Il Principe Felipe ha appena annunciato che quedan convocados, sono convocati,
i Premi Principe de Asturias 2010; la cerimonia si è conclusa sulle sue parole. E mentre
la Regina, i Principi, i premiati e circa 3000 invitati si troveranno all'Hotel de la
Reconquista di Oviedo per continuare questi magici tre giorni asturiani, rimangono nella
memoria due discorsi. Quello del sindaco di Berlino Klaus Wowereit, al ricevere il Premio
Principe de Asturias de la Concordia, e quello del Principe Felipe, al concludere l'atto.
Quello di Wowereit è un omaggio a una città straordinaria, che ha saputo reinventarsi
senza dimenticare passato e responsabilità. E' Berlino, come l'ho vista nei giorni che ho avuto la fortuna di trascorrervi. Per questo traduco le sue parole. Credo che buona parte
del senso dei Principe de Asturias, della sua ricerca di humanitas, solidarietà,
speranza, sia in queste parole.
A nome di tutti i berlinesi ringrazio la giuria per il grande onore di ricevere il Premio Príncipe de Asturias de la Concordia.
Quest'anno Berlino commemora i drammatici avvenimenti dell'autunno di 20 anni fa. Prima
furono pochi quelli che sfidarono la dittatura con valore e determinazione. Poi arrivarono
ad essere molti. Nell'autunno del 1989 milioni di persone scesero in strada a Berlino e
altre città della DDR per manifestare pacificamente per i propri diritti di libertà.
Il 9 novembre 1989 buttarono già il muro che aveva diviso la città per tre decenni. Le
immagini di chi ballava sul muro fecero il giro del mondo e suscitarono grande interesse.
Fu il momento più felice della storia di Berlino.
L'anno dopo la caduta del muro, la Germania e Berlino celebrarono la riunificazione in
pace e libertà.
La Rivoluzione Pacifica della gente a Berlino e nelle altre città della DDR non sarebbe
stata immaginabile senza gli avvenimenti precedenti in Polonia, Ungheria e Unione
Sovietica. La riunificazione del nostro Paese non sarebbe stata possibile senza l'appoggio
di molti amici all'estero e, non all'ultimo posto, della Spagna con il suo presidente
Felipe González.
Ricordiamo tutto questo con gratitudine in Germania.
Molti berlinesi superarono se stessi nelle settimane della Rivoluzione Pacifica. Si sa
già che la fede in un futuro migliore è capace di muovere le montagne e da lei nacque la
fiducia che dette ali ai berlinesi per vincere i problemi dell'unificazione. Il muro aveva
tagliato la vena vitale di Berlino. Le sfide per l'ordine urbano, la politica di
infrastruttura, economica e sociale non avevano paragone. Si persero centinaia di migliaia
di posti di lavoro e si tardò a crearne altri. In sé la riunificazione significava
perdite per molte persone. E: anche nella vita quotidiana era necessario che la gente
dell'Est e quella dell'Ovest tornassero a incontrarsi.
Oggi tra di noi ci sono i miei due predecessori, Walter Momper e Eberhard Diepgen. Si deve
al loro lavoro diretto all'unificazione della città, l'identificazione delle pause nei
tempi della riunificazione.
Ma Berlino non stava guardando solo avanti. Berlino è sempre stata cosciente della sua
storia e della sua responsabilità storica. Berlino fu la capitale della Germania nazista.
Da lì si scatenò la criminale Guerra Mondiale.
Berlino è il posto in cui si pianificò e realizzò una politica razziale sanguinosa, il
cui culmine atroce fu l'assassinio di 6 milioni di giudei europei. Due anni fa il Premio
de la Concordia è stato concesso al Museo dell'Olocausto, a Yad Vashem, che ricorda
questi crimini, così come il Monumento all'Olocausto, nel cuore di Berlino e molti altri
luoghi commemorativi nella capitale tedesca.
Berlino riconosce la sua storia.
Ma, allo stesso tempo, Berlino è orgogliosa di quello che ha ottenuto nei due decenni
dalla caduta del muro. Questo è quello che vogliamo celebrare tra poche settimane, il 9
novembre, quando ci riuniremo alla Porta di Brandeburgo, con molti invitati internazionali.
Berlino è una città del cambio con una grande energia creativa. Le persone provenienti
da oltre 180 Paesi creano un ambiente aperto e tollerante. Allo stesso tempo siamo
orgogliosi del fatto che sempre più persone di tutto il mondo visitino Berlino e, in
particolare, sono numerosi, tra i nostri visitatori, gli spagnoli e le spagnole. Sono il
terzo gruppo di turisti stranieri per numero. Qualche buco ancora esistente nell'aspetto
urbano simbolizza lo spazio libero per le persone che si sentono attratte da Berlino.
Artisti, scienziati, creativi vengono a Berlino perché la città offre loro opportunità
uniche. Loro arricchiscono la città e contribuiscono alla trasformazione di Berlino.
La concessione del Premio Príncipe de Asturias de la Concordia è per noi uno stimolo per
continuare questo cammino. La giuria ha apprezzato gli sforzi di Berlino per
"costruire un nodo della concordia nel cuore della Germania e dell'Europa, che
contribuisca alla comprensione, la convivenza, la giustizia, la pace e la libertà del
mondo".
Berlino si sente impegnata nella difesa di questo ideale. Il Premio Príncipe de Asturias
de la Concordia ci riempie di orgoglio. Berlino dice ¡Gracias, Asturias! ¡Gracias
España!