sabato 10 luglio 2010

Ingrid Betancourt chiede 5,2 milioni di euro alla Colombia per il suo sequestro

Ingrid Betancourt esige dal Ministero della Difesa colombiano un indennizzo di 5,2 milioni di euro per i danni morali e materiali causati a lei e alla sua famiglia dal suo sequestro e dai sei anni trascorsi prigioniera delle FARC.
L'ex candidata alla presidenza della Colombia, che ha lasciato il Paese e vive in Francia sin dalla sua liberazione, avvenuta grazie alla spettacolare Operación Jaque, messa in piedi dall'Esercito colombiano, ha presentato una richiesta di conciliazione, prima di una vera e propria denuncia, perché, sostiene, nel 2002, nei giorni precedenti al suo viaggio nel sud della Colombia, durante il quale fu sequestrata, il Ministero della Difesa le aveva assicurato che non avrebbe corso alcun pericolo. Secondo la richiesta presentata, lo Stato non avrebbe prestato a Betancourt la necessaria sicurezza durante il suo viaggio a San Vicente del Caguán, dove è stata poi sequestrata, né avrebbe impedito che lei e i suoi accompagnatori raggiungessero la località in aereo. Durante il suo sequestro i media colombiani hanno sempre riportato che il viaggio di Ingrid al sud era stato una temerarietà da parte sua e che lei aveva insistito per realizzarlo, per dimostrare che nessun territorio colombiano poteva essere considerato "proibito" per i suoi cittadini, nonostante i consiglia alla prudenza delle autorità. Adesso pare sostenga che lo Stato avrebbe dovuto negarle la libertà di movimento che ogni individuo deve veder garantita in un Paese democratico: siamo sicuri che otto anni fa la candidata Betancourt non avrebbe fatto un uso politico dell'eventuale divieto del viaggio? Nel caso non si raggiunga un accordo tra lo Stato e i Betancourt, sarà un tribunale a stabilire l'eventuale indennizzo da pagare alla famiglia.
In un comunicato il Ministero della Difesa conferma di aver ricevuto la richiesta di conciliazione di Ingrid, di sua madre Yolanda Pulecio e dei suoi due figli; "Il Ministero della Difesa si dichiara sorpreso e afflitto per la presentazione di questa domanda, soprattutto per lo sforzo e l'impegno della Forza Pubblica nella progettazione e l'esecuzione dell'Operación Jaque". Il Ministero assicura inoltre di avere la convinzione che "non esista alcun elemento obiettivo che permetta dedurre la responsabilità dello Stato in questi fatti" e ricorda che "la dottoressa Ingrid Betancourt non si curò delle insistenti raccomandazioni della Forza Pubblica e delle altre autorità a rinunciare alla sua intenzione di andare a San Vicente del Caguán".
La domanda di conciliazione di Betancourt e famiglia è uno choc per le autorità colombiane, secondo il quotidiano El Tiempo il presidente uscente Álvaro Uribe está molesto e la richiesta non deve aver fatto molto piacere neanche a Juan Manuel Santos, il presidente che giurerà tra poche settimane e che è l'ex Ministro della Difesa di Uribe, in carica quando è stata realizzata l'Operación Jaque. Per mitigare la sua richiesta, Betancourt sostiene che la cifra che pretende le sia versata è l'indennità che non ha percepito negli anni del sequestro. Dei governatori, degli ufficiali e dei soldati sequestrati dalle FARC e liberati dall'esercito o dalla stessa guerriglia con le sue liberazioni unilaterali, Ingrid Betancourt è l'unica ad aver sollecitato un indennizzo allo Stato colombiano.