sabato 3 luglio 2010

A poche ore da Spagna-Paraguay di Sudafrica 2010 e da casa

La tradizione e il fato vogliono che il ritorno in Italia, per sfuggire all'asfissiante estate andalusa, coincida con le semifinali dei Mondiali di Calcio.
A Siviglia ho vissuto due Mondiali, quello del 2002 e quello del 2006. Nel 2002 non avevo ancora idea dell'antipatia degli spagnoli per la nazionale italiana e del disprezzo con cui ne parlano, per cui mi sembrava naturale dire Suerte a la Selección! nei giorni in cui giocava la Spagna. Lo consideravo un gesto carino, di complicità e fratellanza da Mondiale. Del 2002 ricordo gli ottavi di finale italiani, nel pub irlandese che c'è nei pressi della Cattedrale; eravamo decine di italiani, alcuni forniti pure di bandiere, pochi spagnoli e qualche altro straniero. Ricordo il finale di quella partita, agonico, come tutti i finali che toccano noi italiani, i Vai! Vai! Dai! Dai! Nooo! che dicevamo sempre più disperatamente mentre il tempo passava e un'altra Corea e un arbitro ci stavano buttando fuori dal Mondiale. Ricordo ancora chiaramente le facce sfatte di noi italiani, come dopo un knock-out, gli applausi allegri degli spagnoli e il viso soddisfatto di un francese che manco avesse vinto la Francia. Nel Centro Internet dell'Avenida de la Constitución, dove andavo sempre all'epoca, le facce spagnole erano raggianti e se ti lamentavi dell'arbitro, gli italiani sono unos llorones, dei piagnoni. L'eliminazione dell'Italia scatena sempre il peggio degli spagnoli: nei loro pessimi articoli del giorno dopo gioivano manco l'avessero eliminata loro e e si burlavano delle proteste italiane contro l'arbitro. Non dimenticherò mai i quarti di quel torneo. Spagna-Corea del Sud e la Spagna fuori. Eliminata grazie al pessimo arbitraggio. I giornali spagnoli che parlavano di furto e di mafia e lloraban y lloraban. Anche gli spagnoli sono unos llorones. E' stata la prima volta che ho gioito per una sconfitta della Spagna. E da allora non c'è sconfitta spagnola che non accolga con un ghigno.
Nel 2006 mi sono sopportata la Spagna favorita numero 1 che annoia chiunque non sia spagnolo in tutte le vigilie mondiali. Mi sono stupita davanti ai sì, sì nos vamos a Berlin dei ragazzini sivigliani dopo aver battuto Tunisia e Arabia Saudita, ma sinceramente, non ho badato molto alle vicende spagnole. Ricordo solo le battute scherzose con il giornalaio della Campana, che mi aveva pronosticato una finale Spagna-Italia e chissà come l'ha presa al vedere che noi siamo arrivati all'appuntamento e la Spagna no. Non ricordo neanche chi l'abbia eliminata ai soliti quarti; sono tornata in Italia il giorno prima di Italia-Germania, la semifinale più bella che abbia visto a memoria e forse è stato un peccato non aver vissuto la notte di Berlino a Siviglia, anche se è stato bello celebrarla a Torino.
Essendo la Spagna campeona de Europa, un concetto che ti ripetono talmente tanto che ringrazi gli dei di tutti i cieli che vincono un titolo ogni 44 anni, nel 2010 è ovvio che la Spagna si consideri campione del mondo quasi senza necessità di giocare. Sulla costa gaditana, dove mancano ancora i turisti internazionali che affollano Siviglia tutto l'anno, il clima è diverso. Più da Spagna profonda. Non perdono però questa strana abitudine di mettersi nella lista dei Grandi o dei Campioni del Mondo: "Guarda, tutti i grandi hanno iniziato male, prendi il Brasile, l'Italia, l'Argentina, nessuna ha convinto, solo la Germania, la Spagna è nella linea" ti dicevano subito dopo la sconfitta contro la Svizzera. Che tu inarcavi un sopracciglio, dicevi: "Scusa, ma cosa c'entra la Spagna con Brasile, Italia e Argentina?!" per sentirti dire "E' la campeona de Europa" Ah be'! eccheppalle con 'sta campeona de Europa, che paragonato agli 11 titoli mondiali messi insieme da Brasile-Italia-Argentina, fa paura, vamos! Poi battono il Portogallo con un gol fuori gioco e un tal Capdevila fa espellere Costa fingendo un fallo, ma guai a parlarne. La loro stampa tace, mostrando una doppia morale che non sarà dimenticata, e se ne parla è per dire che è un fuorigioco di soli 22 cm, che manco Berlusconi nei suoi momenti migliori quando deve minimizzare le sue mancanze: un fuorigioco è un fuorigioco e se l'arbitro l'avesse visto la partita sarebbe finita con un pareggio. E dopo Capdevila, che ci provi uno solo a citarmi ancora il benedetto Tassotti!
Grazie al gol fuori gioco la Spagna è arrivata ai soliti quarti del suo psicodramma nazionale. Da una parte c'è chi si fa i conti direttamente in finale, chiedendosi se sia meglio Olanda o Uruguay, con buona pace di Paraguay ed, eventualmente, Germania e Argentina (due bocconcini da niente, dai!). Dall'altra c'è chi pensa alla cabala e teme che i maledetti quarti siano il solito muro di gomma che ricaccia indietro le ambizioni. Ovviamente la simpatia va tutta a questi ultimi e verrebbe loro da augurare che li superino una volta per tutte, 'sti benedetti quarti. Se le cose fossero andate come avrebbero dovuto, al posto del Paraguay avrebbe dovuto esserci l'Italia, per questo ho molto simpatia per il Paraguay, che ci indica il cammino che non abbiamo saputo percorrere. I paraguayos assicurano che useranno il guarani, la loro altra lingua nazionale, come arma contro gli spagnoli, questi ultimi si arrabbiano, come se i giapponesi o gli svedesi parlassero in campo tra di loro in inglese o in spagnolo. Per i sudamericani i quarti sono un appuntamento storico e non intendono lasciarselo scappare, è la terza volta che se la vedono con la Spagna in un Mondiale e, come ricorda la stampa spagnola in questi giorni, hanno sempre lasciato alle Furie Rosse un sapore agridulce.
Non so chi vincerà questo quarto, tra poche ore. Mi piacerebbe che il Paraguay continuasse il suo cammino per far sì che il rimpianto di quello che non è stato sia più leggero. Mi piacerebbe che la Spagna crescesse, non tanto la Selección, che se non avesse il pubblico che si ritrova sarebbe pure bello veder vincere, quanto i media e i tifosi spagnoli: sarebbe bello vederli più maturi, comportarsi come chi è abituato a vincere, con il rispetto che si deve all'avvesario, abbia o meno una storia gloriosa alle sue spalle, accettando anche le burle e le tattiche che fanno parte del gioco (cosa sarebbe un'Italia-Germania senza le provocazioni di Bild?!). Ma temo sia una battaglia persa.
Alla vigilia delle semifinali e del ritorno a casa, quello che conta davvero è che il Brasile sia fuori. Cercavo di spiegarlo ieri sera: chi se ne frega chi vincerà tra Spagna e Paraguay e se la Spagna vincerà il Mondiale! Sì, sì, state lì a sognare il vostro primo titolo mondiale, noi italiani facciamo altri conti, che con il Brasile fuori, sarà più facile raggiungerlo a quota 5 titoli mondiali, magari al Maracanà nel 2014, perché no?! Capite, cari spagnoli, perché per noi Sudafrica 2010 è finito con la vittoria dell'Olanda sul Brasile e perché Italia e Spagna si fanno conti diversi, quando si parla di calcio?
PS Non vi preoccupate, non lo capiscono.