare Ryan, tornato dall'Afghanistan senza una gamba. C'entreranno anche loro due nel mistero della sua scomparsa?
Il libro, ha raccontato Isabel Allende, nasce da un progetto fallito con il marito William Gordon: dovevano scrivere un poliziesco a quattro mani, poi i diversi metodi di lavoro hanno fatto abbandonare l'idea; però la storia era lì, nella mente di Allende, che ha aggiunto i giochi di ruolo, cari a una delle sue nipoti. 
E non solo. Per poter scrivere il romanzo, il primo poliziesco della sua carriera, la scrittrice cilena ha dovuto prepararsi e informarsi, ha discusso con medici legali, ha partecipato a incontri di autori di polizieschi e oggi afferma, chissà quanto scherzosamente, che se decidesse di uccidere il marito, nessuno la scoprirebbe mai.