giovedì 9 aprile 2009

La dengue assedia Buenos Aires

La dengue è una malattia tropicale, trasmessa all'uomo da una zanzara, la Aedes aegypti. Il virus circola poi nel sangue umano e può essere trasmesso ad altre persone dalle punture delle zanzare (il contagio uomo a uomo è impossibile senza la presenza delle zanzare). Qualche giorno dopo essere stata infettata, la persona inizia ad avere febbri molto alte, accompagnate da dolori muscolari, nausea, vomito e irritazioni sul corpo. Se adeguatamente curata, la malattia viene facilmente superata, altrimenti può causare anche la morte. La dengue è diventata endemica in molte aree del mondo: Sud-Est asiatico, Africa, Mediterraneo orientale, America Centrale e Meridionale.
Da settimane i media argentini avvertono di un'epidemia di dengue in corso nelle province settentrionali. Siccome Buenos Aires e le aree più ricche del Paese sembravano escluse dal fenomeno, le autorità hanno cercato di minimizzarlo. Ma adesso i numeri sono allarmanti e i primi casi si registrano anche nella capitale. In tredici provincie si registrano ben 7.700 casi di dengue, 2000 in più della scorsa settimana. E a Buenos Aires ci sono già 69 casi accertati e 64 in studio. Il Ministero della Sanità sta cercando di evitare il panico nella capitale, sottolineando che i malati sono persone provenienti dalle province. Ma non è una ragione di tranquillità: basta che queste persone siano punte da una zanzara perché il virus si propaghi. "La situazione è sotto controllo" ha detto il sindaco della città, il controverso Mauricio Macri.
L'invito alla calma si accompagna alle istruzioni contro la Aedes aegypti: uso di zanzariere, di vestiti adeguati, di repellenti, soprattutto nelle prime ore del mattino, quando l'insetto è più attivo. E siccome la zanzara si riproduce in ambienti umidi, non mancano gli inviti a tenere puliti i cortili e i giardini e ad evitare depositi di acqua, persino quelli delle bottiglie di plastica abbandonate, che potrebbero essere facile nido per le larve. Sono partite le disinfestazioni nelle aree verdi della Gran Buenos Aires. Che, pur avendo aspirazioni e architetture europee, è pur sempre una città latinoamericana, con periferie smisurate cresciute senza controllo e con quartieri residenziali che si alternano alle villas dei disperati, in cui si ammassano catapecchie spesso senza alcun servizio urbanistico, ossia, senza impianti fognari o elettrici o idrici, con le immaginabili conseguenze igieniche. Villa 31, la più famosa e popolosa baraccopoli di Buenos Aires, ospita quasi 26mila persone in un'area che non è mai stata urbanizzata (Macri aveva promesso in campagna elettorale che l'avrebbe buttata giù, essendo, tra l'altro, a ridosso dell'elegante quartiere di Recoleta) e in cui arrivano ogni settimana una decina di famiglie dalle provincie già colpite dalla dengue. Garantire le disinfestazioni in una simile giungla è piuttosto complicato e la dottoressa Alicia Stolkiner, cattedratica di Salute Pubblica all'Università di Buenos Aires, interrogata dai media, agita lo spettro di Rio de Janeiro che, colpita da un'epidemia simile, dovette fare una disinfestazione "casa per casa".
I media parlano di questa epidemia iniziata nelle province settentrionali di Salta e Jujuy da ormai molte settimane, si diceva. E la preoccupazione del contagio è aumentata in questa Settimana Santa, con migliaia di argentini in movimento: solo mercoledì si sono spostati verso il nord 5000 porteños, per fare un esempio.
Quando le emergenze sono alle porte iniziano le accuse e le controaccuse. E l'Argentina non sfugge alla regola. "Sappiamo che la zanzara è presente in Argentina da almeno 15 anni, nel frattempo ci sono stati vari governi e tutti si sono girati dall'altra parte. Invece bisogna fare campagne di prevenzione, spiegare alla gente come comportarsi e migliorare la qualità della vita delle persone" ha detto Ricardo Gurtler, un ricercatore della Facoltà di Scienze Esatte e Naturali. Una moderna Cassandra: il governo è ancora impegnato a stabilire se l'epidemia è già scoppiata o sta per scoppiare...