mercoledì 28 ottobre 2009

Eclisse totale ad Alcorcón: il Real Madrid perde 4 a 0 ed è quasi eliminato dalla Coppa del Re

Forse i più vicini alla Spagna avranno sentito parlare della Terremoto de Alcorcón, una cantante friki diventata una delle grandi icone dei gay spagnoli. Ma degli altri, alzi la mano chi ha mai sentito nominare Alcorcón, paesone della periferia meridionale di Madrid. Ebbene, da ieri non c'è spagnolo (e appassionato di calcio) che ignori Alcorcón o che non parli di Alcorconazo.
Nella Copa del Rey, l'equivalente della Coppa Italia, il Real Madrid, il grande Real Madrid ricostruito da Florentino Pérez intorno a Cristiano Ronaldo, il giocatore più caro della storia, e a Kakà, dotato in porta del portiere più forte del mondo, Iker Casillas, ha perso 4 a 0 dall'Alcorcón, che milita nella Segunda B, una sorta di serie C spagnola, con giocatori semiprofessionisti che non guadagnano più di 1200 euro al mese. Dire che mezza Spagna è in choc è un eufemismo. "Lo vedevo e non riuscivo a crederci" ha commentato Leo Messi, bandiera del Barcelona, sintetizzando le sensazioni di tutto il Paese.
Notte miserabile, Ridicolo storico, Eclisse totale ad Alcorcón, Incubo nel sud. I giornali di questa mattina ci andavano giù pesante (il titolo del post è spudoratamente copiato da El Mundo). E si può capire.
Gli spagnoli possono perdonare la sconfitta, lo fanno probabilmente più facilmente di altri tifosi, perché hanno una mentalità torera, hanno nell'anima l'idea della vergüenza torera. Devi crederci fino alla fine, devi dare anche l'anima, devi fare in modo che niente possa esserti rimproverato, perché lo diste todo, hai dato tutto, e se no pudo ser, se non è stato possibile, concetto che torna continuamente in ogni sconfitta spagnola, non è perché tu non hai dato anche il cuore: la vergüenza torera è soprattutto questo senso dell'onore. Nel calcio si traduce nel concetto di bel gioco, carissimo agli spagnoli: se il tuo è un calcio propositivo, spettacolare, aggressivo e divertente, puoi avere davanti il rivale più forte del mondo e puoi perdere che non importa. Tu sei migliore.
Il dramma del Real Madrid, ieri sera, è stato che non è stato all'altezza non solo della sua storia, ma di questa idea del calcio che hanno gli spagnoli. Per questo è imperdonabile.
In campo è apparso confuso, senza idee, sempre più frastornato, sempre meno propositivo. Ha perso e senza la vergüenza torera che rende ogni sconfitta onorevole. E per questo i titoli dei giornali e i commenti di esperti e tifosi sono senza appello. Raúl, il carismatico capitano che in assenza dell'infortunato Cristiano Ronaldo sembra essere l'unico a non aver perso la bussola, ha chiesto scusa ai tifosi e ha confessato di sentire vergogna. Lo si può capire: Cristiano è il calciatore più pagato della storia, i ragazzi dell'Alcorcón prendono 1200 euro al mese; l'Alcorcón ha un bilancio di circa un milione di euro annuali, il Real Madrid supera i 400 milioni di euro. Come non sentire vergogna al perdere 4 a 0 non al Camp Nou o a San Siro, come scriveva stamattina El Mundo, ma al Santo Domingo, piccolo stadio di periferia, con tribunette volenterose che niente hanno a che vedere con i trionfi e l'epica del Santiago Bernabeu? Erano 4000 sugli spalti e non ci potevano credere. Alla fine, racconta El Mundo, i madridisti presenti si sono uniti alle celebrazioni dei tifosi dell'Alcorcón, euforici e increduli, pronti a raccontarlo ai futuri nipoti.
Per il Real Madrid è tempo di darsi una scossa (per non essere eliminato dalla Copa del Rey deve adesso vincere 5 a 0 al Santiago Bernabeu... costretto da una squadra di Segunda B). Per il calcio spagnolo è uno choc salutare: "Quello che è successo ci dimostra che può succedere di tutto e nessuno può considerarsi a salvo" ha commentato saggiamente Leonel Messi. Per chi guarda il campionato spagnolo da lontano, perché ne ha già abbastanza con il Toro, senza doversi cercare altri guai, è un momento di contenuta allegria: vedere la caduta degli dei non è mai piacevole, ma vedere una piccola squadra che rinnova il mito di Davide e Golia, dà speranza. Il fato rimetterà le cose a posto, gli dei torneranno nel loro Olimpo e i Davide a custodire le pecore, però il semplice fatto che sia stato possibile, rende il momento indimenticabile, da raccontare ai nipotini. Quella volta che il grande Real Madrid perse 4 a 0 contro una squadra della Segunda B. Ci crederanno, quando glielo racconteremo?