martedì 22 giugno 2010

Sul Sorcerer II, alla ricerca di batteri e geni per creare una cellula sintetica anti-inquinamento

Il viaggio inizierà a Valencia, a bordo del Sorcerer II, e percorrerà tutto il Mediterraneo alla ricerca di batteri e geni che possano contribuire alla fabbricazione di un organismo artificiale in grado di combattere l'inquinamento e il cambio climatico. Detta così sembra un'idea un po' folle, ma siccome dietro c'è Craig Venter, che ha ottenuto la prima cellula fabbricata in laboratorio e che ha fissato la sequenza del genoma umano, allora la cosa acquista un'altra dimensione. "In ogni centimetro cubico d'acqua ci sono un milione di batteri e oltre 10 milioni di virus" ha spiegato ai media a Valencia, prima di imbarcarsi nell'ennesima avventura. Perché abbia scelto il Mediterraneo come primo mare da scandagliare, lo ha spiegato immediatamente: "E' un mare diverso dagli altri, è uno dei mari con la maggiore pressione umana del mondo, con un ricambio delle acque molto più lento e questo fa sì che ci siano organismi molto diversi, con capacità di adattamento molto diverse da quelle che hanno in altri mari".
La partenza per il Mediterraneo avverrà nei prossimi giorni, ma la squadra di Venter è in città da mesi, per preparare la spedizione ("Si sono trovati così bene che adesso non hanno voglia di partire!" ha scherzato lui). E adesso lui è impegnato in diversi appuntamenti scientifici e promozionali; tra questi c'è un'intervista a El Pais in cui ha parlato dei geni, di filosofia, di confini che l'etica non sa come gestire.
Gli dicono che la cellula sintetica, creata in laboratorio dalla sua equipe, è stata considerata un progresso simile a quello permesso dagli studi di Copernico e Galileo e lui non si schernisce. Annuncia anche un libro per rispondere alla domanda di sempre: cos'è la vita? "Credo che la costruzione di una cellula sintetica dimostri che la vita è basata sull'informazione. Questa cellula si ottiene interamente da un genoma sintetico, fabbricato in laboratorio, a partire da semplici composti chimici, e pertanto dimostra che la base della vita è l'informazione genetica". Un'informazione che però non è sufficiente a portare la vita in altri pianeti: "Sono necessari altri componenti per leggere le informazioni. La questione toccata dal nostro esperimento è molto diversa dall'origine della vita, non ha niente a che vedere con l'evoluzione reale, con il modo in cui la vita nacque davvero sul pianeta. Il nostro lavoro non riguarda questa questione. Se uno sta disegnando una nuova auto da corsa, davvero non importa chi ha fabbricato il primo motore o chi ha inventato la ruota. Semplicemente usi queste conoscenze precedenti e costruisci a partire da loro.Non stiamo cercando di ricapitolare l'evoluzione biologica, ma di utilizzarla come punto di partenza per creare nuovi organismi".
Gli chiedono se c'è una sequenza del DNA che definisce la frontiera tra la vita e la materia inerte e lui spiega: "Ce ne sono molte e alcune volte può essere una sola lettera. Per esempio, il nostro primo tentativo di costruire la cellula sintetica non ha funzionato e abbiamo potuto provare dopo che la ragione è stata un solo errore, una sola lettera che mancava in una sequenza di un milione di basi. In questo vaso, questa sola lettera è la differenza tra il vivo e l'inerte".
Il discorso di Venter è affascinante, parla di manipolazioni dei geni per scrivere genomi da zero, "genomi che non esistono in natura, ma lo facciamo mescolando geni naturali in nuove combinazioni o geni naturali modificati artificialmente". E' l'uomo che influisce sulla vita e sull'evoluzione e che ne diventa protagonista perché "l'evoluzione non è più un fenomeno naturale. Con il disegno dei nuovi geni e organismi possiamo accelerare l'evoluzione di milioni di anni. L'albero della vita ha a partire da adesso nuovi rami, rami sintetici, perfettamente distinguibili da quelli naturali per i marchi di acqua che introduciamo nei suoi genomi. Si tratta di un codice dentro di un codice dentro un altro codice e bisogna decifrare il primo per poter capire il seguente".
I problemi etici conseguenti a questa evoluzione, per ora non sembrano toccarlo. Quando gli riportano le critiche del Premio Novel John Sulston, che non ha apprezzato la sua intenzione di brevettare la cellula sintetica, risponde: "Io non sono a favore del brevetto su esseri viventi né su geni naturali, ma se vuoi sviluppare un batterio che produca biocombustibile a partire dall'anidride carbonica atmosferica e l'energia solare, hai bisogno di proteggere la tecnologia con brevetti che giustifichino gli investimenti. E questo ha davvero poco di nuovo".