domenica 8 agosto 2010

Il presidente Juan Manuel Santos presenta la sua Colombia

Il primo atto della giornata del suo insediamento come Presidente della Colombia, Juan Manuel Santos lo ha compiuto a Seyzhua, nel Dipartimento de La Guajira, all'estremo nord-orientale del Paese, ai confini con il Venezuela. Qui il presidente eletto è stato investito in una cerimonia indigena dai leaders spirituali delle quattro etnie della Sierra Nevada, i Koguis, i Wiwas, gli Arhuacos e i Kankuamos. Accompagnato dalla moglie María Clemencia Rodríguez e dai figli María Antonia, Esteban e Martín, tutti vestiti di bianco, e dal suo Ministro dell'Ambiente Sandra Bessudo, Santos è arrivato di mattina presto e, davanti a circa 300 indigenas, in rappresentanza dei quattro popoli della Sierra, ha ricevuto una collana con pietre sacre, che rappresentano l'acqua, la terra, la natura e il mare e che rimarrà a Palacio de Nariño, sede della Presidenza della Repubblica. I leaders indigenas gli hanno messo ai polsi due fili di cotone, simbolo della protezione e dell'impegno con la Natura e gli hanno consegnato il bastone del comando, che rappresenta l'autorità. Alla moglie Maria Clemencia hanno dato un fuso, utilizzato dalle donne della Sierra Nevada per tessere il cotone e che simbolizza la creazione del mondo. Al termine della cerimonia, durata circa un'ora, il presidente, con la collana al collo, è salito su un elicottero che lo ha portato a Santa Marta e di lì, sull'aereo presidenziale, a Bogotà.
Nella capitale, era la tarda mattinata di ieri, era tutto pronto per la cerimonia del giuramento. La pioggia insistente non ha rallentato gli ultimi preparativi nella plaza de Bolivar, dove si trovano Palacio de Nariño e la Cattedrale, il potere politico e quello religioso come sempre uniti, in America Latina. Le ultime delegazioni ad arrivare a Bogotà sono state quelle dell'Ecuador e del Venezuela, la prima guidata dal presidente Rafael Correa, la seconda dal Ministro degli Esteri Nicolás Maduro; l'Ecuador ha chiesto l'estradizione di Santos, Ministro della Difesa durante lo sconfinamento dell'esercito colombiano nel Paese per uccidere il numero 2 delle FARC Raúl Reyes, il Venezuela ha rotto i rapporti diplomatici con la Colombia un paio di settimane fa, dopo la denuncia di Alvaro Uribe della protezione data dal Paese alle FARC. Nei suoi incontri di presidente eletto, e, soprattutto, nel suo discorso di insediamento, Santos ha chiarito che una delle sue priorità in politica estera è normalizzare i rapporti con i vicini. La Colombia ha consegnato all'Ecuador i computers sequestrati a Raúl Reyes e Santos ha fatto sapere di voler risolvere i rapporti con Hugo Chávez in un incontro franco e diretto. Conclusione: Ecuador e Venezuela sono disponibili a voltare pagina, il primo ha ritirato la richiesta di estradizione e Hugo Chávez si è già dichiarato disponibile a incontrare il collega colombiano il più presto possibile.
La cerimonia di insediamento è iniziata a Palacio de San Carlos, sede del Ministero degli Esteri colombiano. Tradizione vuole che la nuova famiglia presidenziale raggiunga la plaza de Bolivar, distante poco più di un centinaio di metri, a piedi, con una passeggiata che è il primo incontro con Bogotà. "Giuro davanti a Dio e prometto al popolo di rispettare fedelmente la Costituzione e le Leggi della Colombia" ha detto Juan Manuel Santos giurando nelle mani del presidente del Congreso Armando Benedetti, mentre la pioggia faceva di nuovo capolino nel cielo della capitale. Ad ascoltarlo c'erano 5000 invitati, 80 delegazioni internazionali, una ventina di Capi di Stato e di Governo, tra cui l'argentina Cristina Fernandez de Kirchner, il brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, il messicano Felipe Calderón, il peruviano Alan Garcia, tutti i presidenti centroamericani meno il nicaraguense Daniel Ortega; il cileno Sebastián Piñera è dovuto tornare improvvisamente in patria per le operazioni di riscatto di 34 minatori rimasti prigionieri in una miniera; la più alta rappresentanza europea l'ha mandata la Madrepatria spagnola, con il Principe Felipe. Subito dopo il giuramento ci sono state 21 salve di cannone. A quel punto Álvaro Uribe ha lasciato la poltrona di Presidente della Repubblica, cedendola a Juan Manuel Santos.
Nel suo discorso il neo-presidente ha spiegato la sua Colombia. Non solo i rapporti meno aggressivi con i vicini e il desiderio di risolvere qualunque conflitto con il dialogo, ma anche un Paese più aperto e più includente. "Se i nostri padri della patria tornassero in vita rimarrebbero stupiti per quanto siamo cresciuti e sentirebbero desilusión perché non abbiamo superato le ingiustizie sociali" ha detto il presidente, che per superarle propone un governo di unità nazionale, "una grande alleanza per consolidare la Colombia che tutti sogniamo". Ha chiamato "le migliori intelligenze e volontà per costruire tra tutti un Paese migliore". Come presidente ha promesso il suo impegno per costruire la Prosperità Democratica, "una casa degna, un impiego stabile con salario e prestazioni giuste, accesso all'istruzione e alla salute, un benessere elementare, con tranquillità economica per ogni famiglia colombiana". "L'ossessione del mio Governo sarà la creazione di prosperità sociale attraverso la creazione del lavoro"; di qui le proposte di legge per dare incentivi a chi investirà in Colombia e a chi assumerà i giovani, di qui i programmi per migliorare l'accesso all'istruzione, affinché le nuove generazioni siano preparate a lavori stabili e di qualità. Il governo di Santos creerà borse di studio e favorirà accordi tra università e  imprese per la formazione dei giovani di scarse risorse economiche. Sono previste riforme anche per il settore sanitario, in modo che includa anche i milioni di colombiani che oggi non hanno accesso alla Sanità. Una Legge delle Terre, con cui le terre che lo Stato ha sequestrato a"ai criminali tornino nelle mani contadine, di chi le lavora davvero, con vocazione e sudore". Le riforme che Santos propone, ne è consapevole, hanno bisogno di grandi infrastrutture, che saranno realizzate esigendo "pulizia e rispetto dei contratti", e di investimenti stranieri, ai quali il presidente ha promesso "regole chiare e stabili". Ovviamente è necessaria anche la lotta alla corruzione: "Perseguiremo e combatteremo i corrotti che si rubano le risorse dei colombiani" ha detto promettendo lotta contro la corruzione pubblica, privata "e i vasi comunicanti tra entrambe". Ed è ovviamente necessario garantire una Colombia in pace; Santos intende seguire le grandi linee tracciate da Uribe nella lotta al terrorismo, ma ha segnalato il primo cambiamento: le porte al dialogo non sono chiuse con chiave. "Io aspiro a seminare, durante il mio governo, le basi di una vera riconciliazione tra colombiani" ha detto il presidente, ricordando che il rispetto dei Diritti Umani sarà un impegno fermo e indeclinabile del mio Governo".
Da oggi, la nuova pagina della Colombia è aperta a Palacio de Nariño, mentre Álvaro Uribe, tornato nel dipartimento natale di Antioquia, è stato accolto come un eroe.
Le foto della giornata dell'insediamento di Juan Manuel Santos, dalle gallerie fotografiche di eltiempo.com ed elcolombiano.com
Il discorso inegrale di Santos, in spagnolo, si può leggere qui.