venerdì 20 aprile 2007

Christian Meier, Diego Bertie, Salvador del Solar, i peruviani belli, impegnati e di moda

Su Telemundo, network ispanico di Miami, è iniziata un paio di giorni fa una nuova telenovela colombiana, Sin verguenza. Dicono sia la risposta latina a The Sex and the City (vedremo).
Tra i protagonisti maschili c'è il bel Salvador del Solar, l'attore peruviano che ha ottenuto una certa notorietà internazionale con Pantaleone e le visitatrici, il film tratto dall'omonimo libro di Mario Vargas Llosa e uscito un paio di anni fa anche in Italia (e qualche anno fa è andata in onda su Rete4 Innamorata, la sua telenovela più famosa, con Angie Cepeda, vista anche in Pantaleone e in All'improvviso il Paradiso di Leonardo Pieraccioni).
C'è stato un momento, nel 2006, in cui le principali telenovelas colombiane, avevano per protagonisti ben tre attori peruviani, Salvador del Solar, Diego Bertie e Christian Meier. Un fenomeno del tutto nuovo e imprevisto. Difficile immaginarsi il Perù come esportatore di galanes, belli delle telenovelas, eppure è quello che sta succedendo.
Salvador del Solar, Diego Bertie e Christian Meier, però, non si limitano ad essere eroi dei serial sognati dalle donne di mezzo mondo (le telenovelas latinoamericane sono popolarissime in Medio Oriente, nell'Europa dell'Est e negli USA ispanici, oltre che, naturalmente, in America Latina) e passano disinvoltamente dalla tv, alla musica, al teatro. Tutti e tre intorno più ai 40 che ai 30 (Diego, il più anziano, è del 1967, Christian, il più giovane, del 1970), più fascinosi che belli, orgogliosamente peruviani e di origine europea (difficile vedere una telenovela i cui protagonisti non siano bianchi, nonostante il subcontinente sia dei mestizos, i meticci), stanno vivendo un grande momento professionale e sono l'immagine più bella del Perù che crede in se stesso.
Mentre Diego e Christian sono arrivati alle telenovelas attraverso la musica, loro prima passione, Salvador è diventato attore quasi per caso. Lui ha studiato Diritto perché è uno di questi idealisti che credono che il mondo si possa cambiare e voleva fare qualcosa per il suo Perù. Poi, dopo la laurea e i primi lavori in uno studio, la folgorazione: gli è bastato assistere a uno spettacolo teatrale per capire che poteva cambiare il mondo anche recitando. Oggi, che è uno degli attori peruviani più corteggiati e che lavora anche all'estero, utilizza la popolarità per difendere le cause in cui crede e per continuare a infondere la speranza che si possa fare qualcosa per un Perù diverso. La sua strada di attore si è incrociata spesso con quella di Diego Bertie, con cui a condiviso uno dei film più belli e più sconosciuti di questi ultimi anni della cinematografia peruviana, El bien esquivo, che analizza la nascita del moderno Perù, dall'incontro delle civiltà indigene con i conquistadores spagnoli. "Mi sento immensamente fortunato e so di essere un privilegiato perché sono uno dei pochi attori che può vivere dello spettacolo, senza dover avere altri lavori per sopravvivere" ha detto una volta Diego Bertie in un'intervista nella bella casa appena acquistata a Miraflores, uno dei quartier residenziali di Lima. Con quella frase ha aperto uno squarcio sulla realtà dei suoi colleghi, in un Perù in cui lo spettacolo non è evidentemente il primo pensiero.
Sin da giovanissimo diviso tra la musica, la televisione e il teatro, Diego Bertie ha lavorato molto anche all'estero; è stato protagonista di una curiosa telenovela corale venezuelana (Amantes de la luna llena), è stato il protagonista di Vale todo, la prima produzione in spagnolo di TvGlobo, il colosso brasiliano, che vuole entrare nel mercato ispanico, da cui è escluso adesso a causa delle lingua. Nella sua fimografia anche Bajo la piel, premiato al Festival del Cinema Latino de L'Avana, ed El atraco, dell'italiano Paolo Agazzi, di nuovo accanto a Salvador del Solar. Nel 2006 era in Colombia per La ex, ovviamente una delle telenovelas più popolari della stagione nel Paese; per lui è stata un'occasione per rivedere Salvador e Christian e rinsaldare i legami nati quando, a Lima, carichi di speranze e determinazione, iniziavano la loro carriera. Al compleanno di Aissa, sua figlia, c'erano anche i due colleghi-amici con cui giura, e ci si può credere, non c'è nessuna rivalità "perché ogni nostro successo è un successo del Perù". Poi ha salutato la compagnia e se n'è tornato a Lima: aveva voglia di stare a casa e di dedicarsi all'amatissimo teatro, sua grande passione. Diego è uno di questi attori che fanno telenovelas per poi potersi permettere il teatro.
Un po' come intende fare Christian Meier, che è uno degli attori latini più popolari del momento, con serie probabilità di poter aspirare persino a Hollywood: attualmente gira a Bogotà El Zorro la Espada y la Rosa, una telenovela coprodotta da Sony, per cui è stato scelto addirittura da Steven Spielberg, ancora prima che ci fossero una sceneggiatura e una produzione sicure. El Zorro è il coronamento di una carriera iniziata nella musica, proseguita poi con le telenovelas peruviane e immediatamente internazionalizzata in Messico, primo peruviano ad arrivare nella Mecca dell'epoca del genere. Adesso la Mecca è Bogotà e Meier è uno degli attori più richiesti. E' reduce dal successo di La tormenta, la seconda telenovela più venduta del 2006; il suo ultimo film, il messicano La mujer de mi hermano, è stato candidato al Golden Globe come miglior film straniero. Vi interpreta un etero con tendenze omosessuali, come era successo nell'altro grande successo della sua filmografia, No se lo digas a nadie. Ma evidentemente non lo spaventa interpretare un gay: difendere l'immagine di bello e di macho che piace tanto alle donne non lo appassiona quanto il suo lavoro. Adesso che è uno degli attori più importanti dell'America Latina e potrebbe davvero aspirare al mercato anglo, lui che ti fa? ha appena fatto sapere che non vede l'ora di finire Zorro per tornare a Lima, non solo per prendere possesso della "nuova casa che mi sono comprato e che ho solo visto", ma anche per fondare una casa di produzione. Per il Perù, ovviamente. "Sono stanco dell'immagine che si sta dando del nostro Paese in tv, con altri attori stiamo pensando di realizzare produzioni in cui si parli del Perù, si descriva la sua realtà e gli si restituisca dignità. Che si vedano le cose belle che abbiamo".
Ecco, tre chicos che potrebbero avere tutto, arrivati a lo más alto da un Paese da sempre appartato rispetto ai colossi Argentina, Messico e Colombia, ma che in testa continuano ad avere il progresso del proprio Paese invece di Hollywood, a me sono molto più simpatici di chiunque dimentichi tutto quello che può fare per la propria terra grazie al successo e alla popolarità conquistati.
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Salvador del Solar