martedì 18 agosto 2009

Acentos perdidos, la nuova crociata dello spagnolo in America Latina

Una delle cose più complicate per uno straniero è l'uso degli accenti nello spagnolo scritto. Ci sono regole ben precise che bisogna conoscere bene per poter scrivere correttamente; e infatti io, che ho praticamente imparato la lingua leggendo El Pais e Hola e ascoltando le canzoni, mi sono dovuta procurare una grammatica per avere le idee più chiare su come si mettono gli accenti nello spagnolo scritto. Per noi, che siamo abituati a una lingua che non usa gli accenti grafici, è un piccolo dramma perché in spagnolo l'assenza dell'accento cambia teoricamente la pronuncia delle parole: insomma, devo scrivere adiós se voglio pronunciarlo correttamente, perché le ultime sillabe che finiscono in s e in n vanno sempre accentate; se non metto l'accento e scrivo adios, la pronuncia corretta sarebbe adìos; le parole sdrucciole vogliono sempre l'accento, se non lo si mette la parola viene letta come se fosse piana: cómoda, altrimenti, senza accento, si leggerebbe comòda. Come si vede la presenza dell'accento è fondamentale. E non parliamo della ñ, la lettera che identifica l'intera lingua spagnola e di cui gli hispanohablantes sono giustamente orgogliosissimi.
La diffusione di Internet e di tastiere non spagnole costringe chi non scrive dalla Spagna o dall'America Latina a vere e proprie barbaridades, tipo Espana invece di España, che gli spagnoli tollerano perché sanno e sono di larghe vedute, ma ovviamente non apprezzano affatto; o il più imbarazzante ano invece di año: avendo la prima parola lo stesso significato che ha in italiano, le battute non si contano quando si scrive cuantos anos tienes, invece di cuantos años tienes, quanti anni hai? c'è sempre lo spiritosone che pensa a quanti ani possa avere e te lo fa sapere (nei forum è una delle battute più diffuse all'uso di ano al posto di año).
Se della guerra degli ispanici in difesa della ñ su Internet si è già parlato, adesso dall'America Latina è partita una nuova lotta, quella in difesa degli accenti. Perché non sono solo gli stranieri che non sanno usarli e non è solo Internet che minaccia la loro sparizione. Un esempio eclatante è Telefónica, che ha abolito l'accento nel suo logo per l'America Latina, per cui, essendo Telefonica, si dovrebbe leggere Telefonìca. Un gruppo di giovani latinoamericani, stanchi di tanto lassismo nei confronti della propria lingua scritta hanno deciso di passare in azione. Nel Messico, in Perù e in Argentina hanno iniziato una "crociata ortografica" e, non appena vedono, manifesti, comunicazioni, pubblicità esposti sulla pubblica via senza accento, attaccano un grande accento di carta su cui viene anche spiegata, la regola ortografica violata. Poi, a prova della propria azione, fotografano la correzione e la pubblicano nel web, nel blog Acentos perdidos; sono così organizzati che hanno persino creato una pagina da cui scaricarsi gli accenti da applicare sulle parole scritte male. Ce n'è di ogni misura.
Dal blog possiamo vedere slogan di candidati messicani alle elezioni che abbondano di accenti (Qué tu vivas mejor! invece di Que tu vivas mejor, perché il Que non è né esclamativo né interrogativo, casi in cui sì, andrebbe accentato), indicazioni stradali messicane senza accento (si scrive México, non Mexico), Pubblicità e Progresso made in Perù con accenti che non c'entrano (Defende tú patrimonio, il tu è accentato solo quando è pronome personale, per distinguerlo dall'aggettivo possessivo, che non va accentato, per cui sarebbe Defende tu patrimonio) o che sono assenti (Metas alcanzalas, Obiettivi, raggiungili, alcanzalas vuole l'accento all'essere sdrucciola, per cui bisognerebbe scrivere, Metas, alcánzalas). Insomma la noncuranza per la lingua è diffusa a tutti i livelli ed è questo che combattono i nuovi crociati dello spagnolo. "Il nostro principale obiettivo è che la gente si renda conto dell'importanza di usare bene la nostra lingua" ha detto ai media l'argentino Rodrigo Maidana, uno dei promotori di Acentos perdidos nel suo Paese. L'idea, spiegano gli animatori dell'iniziativa, tutti giovani studenti, è "ludica, è una "desaccademizzazione dell'accademico, con un vandalismo soave che conserva fondamentalmente tutto il rigore". E quando le persone li vedono collocare accenti di carta sulle parole che ne sono prive, si sorprendono e si incuriosiscono perché "il nostro scopo non è far arrabbiare, ma causare un sorriso e aiutare a migliorare l'uso della lingua".
Che un'iniziativa del genere, nell'epoca degli sms che contraggono e avviliscono anche lo spagnolo, sia partita da un gruppo di giovanissimi, ha un suo fascino. E non è finita. Sul blog di Acentos perdidos arriva un SOS dalla Colombia: chiedono istruzioni per importare l'iniziativa anche nel loro Paese.