giovedì 16 gennaio 2014

Buscando a Gastón: il primo documentario sull'ascesa dello chef peruviano Gastón Acurio

Tutti i grandi chef internazionali sono protagonisti di almeno un documentario che li ha seguiti dietro i fornelli, ha spiegato la loro filosofia e ha rivelato la loro passione. L'eccezione, finora, era Gastón Acurio, l'uomo che ha messo il Perù nella geografia internazionale della gastronomia e che ha fatto di Lima una tappa imprescindibile per i buongustai in viaggio in Latinoamérica.
Nei prossimi giorni uscirà sugli schermi peruviani Buscando a Gastón (Cercando Gastón), il primo documentario dedicato al geniale cuoco limeño, diventato, a 46 anni, uno dei volti più riconosciuti del Perù all'estero, l'immagine di un Paese che non teme più le etnie che lo compongono, nell'ansia di identificarsi con la cultura portata dagli europei, ma che, anzi, approfitta della loro ricchezza culturale per ritrovare la propria identità nazionale. Il documentario è firmato da Patricia Pérez, che con Acurio aveva già realizzato il cortometraggio Mistura: the power of food
Peruviana, trapiantata a Los Angeles, un paio di anni fa, Pérez ha proposto l'idea del documentario al cuoco, che ha accettato la proposta encantado. "Nelle prime riunioni gli ho spiegato che non potevo sapere cosa ne sarebbe venuto fuori, perché non ci conoscevamo. Gli ho chiesto di avere accesso a quello che faceva, per registrarlo. Ogni volta che venivo a Lima, lo chiamavo per chiedergli dov'era e lo raggiungevo. L'unica cosa di cui avevo davvero bisogno era poter avere accesso a lui tutte le volte" ha detto in un'intervista al quotidiano El Comercio.
Durante le riprese, la regista ha seguito Acurio nei suoi viaggi ed è rimasta impressionata dall'attenzione e dalla passione che suscita. "Il primo viaggio che abbiamo fatto è stato a San Sebastián, nei Paesi Baschi. Lo abbiamo fatto senza soldi, con una produzione indipendente, e ho visto cose incredibili, con l'emozione dei peruviani presenti all'evento. A partire da quel momento ho deciso che bisognava viaggiare ovunque con lui, altrimenti avremmo perso metà della storia". 

Il documentario dura 75 minuti e si concentra sull'attività professionale di Gastón Acurio: nessuna speculazione sulle sue possibili aspirazioni politiche, che per qualche tempo hanno messo in agitazione Lima. "Sarebbe stato troppo disordinato, se lo avessimo fatto" commenta la regista. Del resto, il personaggio Acurio è sufficiente, senza aggiungere le speculazioni. Lo si capisce leggendolo sulle reti sociali, sia quando difende con orgoglio i prodotti della terra e del mare del Perù e la filiera che vede in prima fila contadini, pescatori e allevatori, sia quando prende posizione negli episodi di discriminazione verso i mestizos o i quechua, sentendosi peruviano fino al midollo, sia quando propone nuove e rapidi e ricette, strizzando l'occhio all'immensa ricchezza e varietà di ingredienti del suo Paese. 

Poche settimane fa, per celebrare il menù degustazione con cui dice addio al suo vecchio locale Astrid&Gastón, trasferito adesso alla Casa Moreyra, Acurio ha scritto un bell'articolo su El Comercio, in cui ha ripercorso la sua storia straordinaria, di figlio dell'alta borghesia limeña, con un padre impegnato in politica, a cui nasconde la passione per la cucina e fa credere di studiare Diritto a Parigi, essendosi invece iscritto a una scuola di Alta Cucina Francese. In un articolo di qualche tempo fa, su El Pais, Mario Vargas Llosa, che conosce bene la famiglia, aveva raccontato di come Acurio sr si fosse prima infuriato per la bugia del figlio, quindi si fosse arreso alla sua passione, per diventare poi suo orgoglioso sostenitore.
All'inizio della sua attività Astrid&Gastón proponeva una cucina francesizzante, come quella appresa a Parigi, poi "poco a poco, quasi dal primo giorno, i nostri ricordi, la nostra cultura, le voci che ci circondavano, hanno iniziato a costruire nei nostri cuori la necessità di mettere in discussione e di cercare di capire quale fosse il nostro ruolo come cuochi nel Perù. Non siamo stati gli unici: dietro di noi, un'altra generazione agitava i nostri cuori, intorno a noi tutta una generazione sentiva la stessa cosa. Poco a poco foie gras e compagnia hanno ceduto il passo a cebiches, tacu tacus e saltados. Poco a poco la nostra cucina iniziava a conservare le cose buone apprese in Europa, mentre dava forma e sentimento peruviano a tutto quello che facevamo". Così è nata la cucina peruviana celebrata in tutto il mondo (recentemente il Perù ha vinto di nuovo i World Travel Awards, come miglior destinazione culinaria del mondo). E cosa significhi per il Perù lo spiega ancora Acurio nel suo articolo: "La cucina peruviana si è trasformata un giorno in un movimento a cui Astrid&Gastón ha aderito senza condizioni: fare della nostra cucina una potente arma di promozione del Perù nel mondo e di generazione d'orgoglio e di opportunità tra i peruviani". 20 anni dopo l'apertura del ristorante di Gastón e di Astrid, la bionda tedesca che ha conosciuto  a Parigi e che lo ha seguito a Lima, si può dire che l'obiettivo sia stato raggiunto.
Lo conferma anche Patricia Pérez con le sue parole ammirate: "E' incredibile come Acurio si senta impegnato nei confronti del Perù, lo si vede in tutto quello che fa. Il ruolo di Gastón è ispiratore, la gente lo guarda con occhi pieni di speranza e il mio obiettivo è fare un film piacevole, affinché la gente che lo vede si dica che, anche dalla sua piccola trincea è possibile cambiare le cose".
Su youtube c'è il trailer di Buscando a Gastón e speriamo che qualche Festival europeo gli dia la visibilità che questo singolare peruviano merita.