venerdì 23 ottobre 2009

L'energia creativa di Berlino, al Premio Principe de Asturias 2009

Il Principe Felipe ha appena annunciato che quedan convocados, sono convocati, i Premi Principe de Asturias 2010; la cerimonia si è conclusa sulle sue parole. E mentre la Regina, i Principi, i premiati e circa 3000 invitati si troveranno all'Hotel de la Reconquista di Oviedo per continuare questi magici tre giorni asturiani, rimangono nella memoria due discorsi. Quello del sindaco di Berlino Klaus Wowereit, al ricevere il Premio Principe de Asturias de la Concordia, e quello del Principe Felipe, al concludere l'atto. 
Quello di Wowereit è un omaggio a una città straordinaria, che ha saputo reinventarsi senza dimenticare passato e responsabilità. E' Berlino, come l'ho vista nei giorni che ho avuto la fortuna di trascorrervi. Per questo traduco le sue parole. Credo che buona parte del senso dei Principe de Asturias, della sua ricerca di humanitas, solidarietà, speranza, sia in queste parole. 

A nome di tutti i berlinesi ringrazio la giuria per il grande onore di ricevere il Premio Príncipe de Asturias de la Concordia.
Quest'anno Berlino commemora i drammatici avvenimenti dell'autunno di 20 anni fa. Prima furono pochi quelli che sfidarono la dittatura con valore e determinazione. Poi arrivarono ad essere molti. Nell'autunno del 1989 milioni di persone scesero in strada a Berlino e altre città della DDR per manifestare pacificamente per i propri diritti di libertà.
Il 9 novembre 1989 buttarono già il muro che aveva diviso la città per tre decenni. Le immagini di chi ballava sul muro fecero il giro del mondo e suscitarono grande interesse. Fu il momento più felice della storia di Berlino. 
L'anno dopo la caduta del muro, la Germania e Berlino celebrarono la riunificazione in pace e libertà.
La Rivoluzione Pacifica della gente a Berlino e nelle altre città della DDR non sarebbe stata immaginabile senza gli avvenimenti precedenti in Polonia, Ungheria e Unione Sovietica. La riunificazione del nostro Paese non sarebbe stata possibile senza l'appoggio di molti amici all'estero e, non all'ultimo posto, della Spagna con il suo presidente Felipe González.
Ricordiamo tutto questo con gratitudine in Germania. 
Molti berlinesi superarono se stessi nelle settimane della Rivoluzione Pacifica. Si sa già che la fede in un futuro migliore è capace di muovere le montagne e da lei nacque la fiducia che dette ali ai berlinesi per vincere i problemi dell'unificazione. Il muro aveva tagliato la vena vitale di Berlino. Le sfide per l'ordine urbano, la politica di infrastruttura, economica e sociale non avevano paragone. Si persero centinaia di migliaia di posti di lavoro e si tardò a crearne altri. In sé la riunificazione significava perdite per molte persone. E: anche nella vita quotidiana era necessario che la gente dell'Est e quella dell'Ovest tornassero a incontrarsi. 
Oggi tra di noi ci sono i miei due predecessori, Walter Momper e Eberhard Diepgen. Si deve al loro lavoro diretto all'unificazione della città, l'identificazione delle pause nei tempi della riunificazione. 
Ma Berlino non stava guardando solo avanti. Berlino è sempre stata cosciente della sua storia e della sua responsabilità storica. Berlino fu la capitale della Germania nazista. Da lì si scatenò la criminale Guerra Mondiale. 
Berlino è il posto in cui si pianificò e realizzò una politica razziale sanguinosa, il cui culmine atroce fu l'assassinio di 6 milioni di giudei europei. Due anni fa il Premio de la Concordia è stato concesso al Museo dell'Olocausto, a Yad Vashem, che ricorda questi crimini, così come il Monumento all'Olocausto, nel cuore di Berlino e molti altri luoghi commemorativi nella capitale tedesca. 
Berlino riconosce la sua storia.
Ma, allo stesso tempo, Berlino è orgogliosa di quello che ha ottenuto nei due decenni dalla caduta del muro. Questo è quello che vogliamo celebrare tra poche settimane, il 9 novembre, quando ci riuniremo alla Porta di Brandeburgo, con molti invitati internazionali.
Berlino è una città del cambio con una grande energia creativa. Le persone provenienti da oltre 180 Paesi creano un ambiente aperto e tollerante. Allo stesso tempo siamo orgogliosi del fatto che sempre più persone di tutto il mondo visitino Berlino e, in particolare, sono numerosi, tra i nostri visitatori, gli spagnoli e le spagnole. Sono il terzo gruppo di turisti stranieri per numero. Qualche buco ancora esistente nell'aspetto urbano simbolizza lo spazio libero per le persone che si sentono attratte da Berlino. Artisti, scienziati, creativi vengono a Berlino perché la città offre loro opportunità uniche. Loro arricchiscono la città e contribuiscono alla trasformazione di Berlino.
La concessione del Premio Príncipe de Asturias de la Concordia è per noi uno stimolo per continuare questo cammino. La giuria ha apprezzato gli sforzi di Berlino per "costruire un nodo della concordia nel cuore della Germania e dell'Europa, che contribuisca alla comprensione, la convivenza, la giustizia, la pace e la libertà del mondo". 
Berlino si sente impegnata nella difesa di questo ideale. Il Premio Príncipe de Asturias de la Concordia ci riempie di orgoglio. Berlino dice ¡Gracias, Asturias! ¡Gracias España!