domenica 2 marzo 2008

Facundo Arana, protagonista di Vidas robadas

facundo_arana.jpg (13520 byte)Lunedì inizia su Telefe, in Argentina, Vidas robadas, una telenovela che racconta la difficile storia d'amore tra un antropologo e una fotografa, sullo sfondo del traffico umano e della schiavitù. "Invece di raccontare storie parallele, o che le trame secondarie servano per ostacolare e ritardare l'amore tra i due protagonisti, la forza della storia che si racconta ha un peso più o meno simile a quella d'amore" spiega in un'intevista a Página 12 il bel Facundo Arana, protagonista della telenovela "La schiavitù è un problema mondiale. E la cosa peggiore è che è un tema che esiste anche in Argentina, nonostante quello che crediamo. Attraverso la storia, Vidas robadas cerca un modo di far sapere che la schiavitù è un problema sociale che continua ad esistere. E se riesce a trovarlo, non solo avremo raccontato una storia, ma saremo serviti a far prendere coscienza di quello che succede nel XXI secolo".
Da qualche anno le telenovelas argentine, soprattutto quelle di Telefé, non si limitano a raccontare una storia d'amore complicata al punto giusto da intrigare, intrattenere e incuriosire il pubblico fino a creare la necessaria dipendenza per il successo. Ma nella loro trama inseriscono elementi "rivoluzionari" per il genere e non esitano a toccare temi sociali più o meno scottanti. Ha iniziato Resistiré, in cui alla storia d'amore si sono mescolati elementi tipici del thriller e della fantascienza, con tanto di scienziati alla ricerca dell'elisir della vita eterna e di accenni ai dubbi etici causati da simili operazioni. Poi è venuta Montecristo, storia d'amore e di vendetta ma, soprattutto, prima telenovela incentrata sugli orrori della dittatura. "Io mi sono tolto il cappello davanti a Montecristo" confessa Facundo Arana, che curiosamente era la star della telenovela concorrente, Padre Coraje, un po' commedia degli equivoci e un po' storia di vendette e ingiustizie della provincia argentina con qualche appunto alla Chiesa "Pensavo che Resistiré sarebbe stata un caso isolato e invece è stato solo il primo germoglio di quello che sarebbe stato un nuovo modo di raccontare telenovelas. Credo che Vidas Robadas sarà un passo ulteriore in questa ricerca. La cosa buona è che questo processo si è sviluppato poco a poco, ha generato un giro d'affari milionario e non ha fatto volare la testa di nessuno. La telenovela argentina oggi si esporta in oltre una sessantina di mercati e la schiavitù è un problema che esiste in Argentina e nel mondo".
Nell'intervista Facundo Arana dà una bella definizione anche del ruolo di giutizia e vendetta in una telenovela. Se Santiago Diaz Herrera, il protagonista di Montecristo, tornato a Buenos Aires dopo 10 anni di carcere ingiusto in Marocco, cerca vendetta, il suo personaggio, cercherà vendetta o giustizia? gli chiedono e lui risponde: "Una non esiste senza l'altra. Nei libri di storia si parla sempre di giustizia. Però non c'è giustizia senza vendetta e non c'è vendetta senza giustizia, almeno nelle telenovelas. Nella vita, in tutti i casi, può esserci l'una senza l'altra. Però nella finzione non c'è sete di giustizia, se non c'è una sete di vendetta di qualche tipo. Ci sarà un mistero a breve termine e altri che alimenteranno il gran mistero di Vidas robadas... dov'è questa persona, cosa è stato della sua vita, cosa è successo, perché? è un nodo drammatico molto grande, che si sta lavorando con molta attenzione".
Per Facundo Aranas, una delle star più amate della tv argentina, con Pablo Echarri di Montecristo e Resistiré il volto maschile più rappresentativo delle nuove telenovelas argentine, Vidas robadas rappresenta una nuova sfida professionale. Amatissimo protagonista di telenovelas come Yago pasión morena, ambientato tra la provincia di Corriente, le Cascate di Iguazù e la capitale, di Padre Coraje, in cui, biondissimo e bellissimo, si nascondeva nei panni di un prete, con tutti gli equivoci d'amore conseguenti, per sfuggire a un'ingiustizia e scoprire nuove trame di corruzione, di Sos mi vida, uno dei successi più clamorosi della tv argentina degli ultimi anni, adesso cambia registro. In Vidas robadas non solo ci saranno le denunce del traffico umano, che fa sparire migliaia di persone ogni anno, ma anche gli sport estremi amati dal protagonista e i paesaggi incredibili dell'Argentina interior, interna; l'attore, che vanta più successi che fallimenti nella sua carriera, dice di non sentire una particolare responsabilità: "Non è altro che una questione commerciale. Nessuna fiction si fa oggi sul nome o sulle spalle di una persona. La TV si è evoluta sufficientemente per fare sì che i prodotti superlativi siano quelli in cui tutti gli ingranaggi, produzione, sceneggiatura, costumi, recitazione, funzionino intrecciati".
Per lui Vidas robadas arriva in un gran momento professionale e personale. Da una parte inizia il rapporto con Telefe, la più importante tv argentina, dopo i successi di Padre Coraje e Sos mi vida, raccolti per Canal13, dall'altra sta per diventare per la prima volta, a 37 anni, papà di un figlio che aspetta dalla sua nuova compagna, la presentatrice Maria Susini.
Il ragazzo scoperto mentre suonava il sax nella metropolitana di Buenos Aires e invitato a presentarsi ad alcuni provini ha fatto un bel pezzo di strada.
PS Grazie, Cris!