mercoledì 4 giugno 2014

Abdicazione di re Juan Carlos: i cambi simbolici e pratici. Monarchia o Repubblica?

Quando Felipe de Borbón giurerà sulla Costituzione, come primo sovrano spagnolo del XXI secolo, suo padre Juan Carlos perderà molti privilegi.

Il primo e più importante di tutti è l'inviolabilità: secondo la Costituzione spagnola, solo il monarca è inviolabile e irresponsabile dei propri atti davanti alla Legge. Saranno dunque tutti gli atti di Felipe VI che dovranno essere controfirmati da un Ministro, che diventa poi responsabile per loro davanti alla Legge. Juan Carlos potrà così essere imputato o rinviato a giudizio, dovesse esserci un suo coinvolgimento nei tanti scandali di corruzione che sfiorano la Famiglia Reale. Questo sarà possibile per alcuni mesi, poi arriverà una protezione legale, per lui, per la Regina, per i nuovi sovrani e per la giovanissima Principessa delle Asturie, Leonor, che ha già fatto molto discutere: potranno essere interrogati e indagati solo da un magistrato di una stanza speciale del Tribunal Supremo, come succede ai parlamentari e ad altre alte cariche dello Stato.

La nuova Legge dell'Abdicazione, approvata ieri dal Governo e consistente in un solo articolo, che prende atto dell'abdicazione di Juan Carlos e la rende effettiva non appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale spagnola, non risolve alcun dubbio circa il futuro dell'attuale sovrano e si lava le mani del suo destino, lasciato nelle mani della Casa Reale e del suo nuovo Capo. La Costituzione stabilisce infatti che lo Stato versa al sovrano una 'quantità globale per il suo mantenimento e per quello della sua Famiglia e della sua Casa' e che questa quantità viene distribuita dal sovrano come vuole.

Dalla volontà del nuovo monarca dipenderanno, dunque, lo status, i titoli, le funzioni e il trattamento economico di Juan Carlos e Sofia. E' accettabile che un Paese non sia responsabile dei propri ex Capi di Stato, non stabilisca, cioè, quali siano le loro funzioni e quale l'appannaggio a cui hanno diritto? E' giusto che il suo futuro sia nelle mani, e a sua discrezione, del nuovo Capo dello Stato? E' un bene che la Casa Reale abbia un potere così grande e che titoli e trattamento di un ex Capo dello Stato sfuggano al controllo del Paese che ha servito?

In una monarchia che aspira ad essere moderna e che si deve confrontare con richieste di referendum e con la crescente disaffezione della società, questa è una delle cose che probabilmente dovranno essere riviste. E si aspettano le prime mosse di Felipe VI anche in questo senso.

In questi giorni di attese, i media si divertono a sottolineare i cambi che verranno. Il più importante, sotto il profilo istituzionale, è la nuova Famiglia Reale. Felipe e Letizia, con la Principessa delle Asturie Leonor e l'Infanta Sofia e con gli ex sovrani Juan Carlos e Sofia, costituiranno la nuova Famiglia Reale. L'Infanta Elena e l'Infanta Cristina passeranno a formare la Famiglia del Re e avranno lo stesso status delle sorelle dell'attuale sovrano, per cui non perderanno il trattamento di Altezza Reale, ma non avranno più un'agenda ufficiale dalla Zarzuela né riceveranno un appannaggio.

Nelle monete e sui francobolli, re Juan Carlos lascerà il posto a Felipe VI, che sarà anche il nuovo volto del discorso di Natale. Cambieranno anche i ritratti del Capo dello Stato appesi negli uffici pubblici, siano le scuole o i tribunali: Felipe VI sostituirà Juan Carlos I. E, notava chissà quanto divertito ABC, ieri, terminerà anche il regno del Real Madrid, durato 78 anni: squadra prediletta del dittatore Francisco Franco prima e di re Juan Carlos poi, lascia il posto all'Atlético Madrid, di cui Felipe è tifoso, anche se non si sa quanto appassionato.

Con Letizia adesso regina, e dunque non più obbligata alle regole della Casa Reale, che potrà contribuire a stabilire, terminerà anche il lungo regno di Palma di Maiorca nelle vacanze estive? Probabile, ma non quest'anno. E' difficile che in quest'anno di assestamento il nuovo Re voglia rompere con tutte le tradizioni ed è anzi probabile che la nuova Regina, più libera di essere se stessa, si presenti alle Baleari con un sorriso grande così.

Una delle prime curiosità che un po' tutti abbiamo sentito, alla notizia dell'abdicazione, riguarda i Premi Principe de Asturias, a cui Felipe è sempre stato legatissimo e nella cui prima edizione ha pronunciato, a 13 anni, le sue prime parole in pubblico, avendo accanto gli orgogliosi Juan Carlos e Sofia. Cosa sarà di questi Premi? Diventeranno i Premi Princesa de Asturias? Li consegnerà la giovanissima Leonor, che proprio nei giorni della cerimonia di consegna compirà 9 anni? Sarà allora che, accompagnata da re Felipe e dalla regina Letizia, pronuncerà anche lei le sue prime parole in pubblico? Da Oviedo fanno sapere che sono pronti a tutti i cambi che la Casa Reale chiederà e che lavorano con lo stesso impegno e la stessa passione di sempre.

Intanto si è già saputo che la Fondazione Principe di Gerona cambierà il proprio nome in Fondazione Principessa di Gerona, dato che sarà Leonor la nuova responsabile (ovviamente quando raggiungerà la maggiore età). E' immaginabile, mano a mano, anche un nuovo protagonismo per Leonor, che sarà poco a poco introdotta negli atti ufficiali, come succede già in Belgio per la 12enne Elisabeth, la più grande delle nuove eredi al trono: con Philippe e Mathilde la principessa assiste ad atti legati soprattutto alle sue passioni, la musica, il teatro e la danza. Il suo volto inizia a essere abituale per i belgi, lei inizia a prendere confidenza con quello che sarà il suo futuro. Succederà lo stesso anche con Leonor. Sempre che le cose vadano come la Zarzuela spera e sta impostando.

Più di una volta l'opinionista Ignacio Escolar, tra quelli che in questi giorni stanno chiedendo un referendum sulla Monarchia, ha fatto notare che è più di un secolo che un monarca spagnolo non vede sul trono il proprio nipote. A la tercera! ripetono i repubblicani in questi giorni. Ci credono perché è "adesso o mai più". I partiti politici più piccoli, chissà se per convinzione o per opportunismo, si stanno muovendo, ma la strada per la Terza Repubblica, in questi anni di crisi sembra impercorribile. In fondo, anche i repubblicani più convinti, dicono che in questo momento di crisi totale, è più rassicurante l'ala di Felipe VI a qualunque avventura. E poi, mi diceva pragmatica una conoscente, "chi mettiamo alla presidenza della Repubblica? Qualche politico corrotto? Zapatero o Aznar, con quello che hanno fatto? Mi tengo Felipe, grazie!”