giovedì 3 maggio 2007

Nascita dell'Infanta Sofia: dov'era re Juan Carlos?

E' la domanda del momento. Dov'era re Juan Carlos? perché ha aspettato ben due giorni prima di andare a conoscere l'Infanta Sofia, nata il 29 aprile a Madrid, in pieno ponte del 1° maggio? La nascita della secondogenita dei Principi delle Asturie ha sorpreso mezza Famiglia Reale lontana da Madrid, è vero. Ma tutti hanno rimediato prontamente. Tranne il re, in vacanza all'estero, così come comunicato dalla stessa Casa Reale. Inutile dire che si sono scatenate mille e una polemica. Anche perché re Juan Carlos non è nuovo a queste misteriose lontananze dalla Zarzuela, a volte per questioni di salute, a volte per passioni femminili o venatorie.
Nel 1992 si parlò molto di un suo viaggio in Svizzera, sconosciuto ai media e venuto alla luce per un'imprudenza di Felipe Gonzalez, che disse ai giornalisti di non poter procedere alla sostituzione di un ministro malato perché il re non era in Spagna. Sorpresa dei giornalisti, tentativi di mettere una pezza peggiori del danno e si scoprì che Juan Carlos era in Svizzera. Ancora non si sa se per un check-up di routine o se in compagnia della misteriosa dama di Palma di Maiorca che dicono occupi da tempo il suo cuore.
Pochi mesi fa un giornale russo rivela che Juan Carlos ha partecipato a una battuta di caccia in cui gli anfitrioni gli hanno fatto cacciare e uccidere un orso previamente drogato per essere più facile preda. Pare che far credere loro di essere provetti cacciatori sia un costume tipico dei russi con gli ospiti di riguardo. Imbarazzo della Casa Reale, che cerca di smentire la notizia come può, tacciandola di assolutamente falsa, per varie ragioni, compreso il fatto che in Spagna non si sapeva che il re era in Russia.
E con l'intempestiva nascita di Sofia, l'ultima polemica reale. Dov'era il Re? La Zarzuela non ci pensa nemmeno a svelarlo, dato che era un viaggio legato al privato del sovrano e non alle sue funzioni pubbliche (ma si sussurra fosse a caccia in Kazakistan). Gli osservatori più critici delle cose reali si indignano: in nessun Paese monarchico il sovrano gode dei privilegi di cui gode il Borbone. In tutti i Paesi, Regno Unito compreso, il bilancio della Casa Reale è pubblico (in Spagna si conosce solo la cifra assegnata al re, che poi la distribuisce a suo insindacabile giudizio, e senza alcun controllo pubblico, tra i suoi familiari); in nessun Paese monarchico esiste il patto del silenzio che ha preservato la Famiglia Reale spagnola dalle critiche, dalla pubblicazione del gossip più imbarazzante (delle scappatelle di re Juan Carlos si sussurra, si fanno allusioni sulle sue amanti più famose, ma guai a parlarne apertamente sui giornali) e persino dalle contestazioni per il suo ruolo nella Transición, che permise agli spagnoli di arrivare alla democrazia, ma non di scegliere la forma dello Stato. "Abbiamo un re scelto da un dittatore, non da noi!" ti dicono i repubblicani. Perché, in fondo, non si fanno ancora le modifiche costituzionali sulla successione al trono? Perché la procedura è complicata e a suo modo imbarazzante: devono votare a favore i due terzi del Parlamento, che poi viene sciolto e, dopo le nuove elezioni, il nuovo Parlamento deve rivotare le modifiche, sottoposte poi a referendum popolare. Come evitare che un referendum sulla modifica della successione al trono possa diventare un referendum sull'istituzione monarchica?
Che la nascita dell'ottava nipotina non abbia riempito il re di felicità pubblica e lo abbia distolto da cose che lo interessano evidentemente di più, lo si è notato dal suo atteggiamento all'arrivo e all'uscita dell'ospedale. El rey campechano, il re alla mano, sempre pronto alla battuta che dia il titolo ai giornali, si è tenuto ben lontano dai giornalisti in attesa e li ha salutati solo con la mano, prima di infilarsi frettolosamente in ospedale e nell'auto poi. Perché Juan Carlos non ha parlato con i giornalisti? Perché avrebbero potuto fargli domande imbarazzanti. Senza dimenticare che la sua prolungata assenza ha costretto a ritardare, per ragioni protocollarie, la visita del premier Zapatero (con la moglie Sonsoles in jeans e uno strepitoso trench dorato), del sindaco di Madrid & C. E dunque per due giorni Letizia  e Sofia non hanno potuto ricevere altra visita che non fosse privata e familiare.
L'atteggiamento del re e la sua ennesima assenza inspiegata hanno ridato fiato ai suoi critici più acerrimi. Tra loro c'è il giornalista Jesús Cacho, uno dei pochi che abbia osato criticare l'atteggiamento del re durante la Transición e che non sia cortigiano della Famiglia Reale. Oggi concludeva il suo articolo su elconfidencial.com con queste parole: "Come si è detto, al Monarca, come a tanti mortali, non piace che gli rovinino il ponte, soprattutto se sta cacciando un orso in buona compagnia. Più di 30 anni dopo la morte di Franco sembra ragionevole dire che, oltre a rispettare e far rispettare la Costituzione, l'unica  ragione per continuare a rispettare l'istituzione monarchica, in questi tempi, è che il Re diventi un punto di riferimento di condotta etica e morale, cioè, che si rispetti e si faccia rispettare. Perché in altri casi l'istituzione è di troppo. Non è per questo strano che si vedano sempre più spesso in giro bandiere repubblicane".
Sofia non sembra essere nata con el pan bajo del brazo, con fortuna. Non solo suo nonno l'ha ignorata per due giorni, ma anche i telespettatori sono stati indifferenti a tutti gli speciali tv preparati per la sua nascita. Dicono che è perché non sarà la futura regina, che già si sapeva che era una bambina e che era ampiamente prevedibile e previsto il suo nome. Dunque non c'erano elementi di curiosità. Sarà, ma rimane il fatto che pure audience e share parlano repubblicano in questi giorni.