venerdì 5 dicembre 2008

Fiera del Libro di Guadalajara: il diverso significato delle parole, nei Paesi che parlano spagnolo

Alla Fiera del Libro di Guadalajara, in corso in questi giorni, c'è stato un incontro decisamente curioso e interessante con la scrittrice argentina Luisa Valenzuela, lo scrittore colombiano Daniel Samper, il presidente di EFE Álex Grijelmo, la giornalista messicana Lydia Cacho e l'accademica Concepción Company, anch'essa messicana. Il titolo della conversazione era El sexo en la lengua e gli intervenuti hanno discusso, davanti a una platea in larga parte composta da giovani, sulle differenze dello spagnolo sui due lati dell'Atlantico e sul sessismo della lingua.
Ad esempio. Uno spagnolo coge un tren, prende un treno, ma un messicano e un argentino non lo farebbero mai, loro toman un treno. Perché? Passato l'Atlantico e arrivati in Messico e in Argentina, coger perde il significato di prendere un mezzo di trasporto per diventare uno dei modi più diffusi (e volgari) di parlare del rapporto sessuale. In Argentina è bene non parlare di concha, perché è uno dei modi più comuni di definire la vagina, nonostante in quasi tutto il mondo ispanico la concha sia semplicemente una conchiglia, di quelle che si trovano sulla battigia; così come, sempre in Argentina,  meglio trovare un'altra definizione per le donne che preparano le tortillas perché tortillera si usa per una donna lesbica. Su queste parole che attraversando frontiera cambiano significato ha scherzato Daniel Samper, affermando che bisogna imparare "come gemere adeguatamente durante la copula per non confondere l'amante". L'esempio che ha usato è Freud, che "avrebbe avuto qualche problema, avesse dovuto conquistare una colombiana, sentendosi dice "Ay, papito!"", uno dei piropos, complimenti, più comuni lanciati da una donna a un uomo (le donne sono mami o mamacitas, gli uomini papasitos o papitos).
Il sesso e i doppi sensi che complicano la vita agli ispanici (non per niente è loro costume chiedere all'interlocutore di dove sia e quale sia il significato della parola usata nel suo Paese, prima di offendersi) non sono solo l'unico problema della lingua. Concepción Company ha voluto puntare il dito sul sessismo, o meglio, sul machismo del castigliano, che parla di malqueridas, donne senza amore, ma non ha equivalente definizione per gli uomini soli e sfortunati in amore. Ma il femminile si prende la sua vendetta: come ha notato argutamente Company "i problemi sono maschili, ma le soluzioni sono femminili".
"Il sesso è parte della realtà, ma non della grammatica" ha commentato Álex Grijelmo. Con due sole frasi ha chiarito come il sessismo sia più un problema culturale che linguistico: "il personale della pulizia dell'hotel lavora molto bene" e "la polizia ha arrestato alcuni rapinatori". La prima frase fa pensare a un lavoro compiuto da donne, la seconda a uno tipicamente maschile. Non è colpa del castigliano, anche se la conversazione sulle sue differenze, che testimoniano la sua grande vivacità e apertura, è stata una delle più interessanti della Fiera di Guadalajara.