mercoledì 12 marzo 2008

Desaparecidas nell'Argentina democratica: Vidas robadas denuncia la tratta delle donne

La scorsa settimana è iniziata in Argentina Vidas Robadas, una delle telenovelas più attese della stagione, essendo interpretata da uno degli attori più popolari del Paese, Facundo Arana. Oltre alla classica storia d'amore, al centro della trama c'è il traffico di persone, in particolar modo, il sequestro di giovani donne per avviarle alla prostituzione in bordelli clandestini. In una delle scene più dure viste fino ad ora, uno dei cattivi avvicina la ragazza sequestrata, al centro di questa trama della telenovela, e le dice: "Ti dò la possibilità di scegliere, o una vita da una puttana in un bordello o una pallottola in testa". La giovane donna della telenovela era a un passo dalle nozze e nelle prime scene la si vedeva con la madre Rosario e il fidanzato nella nuova casa, a scegliere il colore per le pareti. Guardando quella scena e quella terribile scelta a cui è costretta dal suo aguzzino, nella sua vita "normale", irreprensibile padre di famiglia e marito innamoratissimo e geloso, viene da pensare a tutte le donne che hanno davvero vissuto un dramma così grande, una coercizione della loro volontà così indignante e dolorosa. Viene da pensare a quanto sia penoso questo mondo, che non sa punire i responsabili di tanta abiezione: i clienti, gli uomini che esigono i bordelli, senza preoccuparsi delle vite spezzate dalla loro incapacità di gestire la propria vita sessuale. Loro, prima di tutti, andrebbero puniti.
Il sequestro di Juliana, la giovane donna costretta alla drammatica scelta, e la ricerca instancabile di sua madre, che si appella disperatamente a chiunque, mettendo in difficoltà la rete di trfficanti,  impreparata a una reazione così determinata, sono ispirati a un fatto di cronaca reale. Lo hanno raccontato vari media argentini in questi giorni.
Fonte di ispirazione è la storia di Susana Trimarco, a cui il 3 aprile 2002 è stata spezzata la vita. Fino ad allora era una donna di classe media, che viveva con la sua famiglia in un'umile e tranquilla casa nei pressi di San Miguel de Tucumán, nella provincia settentrionale di Tucumán. Una famiglia normale, non ricca, ma con tutto il necessario per poter vivere serenamente. Quel 3 aprile 2002, alle 9.30 María de los Angeles Verón, la 23enne figlia di Susana, è stata sequestrata da una banda, che l'ha venduta per 2500 pesos a un bordello de La Rioja. Da allora Marita, così la chiamavano in famiglia, è una delle 400 donne sparite negli anni della democrazia, sequestrate dalle reti di traffico delle persone.
Susana non ha mai smesso di cercare sua figlia: "Non sapevamo cosa fare, non sapevamo come e dove cercarla, se avessi avuto l'esperienza che ho adesso, mia figlia sarebbe riapparsa" dice oggi. A ottobre ha creato la Fundación María de Los Angeles, per lottare contro il traffico di persone, il logo apparirà anche in Telefé, la tv che trasmette Vidas Robadas: "Ci sono 144 organizzazioni in Argentina che si dedicano a questo tema" dice "c'è molta gente che mi sta appoggiando, siamo molte le persone impegnate e coinvolte in questa tragedia".
A lei è ispirato il personaggio di Rosario, interpretato da Soledad Silveyra, una delle attrici più belle d'Argentina per la prima volta in un ruolo che punta più sulle sue qualità drammatiche che su quelle fisiche. Prima di iniziare le riprese Silveyra ha passato qualche tempo in Tucumán, per conoscere Susana e mettersi nei suoi panni. "Hanno intitolato la telenovela Vidas Robadas perché Soledad, dopo che le ho raccontato le mie sofferenze, si è messa a piangere e mi ha detto "Susana, non posso credere che nell'Argentina della democrazia stiano succedendo cose così". Allora io le ho detto: "Sole, è vero. Mi hanno rubato mia figlia, mi hanno rubato la vita". Dopo mi hanno chiamato da Telefé per dirmi che avrebbero usato la mia frase come titolo della telenovela".
Questa sera va in onda la sesta puntata. Nelle anticipazioni si è vista Juliana, che è riuscita a sfuggire ai suoi aguzzini e che corre verso un'auto della Polizia in cerca di salvezza. Ma, sappiamo già, la Polizia è molto spesso complice di queste reti che spezzano vite di giovani donne e di bambini...