lunedì 15 giugno 2009

El Prat, l'aeroporto di Barcellona, lancia il suo Terminal 1, firmato da Ricardo Bofill

Domani Barcellona inaugura il nuovo Terminal del suo aeroporto. Lo firma Ricardo Bofill, uno dei più prestigiosi architetti catalani, già autore dell'ampliamento del vecchio terminal, occupa 500mila mq ed è stato progettato per accogliere 55 milioni di passeggeri all'anno. Ha una forma che incuriosisce i media, indecisi se associarla a un grande uccello dalle ali spiegate o a un aeroplano. "La forma è vagamente metaforica, tra un aereo e un uccello" ha chiarito ieri Bofill a El Pais "anche se le metafore in architettura non possono essere esatte". Anche perché l'architettura deve rispondere a esigenze reali, oltre che soddisfare metafore di architetti e committenti. "Inizio a lavorare sempre con una matita su una pagina bianca" ha detto Bofill "Mi chiudo nel mio studio per due giorni e, senza alcun altro riferimento mi metto al lavoro. Solo, perché anche se l'architettura è un lavoro di squadra, quando definisci il concetto e devi plasmare in una linea la sintesi delle idee di un progetto, sei solo con te stesso, con la tua esperienza e quello che sai. Questa parte, in cui devi definire mentalmente quello che vuoi, è quella che mi piace di più del mio lavoro, è la parte più difficile e più bella, quella magica dell'architettura, la più creativa".
La T1 conta su due grandi edifici, uno più largo su cui si trovano i servizi principali, dal check-in al ritiro bagagli, un altro, in perpendicolare, più lungo su cui si trovano gli imbarchi. Una delle caratteristiche più evidenti del complesso sono le grandi superfici vetrate, da cui filtrano la luce e i panorami catalani; li accompagnano strutture azzurrate verso sud, come il Mediterraneo, e viranti al verde, verso nord, a guardare Montserrat. All'interno dominano i colori chiari, che accompagnano verso l'imponente centro commerciale, concepito per catturare l'attenzione del passeggero sin dal primo momento. Conta già sulla presenza di marche come Zara, Massimo Dutti, Adidas, Hugo Boss, Ferrari. Diana Marly, direttore della distribuzione tecnica di Áreas, il gruppo imprenditoriale che gestirà 17 negozi della T1, dice a La Vanguardia che la strategia di vendita si basa sul fatto che il 90% dei passeggeri visiterà un massimo di due-tre negozi, a causa dei tempi tra il check-in, l'individuazione del gate di imbarco e l'imbarco vero e proprio. "La maggior parte dei negozi di moda punta più sui pezzi di sopra, pullover o camicie, più facili da provare" spiega, così come "è più facile vendere una o due bottiglie di vino che una cassa intera" a causa del peso e delle dimensioni. L'offerta è la stessa dei negozi cittadini, le strategie giocano "sulle piccole sottigliezze che fanno la differenza, il prodotto più pratico, il regalo rapido, la sorpresa".
"Prima l'aeroporto era una macchina funzionale, ma adesso è anche un posto d'uso in cui la gente compra, lavora, mangia e riposa. E' un mondo a parte. La cosa importante è che si stia bene dentro e che gli spazi siano tranquilli, con zone diverse, affinché, se bisogna starci dentro per qualche ora, l'attesa sia gradevole" commenta Bofill. E proprio pensando a questa doppia funzione, funzionale ed estetica, l'architetto catalano si è ispirato ad Andrea Palladio, che definisce su El Pais "il più importante architetto della storia", perché ha saputo adattare "le proporzioni dell'architettura classica alle necessità del suo tempo". Bofill non ha rinunciato al bello: "Sembra che sia un'idea poco progressista, ma a me piacciono l'intelligenza e l'estetica, che hanno una armonia e una logica che ho studiato e applicato per tutta la vita". La funzionalità della sua T1 passa anche per la sostenibilità: conta su pannelli solari e tecnologie che permettono di risparmiare il 20% di elettricità, regolare la luce artificiale secondo la portata di quella naturale e ottenere il 70% dell'acqua calda grazie all'energia solare. "E' un aeroporto di Ricerca e Sviluppo, è una ricerca applicata sia dal punto di vista costruttivo che logistico, considerando le molteplici funzioni da combinare" commenta Bofill. Per realizzare la T1 ci sono voluti 10 anni e alcuni cambiamenti dovuti al taglio del budget iniziale previsto. Il parcheggio è più in basso rispetto al progetto originale e il giardino sulla terrazza non è stato realizzato. Ma Ricardo Bofill non nasconde l'emozione di vedere "le linee che ho disegnato diventare realtà". Domani il giorno della verità, con l'impatto dei primi 33mila viaggiatori previsti.
E' un giorno a cui guardano con curiosità da tutta la Spagna. Se pensiamo che nel 2006 Barajas, l'aeroporto di Madrid, ha inaugurato la sua T-4, disegnata da Richard Rogers, possiamo dire che in tre anni i due più importanti aeroporti spagnoli hanno svecchiato e ampliato le proprie strutture, affidandole a due dei più importanti architetti d'Europa. Anche questo, in mezzo alla grave crisi economica, parla della vivacità della Spagna.
Le foto da elpais.com e lavanguardia.es