A Sanlúcar de Barrameda è di nuovo tempo di carreras de caballos,
corse di cavalli, lungo la spiaggia che guarda al Parque de Doñana, sull'altra
riva dell'estuario del Guadalquivir. Siamo arrivati alla 165 edizione di queste
gare suggestive, entrate nel circuito nazionale e ormai corse da professionisti
che si vedono anche negli ippodromi di Madrid, San
Sebastián, Mijas; c'è un montepremi da 200mila euro, con un'organizzazione che
gestisce un budgt da 600mila euro e dà lavoro a 300 persone nei giorni di gara;
c'è anche una pagina web ufficiale,
che racconta tradizioni e storie delle carreras e confeziona loro un'immagine
turistica, con informazioni e fotografie. Chi l'avrebbe detto a quei pescatori
che facevano a gara per vedere chi sarebbe stato il più veloce ad arrivare al
mercato e a vendere il proprio pesce che quelle gare ingenue e un po' sbruffone
avrebbero dato vita a un giro d'affari così importante e sarebbero diventate
uno dei più famosi appuntamenti turistici dell'elegante Sanlúcar.
Ma, nonostante il movimento di denaro e l'avvento dei fantini professionisti, la manifestazione non ha perso la spontaneità con la quale nacque nel 1845 e non è scomparsa la voglia di pasarselo bien che appartiene agli andalusi più di qualunque altra cosa. Le carreras de caballos sono un'occasione per fare tardi lungo la riva del fiume, per assaporare un altro bicchiere di manzanilla spiluccando le tapas con tortillas ai frutti di mare, l'ultimo gamberetto e un pescaido, per veder passare qualche famoso in cerca della visibilità che la crescente notorietà internazionale delle corse dei cavalli offre. Sullo sfondo di quest'atmosfera festosa, l'eterna sfida dell'uomo a se stesso e alla velocità, l'alleanza eterna del fantino con il suo cavallo e questo paesaggio inimitabile, del grande fiume che incontra l'Oceano mentre le dune di >Doñana, dall'altra parte, assistono silenziose. Il tutto mentre il sole scende piano verso l'orizzonte: non bisogna mai avere fretta davanti a un tramonto nel mare andaluso, sulle spiagge si incontrano anziani sanluqueños che si fermano ancora a guardarlo encantados, fino all'ultimo, sospirando quando il sole scompare e godendosi piano l'atmosfera irreale che regala l'atardecer, la notte che arriva lentamente. Immaginatevi una corsa di cavalli davanti a questo tramonto e capirete perché, stavolta è vero, como Sanlúcar no hay otra, come Sanlúcar non c'è nessuna.
Le foto, dalla pagina ufficiale delle carreras de caballos.
Ma, nonostante il movimento di denaro e l'avvento dei fantini professionisti, la manifestazione non ha perso la spontaneità con la quale nacque nel 1845 e non è scomparsa la voglia di pasarselo bien che appartiene agli andalusi più di qualunque altra cosa. Le carreras de caballos sono un'occasione per fare tardi lungo la riva del fiume, per assaporare un altro bicchiere di manzanilla spiluccando le tapas con tortillas ai frutti di mare, l'ultimo gamberetto e un pescaido, per veder passare qualche famoso in cerca della visibilità che la crescente notorietà internazionale delle corse dei cavalli offre. Sullo sfondo di quest'atmosfera festosa, l'eterna sfida dell'uomo a se stesso e alla velocità, l'alleanza eterna del fantino con il suo cavallo e questo paesaggio inimitabile, del grande fiume che incontra l'Oceano mentre le dune di >Doñana, dall'altra parte, assistono silenziose. Il tutto mentre il sole scende piano verso l'orizzonte: non bisogna mai avere fretta davanti a un tramonto nel mare andaluso, sulle spiagge si incontrano anziani sanluqueños che si fermano ancora a guardarlo encantados, fino all'ultimo, sospirando quando il sole scompare e godendosi piano l'atmosfera irreale che regala l'atardecer, la notte che arriva lentamente. Immaginatevi una corsa di cavalli davanti a questo tramonto e capirete perché, stavolta è vero, como Sanlúcar no hay otra, come Sanlúcar non c'è nessuna.
Le foto, dalla pagina ufficiale delle carreras de caballos.