giovedì 24 maggio 2007

Calore e fervore alla Romeria del Rocio

Da Siviglia stanno partendo le ultime hermandades. Tra un paio di giorni raggiungeranno il piccolo villaggio di El Rocio, nell'Andalusia meridionale, per convertirlo nella capitale mediatica di Spagna, fino a Pentecoste. Un milione di pellegrini appartenenti a 98 hermandades, confraternite, arrivano da tutta l'Andalusia e da ogni terra d'Europa in cui ci sia un andaluso per salutare la Blanca Paloma, nome popolare di Nuestra Señora del Rocío, e presentarle il proprio simpecado, un'immagine trasportata su un carro trainato dai buoi e decorato di fiori e d'argento. Ma non ci sono solo loro. Questa è forse la manifestazione con la più alta concentrazione di famosi e, di conseguenza, è seguita anche dai media del gossip spagnolo, in una singolare mescola di sacro e profano.
Il viaggio delle Hermandades dura alcuni giorni ed è un tuffo nell'Andalusia folkloristica e religiosa. L'immagine del simpecado che viaggia su strade polverose, seguito da rocieros a cavallo, a piedi o su carri, appartiene all'iconografia più classica della regione. Come le donne che indossano i coloratissimi traje de flamenca e gli uomini a cavallo, con il tradizionale vestito andaluso, giacchetta corta e cappello cordobés.
Per assistere alla partenza dei pellegrini Siviglia, che più di tutte ha creato ed è parte del mito rociero, è un luogo privilegiato. Le Hermandades di Triana, di Sevilla e della Macarena lasciano la città il mercoledì e il giovedì prima della Pentecoste. Il loro passaggio è preceduto da mortaretti e botti sin dalla mattina presto. Inizia Triana, che parte dalla Capilla di Nuestra Virgen del Rocío, in calle Evangelista: i trianeros si riversano letteralmente nelle strade per partecipare all'inizio della Romería. Nei saluti allegramente chiassosi anche le canzoni rocieras della Hermandad, che hanno il ritmo trascinante delle sevillanas e creano un clima di festa generalmente estraneo ad un pellegrinaggio religioso. E' un'atmosfera che si ritrova anche alla Campana, l'ombelico cittadino, da cui i turisti seduti nell'omonimo caffè vedono sfilare la Hermandad de la Macarena, storica rivale di Triana. Le loro Madonne sono quelle che causano maggior fervore popolare durante la Settimana Santa e il destino vuole che le due Hermandades partano per il Rocío a poche ore di distanza. Lo fanno senza alcuna fretta, seguendo il ritmo sonnolento dei buoi, che trainano carri decorati, su cui siedono donne e bambini in festa, già impegnati nei canti e nelle conversazioni che segneranno il Camino. Quando la Macarena raggiunge il moderno Puente del Cristo de la Expiración non potrebbe esserci contrasto più evidente: da un lato la Siviglia antica di Triana, toreros ed arte mudéjar, dall'altro quella dell'Expo del 1992, che vuole proiettarla nella modernità, in mezzo i rocieros, con i loro ritmi lenti e il carico della tradizione dell'Andalusia di sempre.
La Hermandad de Sevilla, che parte dalla plaza del Salvador, nel cuore antico della città, impiega quasi tutta la mattina per scendere alla piazza del Municipio, fermarsi alla Cattedrale, per un omaggio floreale alla Vergine, e quindi attraversare il Guadalquivir dal Puente de San Telmo. Le ragazze in traje de flamenca posano per i turisti incontrati lungo il tragitto, parlano al cellulare con gli amici e cavalcano all'amazzone, gambe unite a un lato della sella; gli uomini a cavallo salutano con gesti cavallereschi, guardano e si lasciano guardare con una certa vanità, anch'essa parte della festa. Perché i rocieros sanno benissimo che molti sivigliani li invidiano per la Romería che li aspetta. Un'invidia de la buena, chiaro. Anche perché per molti c'è almeno la consolazione delle notti in cui raggiungeranno gli amici ai bivacchi per fare festa fino all'alba. Del resto Siviglia vive i giorni del Rocío come sospesa: le tv si rimandano notizie e immagini provenienti dalla Romería e seguono gli amori VIP che nascono o muoiono durante il Camino. Argomenti di conversazione nei bar cittadini, dato che ogni attività viene rimandata a "dopo il Rocío". Come se fosse la Semana Santa o la Feria de Abril, le due grandi feste cittadine.
Lasciata Siviglia i pellegrini si immergono nell'Andalusia più tradizionale, di strade bianche e calore. Mano a mano che avanzano verso sud le dolci colline lasciano il posto a un paesaggio piatto e polveroso, fino alle marismas, le paludi, di Doñana, in cui si trova il Santuario della Vergine del Rocío.
Il sole, la polvere, le difficoltà rendono le giornate faticose, ma il clima di festa, il desiderio di "pasarselo bien", la speranza di vedere la Blanca Paloma, fanno passare in secondo piano anche la stanchezza. Nei bivacchi notturni, quasi sempre in grandi fincas, le belle proprietà terriere del sud, i rocieros mangiano, bevono, ballano e cantano sevillanas, raggiunti dagli amici rimasti nelle città, in un'atmosfera più profana che sacra.
Il camino ha due luoghi topici, il rio Guadiamar e Villamanrique de la Condesa. Il primo offre uno dei passaggi più classici e più epici dell'intera Romería. Con le acque del Jordán del Rocío, come è popolarmente chiamato il fiume, si battezzano i rocieros che compiono il camino per la prima volta, un rito che segna profondamente l'anima dei fedeli più devoti. A Villamanrique iniziano ad unirsi gli itinerari delle Hermandades provenienti dalle varie località andaluse; in genere c'è un ordine di precedenze stabilito dalla tradizione, ma non è raro che i rocieros si mescolino e proseguano insieme per lunghi tratti.
All'arrivo al Rocío ogni hermandad raggiunge la propria sede e alla vigilia di Pentecoste presenta il proprio simpecado alla Vergine, in un paesaggio di strade bianche e di luce abbacinante, che sa di profondo sud e, stranamente, di West. Poi, all'alba di Pentecoste, in un clima di delirio collettivo, inizia la processione della Blanca Paloma, che si muove a fatica in una folla immensa di pellegrini, turisti e curiosi. Devozione, passione, euforia, fervore, pianti incontrollabili, le emozioni sono intense, quasi isteriche, ma coinvolgono anche il turista meno credente.
Quando la statua rientra nel tempio, il Rocío è virtualmente finito.
I rocieros tornano lentamente verso le loro città. Al tramonto del giovedì, sul Puente de San Telmo, la Hermandad de Sevilla sfila lentamente. Apparentemente stanchi e malinconici, i pellegrini hanno una strana luce nello sguardo. Dicono sia l'allegria per la Romería appena passata e l'attesa carica di speranza per la prossima. Cose che chi non è stato rociero almeno una volta non può capire.