Il 30 settembre 2003 il 21enne Juan Manuel Fernández Montoya ha investito il pedone Benjamin Olalla in una strada di Siviglia, dandosi poi alla fuga. Aveva saltato un rosso e stava guidando, senza avere la patente, una BMW, a 90 km/h, su una strada che consentiva al massimo i 50 km/h. Poco dopo il 35enne Benjamin Olalla sarebbe morto e sarebbe iniziato uno dei casi mediatici più popolari degli ultimi anni. Se non fosse stato per alcune intercettazioni alla famiglia di Juan Manuel, nell'ambito di altre indagini e considerate poi illegali, non si sarebbe mai arrivati al nome del giovane e la morte di Olalla sarebbe stata una delle tante che succedono sulle strade del mondo con i responsabili vigliaccamente in fuga. Non appena scoperto, Fernández ha cercato di dirigere l'attenzione sul fratello che, minorenne, non sarebbe passato per il carcere. Poi, vistosi praticamente scoperto, ha accettato le proprie responsabilità in una pubblica confessione, fino alle estreme conseguenze, 16 mesi di carcere, 8 per omissione di soccorso e 8 per grave imprudenza. Nei mesi del processo ha sposato la fidanzata di sempre, Rosario Amaya, con una cerimonia fastosamente gitana, con tanto di ostensione del fazzoletto a dimostrare la verginità della sposa, che ha scandalizzato parte dell'opinione pubblica. In silenzio ha anche sopportato la sua erinni personale, María Ángeles Madero, la vedova di Olalla, che chissà se sarebbe stata altrettanto implacabile se l'investitore di suo marito fosse stato un 21enne qualunque e non un gitano dallo sguardo tenebroso, discendente di una stirpe di grande bailaores e a sua volta severo sostenitore del flamenco puro e tradizionale, senza il mestizaje e le fusions care all'altro grande bailaor di questi tempi, Joaquin Cortés.
Joaquin Cortés e Farruquito, nome d'arte del nostro Juan Manuel, sono entrambi gitani, ma all'antitesi per visione del ballo, dello spettacolo e della tradizione. Ed è quasi surreale che il più conservatore dei due sia il più giovane, il 26enne Farruquito. Per parte di madre, la Farruca, Juan Manuel Fernandez Montoya è nipote del leggendario Farruco, bailaor di grande intensità e altrettanta fama; con lui ha iniziato a calcare le scene a soli 5 anni, debuttando a Broadway nello spettacolo Flamenco Puro. Solo nei suoi primi 10 anni di vita ha partecipato al videoclip Camarón Nuestro e al film Flamenco di Carlos Saura, ha presentato la sua primera temporada alla Sala Zambra di Madrid, è stato protagonista dello spettacolo Bodas de Gloria, con la sua famiglia, e ha preso parte alla Cerimonia di Inaugurazione dei Giochi Paralimpici di Barcellona e allo spettacolo Presente, Pasado y Futuro della Expo Universale di Siviglia. Quando suo nonno è morto, nel 1997, il 15enne Farrquito aveva già l'esperienza per farsi carico dell'eredità artistica familiare, diventando l'organizzatore e creatore degli spettacoli e l'autentico capofamiglia. Ha portato la sua concezione personale del flamenco in tutto il mondo; nel 2001 è stato per The New York Times "il miglior artista che si sia visto quest'anno nella Grande Mela"; nel 2003 ha posato per Richard Avedon ed è stato inserito da People nella lista dei 50 uomini più belli del mondo. Poi c'è stata la tragedia che poteva bloccargli la vita e la carriera e che ha spinto parte dell'opinione pubblica spagnola a chiedersi se la sua fama e la sua etnia fossero colpevoli della sentenza che lo ha mandato in carcere (con la vedova che lo voleva in galera a vita... comprensibile il dolore, un po' più stucchevole la ripetuta rabbia che "lui tornerà a ballare e ad essere famoso a me chi mi restituirà mio marito"... forse non glielo avrebbe restituito nessuno anche se l'investitore fosse stato un comune commesso viaggiatore senza nessuna fama, chissà se a lei avrebbe dato altrettanto fastidio e avrebbe avuto altrettanto spazio sui media. Ma è già un'altra storia).
Ottenuta pochi mesi fa la libertà condizionale, grazie alla buona condotta, e con un braccialetto elettronico che gli permette di non tornare a dormire in cella, Farruquito debutta stasera alla XV Bienal del Flamenco di Siviglia, iniziata un paio di giorni fa. Il suo spettacolo, Puro, già presentato in anteprima a Palma di Maiorca a luglio, è uno dei più attesi della manifestazione, all'Auditorio Rocio Jurado, il più grande della città andalusa. I biglietti sono esauriti. Passione per il flamenco? morbo per vedere in azione l'investitore di Benjamin Olalla? Non si sa.
Quello che si sa è che Farruquito está muy ilusionado di tornare a ballare davanti al pubblico della sua città e in uno spettacolo scritto completamente da lui. Persino i testi del cante. Nelle interviste di questi giorni sostiene che è il suo spettacolo più personale, in cui esprime la sua visione delle cose e la sua visione del flamenco "che non cambierà". Lo spettacolo è come un viaggio nel flamenco meno frequentato nell'attualità, con un'attenzione particolare alla soleá. "E' la migliore eredità lasciatami da mio nonno e farla di questi tempi... se ho una minima parte del riflesso del gran bailaor che è stato Farruco, mi piace che si veda lì, nella soleá" ha spiegato Farruquito. Che ha voluto evitare ogni possibile disputa nell'eterna lotta tra ortodossi ed eterodossi del flamenco. Il titolo dello spettacolo, Puro, non si riferisce alla polemica sempre vigente: "Puro significa essere fedeli a se stessi. Lo spettacolo rappresenta me, come sono quando ballo, la musica e i testi dicono cosa mi piace ascoltare quando ballo, non mi sono fatto guidare da nessuno stavolta, neanche dalla mia famiglia. Questo è essere puro, è essere autentico. La purezza è fare al 100% quello che senti".
Come sottolineava oggi il Correo de Andalucia, il fatto che "Farruquito rappresenti la generazione di bailaores più fedeli alle radici, non significa che rinunci ad essere il ragazzo del XXI secolo che è". I suoi costumi sono stati disegnati da Victorio y Lucchino, gli stilisti sivigliani più famosi di Spagna, quelli del resto del cast sono di Hugo Brass. Tra poco uscirà anche un DVD ispirato a Puro, in cui Farruquito mostrerà vari aspetti del dietro le quinte di una produzione flamenca e molta parte di se stesso. Lo spettacolo muove 80 persone, sul palco ci sono sette cantaores Juan José Amador, Antonio Zúñiga, Pedro el Granaíno, El Rubio de Pruna, La Tana, Encarnita Anillo e María Vizarraga, con Manuel Molina come artista invitato. Si inizia alle 22. Suerte, Farruquito!
Joaquin Cortés e Farruquito, nome d'arte del nostro Juan Manuel, sono entrambi gitani, ma all'antitesi per visione del ballo, dello spettacolo e della tradizione. Ed è quasi surreale che il più conservatore dei due sia il più giovane, il 26enne Farruquito. Per parte di madre, la Farruca, Juan Manuel Fernandez Montoya è nipote del leggendario Farruco, bailaor di grande intensità e altrettanta fama; con lui ha iniziato a calcare le scene a soli 5 anni, debuttando a Broadway nello spettacolo Flamenco Puro. Solo nei suoi primi 10 anni di vita ha partecipato al videoclip Camarón Nuestro e al film Flamenco di Carlos Saura, ha presentato la sua primera temporada alla Sala Zambra di Madrid, è stato protagonista dello spettacolo Bodas de Gloria, con la sua famiglia, e ha preso parte alla Cerimonia di Inaugurazione dei Giochi Paralimpici di Barcellona e allo spettacolo Presente, Pasado y Futuro della Expo Universale di Siviglia. Quando suo nonno è morto, nel 1997, il 15enne Farrquito aveva già l'esperienza per farsi carico dell'eredità artistica familiare, diventando l'organizzatore e creatore degli spettacoli e l'autentico capofamiglia. Ha portato la sua concezione personale del flamenco in tutto il mondo; nel 2001 è stato per The New York Times "il miglior artista che si sia visto quest'anno nella Grande Mela"; nel 2003 ha posato per Richard Avedon ed è stato inserito da People nella lista dei 50 uomini più belli del mondo. Poi c'è stata la tragedia che poteva bloccargli la vita e la carriera e che ha spinto parte dell'opinione pubblica spagnola a chiedersi se la sua fama e la sua etnia fossero colpevoli della sentenza che lo ha mandato in carcere (con la vedova che lo voleva in galera a vita... comprensibile il dolore, un po' più stucchevole la ripetuta rabbia che "lui tornerà a ballare e ad essere famoso a me chi mi restituirà mio marito"... forse non glielo avrebbe restituito nessuno anche se l'investitore fosse stato un comune commesso viaggiatore senza nessuna fama, chissà se a lei avrebbe dato altrettanto fastidio e avrebbe avuto altrettanto spazio sui media. Ma è già un'altra storia).
Ottenuta pochi mesi fa la libertà condizionale, grazie alla buona condotta, e con un braccialetto elettronico che gli permette di non tornare a dormire in cella, Farruquito debutta stasera alla XV Bienal del Flamenco di Siviglia, iniziata un paio di giorni fa. Il suo spettacolo, Puro, già presentato in anteprima a Palma di Maiorca a luglio, è uno dei più attesi della manifestazione, all'Auditorio Rocio Jurado, il più grande della città andalusa. I biglietti sono esauriti. Passione per il flamenco? morbo per vedere in azione l'investitore di Benjamin Olalla? Non si sa.
Quello che si sa è che Farruquito está muy ilusionado di tornare a ballare davanti al pubblico della sua città e in uno spettacolo scritto completamente da lui. Persino i testi del cante. Nelle interviste di questi giorni sostiene che è il suo spettacolo più personale, in cui esprime la sua visione delle cose e la sua visione del flamenco "che non cambierà". Lo spettacolo è come un viaggio nel flamenco meno frequentato nell'attualità, con un'attenzione particolare alla soleá. "E' la migliore eredità lasciatami da mio nonno e farla di questi tempi... se ho una minima parte del riflesso del gran bailaor che è stato Farruco, mi piace che si veda lì, nella soleá" ha spiegato Farruquito. Che ha voluto evitare ogni possibile disputa nell'eterna lotta tra ortodossi ed eterodossi del flamenco. Il titolo dello spettacolo, Puro, non si riferisce alla polemica sempre vigente: "Puro significa essere fedeli a se stessi. Lo spettacolo rappresenta me, come sono quando ballo, la musica e i testi dicono cosa mi piace ascoltare quando ballo, non mi sono fatto guidare da nessuno stavolta, neanche dalla mia famiglia. Questo è essere puro, è essere autentico. La purezza è fare al 100% quello che senti".
Come sottolineava oggi il Correo de Andalucia, il fatto che "Farruquito rappresenti la generazione di bailaores più fedeli alle radici, non significa che rinunci ad essere il ragazzo del XXI secolo che è". I suoi costumi sono stati disegnati da Victorio y Lucchino, gli stilisti sivigliani più famosi di Spagna, quelli del resto del cast sono di Hugo Brass. Tra poco uscirà anche un DVD ispirato a Puro, in cui Farruquito mostrerà vari aspetti del dietro le quinte di una produzione flamenca e molta parte di se stesso. Lo spettacolo muove 80 persone, sul palco ci sono sette cantaores Juan José Amador, Antonio Zúñiga, Pedro el Granaíno, El Rubio de Pruna, La Tana, Encarnita Anillo e María Vizarraga, con Manuel Molina come artista invitato. Si inizia alle 22. Suerte, Farruquito!