domenica 14 gennaio 2007

La guerra delle parole che fa il gioco dell'ETA, dopo l'attentato all'aeroporto di Madrid

La Spagna inizia a riprendersi dall'attentato dell'ETA di 15 giorni fa. Ieri a Madrid, a Bilbao e nelle principali città del Paese ci sono state varie manifestazioni contro l'ETA e per la prima volta non c'è stata la classica guerra di cifre di partecipanti. Circa 200mila madrileni hanno manifestato tra la Puerta de Alcalá e la plaza de Cibeles il loro desiderio di pace, a Bilbao in 80mila hanno chiesto all'ETA di mettere fine alla violenza. E' persino riapparso il grande desaparecido, José Luis Rodriguez Zapatero, che stamattina ha concesso una lunga intervista a El Pais (generalmente il Presidente ama parlare con El Mundo, per far vedere che ha buoni rapporti anche con chi non simpatizza per lui, l'ultima volta gli aveva concesso ben 9 pagine).
La settimana politica spagnola è stata molto italiana. Nel senso che invece di dibattere sui problemi si sono impuntati sulle parole (avete presente la discussione "è centrosinistra o centro-sinistra?" ecco, a quei livelli). Ad esempio, se Zapatero diceva che il "dialogo con l'ETA è finito", il PP non era soddisfatto perché il presidente non lo aveva escluso "definitivamente". Se ZP si riferiva all'attentato definendolo, non troppo felicemente, "tragico accidente", l'opposizione insorgeva dicendo che era una dimostrazione del suo desiderio di "seguire i negoziati con l'ETA".
La guerra delle parole si è combattuta anche sugli striscioni di apertura dei vari cortei di ieri. Le manifestazioni più importanti erano evidentemente quelle di Madrid e di Bilbao, la prima organizzata dalle associazioni ecuadoriane (le due vittime dell'attentato provenivano dall'Ecuador) e dai sindacati e la seconda dal governo autonomo basco. Poiché le manifestazioni dovevano essere unitarie, per dimostrare ai terroristi il rifiuto dell'intero Paese alla violenza, l'aggressiva (e politicizzata) Associazione delle Vittime del Terrorismo (AVT) ha rinunciato quasi subito a partecipare perché erano "partidistas". Il PP per qualche giorno è stato indeciso: a Madrid lo slogan dello striscione era "Por la paz y la vida, contra il terrorismo". Insufficiente. Ci voleva anche "libertad", un paio di giorni di tira e molla, con i popolari che dicevano che "libertad" c'era sempre stato e se non ce lo mettevano significava che non era un vero no al terrorismo e gli organizzatori che dicevano che non faceva differenza visto che c'erano "pace e vita", che sono impossibili senza "libertà". Vabbe', alla fine è stato aggiunto libertà perché il PP fosse presente alla manifestazione e, giusto il giorno prima, Mariano Rajoy, leader del PP, ha fatto sapere che siccome "non si sa cosa vuole questa manifestazione" né lui né il suo partito ci sarebbero andati. Gli è pure andata bene: le migliaia di manifestanti non l'hanno preso a fischi. In linea di massima è stata una manifestazione tranquilla e pacifica che ha paralizzato le principali arterie del centro di Madrid e ha espresso la solidarietà della capitale alle vittime dell'attentato.
A Bilbao un'altra guerra di parole. Lo slogan era "Per la pace e il dialogo"; ovviamente i popolari se ne sono tirati fuori perché c'era la parola dialogo e a loro, attualmente duri e puri, non piace. Fuori il PP, è entrata Batasuna, braccio politico e illegale dell'ETA, che ha annunciato la propria presenza. Immediato imbarazzo delle autorità che hanno risolto il problema aggungendo allo striscione "esigiamo che ETA metta fine alla violenza". Siccome Batasuna è ancora ambigua sul tema, ha rinunciato alla partecipazione.
Oggi quasi tutti i quotidiani principali, segnalano che il PP ha perso un'occasione; il simpatizzante El Mundo scrive: "Il PP avrebbe dato mostra di coerenza e responsabilità partecipando alla marcia; al non averlo fatto, dà argomenti a chi ritiene che nella sua opposizione alla politica antiterrorista del Governo predomini il tentativo di indebolirlo. E' rivelatore un sondaggio realizzato da elmundo.es, a cui, durante la notte, hanno partecipato 40mila persone. Alla domanda se erano d'accordo con la decisione del PP di non partecipare alla manifestazione il 55% ha risposto di no".
Rimane da segnalare che è la prima volta dalla nascita della democrazia spagnola che l'opposizione si chiama fuori dalle manifestazioni unitarie contro l'ETA e non riconosce al governo la politica antiterrorista. Ed è la prima volta che l'opposizione utilizza un attentato nella lotta politica e per fini elettorali .
PS A seguire il dibattito politico spagnolo del dopo attentato uno arriva a pensare che in fondo quello italiano non è poi così disgustoso.