sabato 5 gennaio 2008

Le FARC ammettono che Juan David Gomez è l figlio di Clara Rojas

Le FARC hanno riconosciuto che il piccolo Juan David Gómez Tapiero è in realtà Emmanuel, il figlio che Clara Rojas ha avuto durante la prigionia da una relazione consenziente con un guerrigliero incaricato di sorvegliarla. In un comunicato diffuso dall'Agencia Bolivariana de Prensa il gruppo terrorista afferma che il bambino era stato affidato "a persone onorate mentre si firmava l'accordo umanitario. L'opinione pubblica nazionale e internazionale intende perfettamente che Emmanuel non poteva stare in mezzo alle operazioni belliche del Plan Patriota, dei bombardamenti e i combattimenti, la mobilità permanente e le contingenze della selva". Ma le FARC non si limitano alle spiegazioni e accusano il governo di Álvaro Uribe di aver "sequestrato a Bogotà il bambino con l'infelice proposito di sabotare la sua consegna, quella di sua madre Clara Rojas e di Consuelo González de Perdomo al presidente della República Bolivariana de Venezuela, Hugo Chávez".
Il comunicato arriva il giorno dopo l'annuncio fatto dalle autorità colombiane che le prove del DNA eseguite sul bambino mostrano forti analogie con il codice genetico della famiglia della politica sequestrata.
Mentre le FARC assicurano che "il processo di liberazione di Clara Rojas e Consuelo González de Perdomo seguirà il suo corso, tale come l'abbiamo offerto al Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela", la famiglia dell'ex vice di Ingrid Betancourt e l'intera Colombia vivono con emozione il ritrovamento di Emmanuel. Clara González de Rojas, la nonna del bambino, intende averlo al più presto sotto la sua tutela e sta cercando di sapere a sua figlia, in qualche modo, attraverso le radio che i sequestrati ascoltano nella giungla, che Emmanuel è al sicuro; le autorità colombiane hanno già annunciato che faciliteranno tutti i tramiti per la restituzione del piccolo ai Rojas.
Da tutta questa vicenda escono duramente sconfitte le FARC, che si sono giocate buona parte della loro credibilità, e Hugo Chávez, che ha dato troppa visibilità mediatica, nella sua lotta contro Alvaro Uribe, alla liberazione degli ostaggi, senza avere in mano certezze solide. Scrive il quotidiano El Tiempo di Bogotà: "La gestione del tema dei sequestrati ha rappresentato per le FARC uno dei più duri colpi in materia politica dentro e fuori le nostre frontiere. Negli ultimi mesi, grazie alla mediazione del presidente venezuelano e della senatrice Piedad Córdoba, i ribeli avevano recuperato la notorietà internazionale. Nonostante il duro colpo rappresentato dalla morte in prigionia di 11 ex deputati, preceduta da quelle del governatore di Antioquia, Guillermo Gaviria, del suo assessore della pace, Gilberto Echeverri, e di otto militari durante un tentativo di liberazione dell'Esercito, le FARC avevano ottenuto la mediazione di Paesi come il Venezuela e la Francia, il cui presidente, Nicolas Sarkozy, aveva addirittura inviato messaggi pubblici al massimo responsabile dell'organizzazione, Manuel Marulanda Vélez 'Tirofijo'. Di fatto, nell'Operación Emmanuel, coordinata dal Venezuela, hanno partecipato anche delegati di Francia, Svizzera, Cuba, Brasile, Argentina ed Ecuador, che sicuramente pretenderanno un impegno più serio da parte delle FARC al momento di partecipare ad un eventuale processo di negoziato. Analisti come Carlos Lozano e l'ex commissario della Pace Camilo Gómez sono d'accordo nell'affermare che una delle maggiori difficoltà rappresentate da questo nuovo colpo alle FARC sarà il recupero della fiducia della comunità internazionale. In Argentina, ad esempio, l'ex presidente Néstor Kirchner è stato duramente criticato negli ultimi giorni per la sua partecipazione all'operazione di consegna dei sequestrati terminata con un nulla di fatto. Anche l'inviato del governo brasiliano Marco Aurelio García aveva manifestato al quotidiano O Globo che l'operazione dovrebbe effettuarsi clandestinamente, cosa che molti hanno interpretato come un rifiuto a partecipare come garante in una nuova consegna".